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Notizie Radicali - 30 agosto 1983
NONVIOLENZA E' FORZA
DAL CARCERE LA CONFERMA

SOMMARIO: La Camera decide sul caso Negri: arresto o diritto? Dalle carceri un messagio di nonviolenza: 700 detenuti, dal notissimo Tortora agli ignoti e dimenticati, politici o comuni, hanno scritto e firmato documenti, hanno digiunato per chiedere la fine delle leggi speciali sulla carcerazione preventiva. Vittorio Foa su"Il Manifesto": Negri rappresenta un problema più grande e generale. Le visite in carcere di Pannella e Giovanni Negri.

(NOTIZIE RADICALI n. 36, 30 agosto 1983)

In questi giorni la Camera decide sul "caso Negri". Con ogni probabilità quando questo giornale sarà nelle vostre case già saprete se sarà stato decretato di nuovo l'arresto o se invece sarà prevalsa la voce della ragione e della tolleranza, oltre a quella del diritto e della democrazia.

In questi stessi giorni da tutte le carceri italiani si è levato un messaggio di nonviolenza e di speranza. Ci è giunta ed è giunta al Parlamento e alle istituzioni partitocratiche una proposta di dialogo e di ragionevolezza. In tutte le carceri italiane, con ritrovata forze e dignità, rifiutandosi di essere schiacciati dal cinismo e dalla violenza del potere e da quella delle mafie, e delle camorre interne ed esterne, oltre 7.000 detenuti, noti come Tortora ma più spesso ignoti e dimenticati, politici e comuni, hanno effettuato digiuni, hanno scritto e firmato documenti, hanno chiesto e chiedono la fine delle leggi speciali sulla carcerazione preventiva, l'uscita da un regime di eccezionalità e di ingiustizia elette a sistema.

Viene dalle carceri italiane la conferma drammatica che Antonio Negri rappresenta - come ha scritto Vittorio Foa sul "Il Manifesto" - un problema più grande e generale.

Marco Pannella e Giovanni Negri si sono recati a Rebibbia maschile e femminile, utilizzando le prerogative parlamentari, accolti dalla volontà e dalla speranza delle detenute e dei detenuti. Il Ministro Martinazzoli ha mostrato di voler raccogliere in qualche modo il dialogo pur in una risposta viziata dalla volontà di giustificare a tutti i costi la legislazione dell'emergenza, e ipotecata e condizionata dall'atteggiamento del suo partito e dal voto della Camere e la violenza - quella perpetrata dallo Stato partitocratico contro la Costituzione, e l'altra che lo Stato induce, insieme alla disperazione, nelle sue vittime - può forse essere sconfitta. Come radicali dovremo, su questo fronte, essere capaci di assumerci nuove e maggiori responsabilità. E' un impegno che abbiamo assunto con "il caso Negri".

Pubblichiamo intanto alcuni dei documenti che ci sono pervenuti nelle carceri, un editoriale e alcune note di Marco Pannella, un documento dell'Arci contro l'arresto di Negri.

 
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