Rimini, 28, 29, 30, 31 ottobre e 1 novembre 1983SOMMARIO: La mozione del XXIX congresso di Rimini si incentra prevalentemente sulla lotta contro lo sterminio per fame. E' il momento della testarda, tenace insistenza su un obiettivo per il cui conseguimento si è pazientemente accumulato, negli anni precedenti, un "arsenale" eccezionale di adesioni, di consensi, di lotte e di proposte. Emerge però la difficoltà di dare uno sbocco alla battaglia per il diritto alla vita in un quadro politico gravemente deteriorato dall'arroganza partitocratica. La denuncia del carattere illegale del regime diventa, nella mozione, sempre più precisa e drastica.
Presentazione alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, sciopero del voto nelle elezioni amministrative a Napoli e Reggio Calabria, campagna per l'elevazione del minimo di pensione a 400.000 lire, sono gli altri temi affrontati dalla mozione congressuale.
Il Congresso elegge segretario Roberto Cicciomessere e tesoriere Francesco Rutelli.
("Le lotte, le conquiste, le proposte radicali attraverso i documenti congressuali e lo statuto" - novembre 1985 - A cura di Maurizio Griffo - Opuscolo edito dalla tesoreria del Partito radicale)
MOZIONE GENERALE
Il XXIX Congresso del Partito radicale, rilevato
che il regime partitocratico si è sostituito al sistema democratico costituzionale attraverso la consolidata violazione, negazione e sovversione dei principi costitutivi della legge fondamentale della Repubblica;
che i partiti di regime non dispongono né della forza e neppure della possibilità di configurare le nuove regole su cui fondare un sistema di potere capace di governare il processo di sfaldamento politico e finanziario dello Stato, determinando con ciò le condizioni per l'interruzione anche formale di ogni residuo di legalità da parte di forze che si autocandidano alla risoluzione forzosa della crisi,
che l'impraticabilità degli istituti e degli strumenti di democrazia impone ad ogni forza politica, che voglia contrastare attivamente, ove lo ritenga ancora possibile, l'illegalità dello Stato, l'adozione prevalente degli strumenti di lotta nonviolenta, della pratica generalizzata dell'obiezione di coscienza e del rifiuto del consenso a qualsiasi simulacro di legittimazione democratica a un sistema partitocratico;
che il rigido controllo dell'informazione scritta e parlata da parte della partitocrazia impedisce nella generalità la percezione delle cause strutturali che determinano il mancato soddisfacimento dei bisogni e dei diritti elementari della persona;
che le nuove espressioni organizzate del dissenso politico emergenti in Europa non sembrano capaci di produrre, accanto alla denuncia dei rischi di annientamento nucleare, una risposta credibile e non militare alle minacce che pregiudicano la sicurezza dei popoli;
che il solo Partito radicale ha configurato e rappresentato in Italia e in Europa, attraverso la sua prassi e teoria politica, un sistema normativo, una proposta riformatrice, un metodo di aggressione delle minacce che attentano alla vita e alla sicurezza dell'umanità capaci di essere riconosciuti come risolutori da maggioranze di cittadini;
che i margini per il perseguimento degli obiettivi del Partito radicale appaiono sempre più ridotti e probabilmente insufficienti persino per configurare una resistenza attiva alla violenza e alla sopraffazione partitocratica;
ritenuto politicamente necessario, doveroso, possibile esperire ogni strumento non ancora utilizzato e ogni altro, con compiutezza e forza rinnovata, prima di arrivare a valutazioni conclusive sulla battaglia contro lo sterminio per fame;
affermato che la lotta politica nonviolenta rappresenta l'elemento centrale e caratterizzante dell'iniziativa per assicurare alla vita milioni di esseri umani;
ritenuto nel contempo che la scadenza elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo impone al Partito radicale la necessità di tenere fede all'impegno assunto di corrispondere positivamente a quanto richiesto perentoriamente dall'appello dei premi Nobel, e cioè di configurare nuove alleanze politiche costituite espressamente sull'obiettivo possibile di strappare il maggior numero di vite dallo sterminio per fame in atto nel mondo;
richiama come premessa della propria decisione l'intero corpus storico di ciò che negli ultimi cinque anni, attraverso l'azione del Partito radicale, seguendo l'indicazione del Preambolo allo statuto sulla scorta degli enunciati del Manifesto dei Nobel, è diventato un patrimonio di coscienza politica collettiva, di prestigiosi e numerosi consensi formali e di diritto positivo internazionale;
