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Teodori Massimo - 31 gennaio 1984
Affare Piccoli: IL TRANQUILLO ABUSO DEL POTERE
di Massimo Teodori

SOMMARIO: Gli sviluppi dell'iniziativa radicale nei confronti di Flaminio Piccoli e del suo coinvolgimento nel gruppo di Francesco Pazienza incriminato per associazione a delinquere di stampo mafioso. L'iniziativa ha preso corpo in due denunce al procuratore generale della Corte d'appello di Roma e in due proposte di inchieste parlamentari.

(NOTIZIE RADICALI n. 1, 31 gennaio 1984)

I documenti qui pubblicati espongono gli sviluppi dell'iniziativa che i radicali hanno condotto in queste settimane nei confronti di Flaminio Piccoli e del suo coinvolgimento nel gruppo di potere facente capo a Francesco Pazienza, incriminato dalla magistratura romana per "associazione a delinquere di stampo mafioso". L'iniziativa si è concretata in due denunce al procuratore generale della Corte di appello di Roma, Franz Sesti: l'una riguardante in generale l'attività del gruppo Pazienza-Piccoli (2P) e l'altra relativa ai reati di peculato ed abuso di potere che si ravviserebbero nel viaggio a New York della delegazione dc capeggiata da Piccoli. Sono state avanzate inoltre due proposte di inchiesta parlamentare, la prima sulle deviazioni dei servizi segreti capeggiati dai piduisti generali Santovito e Grassini e messi in piedi nel periodo di unità nazionale (1978-1981), la seconda sul "caso Cirillo" per ciò che riguarda le trattative condotte da personaggi politici con la camorra di Cutolo e i servizi segre

ti.

Alla lettura dei documenti occorre accompagnare una valutazione su quel che è accaduto in queste settimane, fatto ancor più sconcertante delle stesse vicende oggetto dell'iniziativa radicale.

Tutte le dichiarazioni di Piccoli, in sede giornalistica e nelle dichiarazioni ufficiali rese in commissione P2, mostrano non solo e non tanto la dabbenaggine del presidente dc come è stato da più parti rilevato, quanto l'assoluta tranquillità con cui il personaggio, né migliore né peggiore di tanta parte della classe dirigente partitocratica e democristiana, enuncia convinto concetti e comportamenti gravissimi. Per Piccoli, i servizi segreti sono uno strumento che può essere utilizzato personalmente e partiticamente, lo Stato può "normalmente" piegarsi alle esigenze del mercanteggiamento per un boss di partito, la Dc può impunemente firmare un accordo con i piduisti rizzoliani, auspice Gelli, nel quale il partito di maggioranza e di governo si impegna a barattare contropartite in cambio di miliardi, giornali come il "Corriere della Sera" sono normali oggetti di infeudamenti partitici, l'amicizia con un bandito/faccendiere come Pazienza è un fatto di quotidiana amministrazione. Ascoltando tutto ciò sorge il

dubbio che ormai l'infradiciamento partitocratico e la perdita del senso dello Stato siano arrivati a tal punto anche nelle coscienze che i protagonisti non si rendono neppure più