constata che lo sfacelo economico e sociale a cui i partiti responsabili della degenerazione partitocratica hanno condotto il paese può portare nei prossimi mesi ad un esito terminale della fase storica italiana iniziatasi con la caduta del fascismo;
lancia però un appello alle donne e agli uomini d'Italia, e in primo luogo alle compagne e ai compagni che hanno stretto il patto di associazione nel Partito radicale del 1983, perché nel segno della vita, della pace, della nonviolenza insorgano contro questa tendenza distruttrice di vite umane e di istituzioni democratiche associandosi da subito nel Partito radicale del 1984, impegnandosi al massimo delle proprie forze in una campagna di autofinanziamento del Partito radicale per 3 miliardi di lire, di cui 1 entro sessanta giorni, organizzando sin d'ora per i prossimi mesi una campagna contro lo sterminio per fame che abbia come obiettivo di ogni istante l'approvazione della legge dei sindaci da parte del Parlamento italiano e che culmini in una grande marcia della vita, pace e disarmo a Roma nella Pasqua 1984;
impegna il partito a proseguire nell'iniziativa per assicurare l'elevazione dei minimi di pensione ad almeno 400.000 lire e per la rapida approvazione di una riforma pensionistica; a denunciare con tutti i mezzi i brogli compiuti ai danni di più di mezzo milione di elettori del Pnp a cui è stata sottratta la diretta rappresentanza parlamentare sostenendo, anche con iniziative popolari, la richiesta di tempestiva revisione dei risultati elettorali da parte della giunta per le elezioni.
Invita il Partito radicale a riesaminare il codice di comportamento parlamentare ritenuto strumento-guida importante per essi e per il partito, per rafforzarne l'incisività e la possibilità di impiego ai danni della partitocrazia e a beneficio degli obiettivi politici che il Congresso ha indicato.
Il XXIX Congresso del Partito radicale
approvata la decisione degli organi uscenti di intraprendere una campagna nazionale per lo sciopero del voto alle elezioni amministrative di Napoli e Reggio Calabria, anche attraverso la presentazione di liste del partito del massimo livello di rappresentatività, dando il coerente seguito in quei due consigli comunali, ove vi fossero degli eletti radicali, alla linea e agli impegni presi con il corpo elettorale e con il codice di comportamento degli eletti in Parlamento;
impegna gli organi eletti e tutti gli iscritti -e rivolge ad essi un appello di immediata e diretta mobilitazione- perché assicurino nell'ultima fase della campagna elettorale il massimo di iniziativa politica e presenza militante a Napoli e Reggio Calabria per fare di quest'appuntamento del regime un'occasione di proposta e speranza -ben più che di semplice rivolta- contro l'usurpazione partitocratica e l'illegalità delle istituzioni;
delibera la presentazione di liste del Partito radicale alle elezioni europee nel 1984;
dà mandato agli organi eletti e a tutti gli iscritti di promuovere una campagna per il voto alle liste radicali, anche sulla base delle indicazioni e delle proposte emerse nel dibattito congressuale;
impegna gli organi eletti e gli iscritti a promuovere le iniziative necessarie ad assicurare il livello minimo di democraticità alla competizione elettorale, segnatamente in relazione alle norme elettorali ed agli spazi di informazione radiotelevisiva;
delibera di promuovere un'azione di coordinamento internazionale affinche tutte le forze politiche europee, alla vigilia del voto per l'elezione del Parlamento, siano chiamate ad esprimersi, attraverso i loro massimi organi, sulla lotta allo sterminio per fame e i suoi sbocchi politici, legislativi, istituzionali sia in sede internazionale che nei diversi e rispettivi paesi;
delibera d'indire una campagna nazionale per il non pagamento del canone Rai-Tv, sviluppando l'esperienza di lotta politica e giuridica già acquisita negli ultimi due anni e dà mandato agli organi federali di darvi attuazione sin dal mese di novembre 1983;
indica nel potenziamento dell'obiezione fiscale uno strumento di lotta prezioso contro lo Stato fuorilegge e la politica dissennata di dilapidazione di risorse nel campo militare e dà mandato agli organi federali di definire le modalità politiche e organizzative;
invita il segretario per il 1984 a organizzare la costituzione e i lavori di una commissione per la revisione dello statuto che presenti proposte di modifica dello stesso al Congresso.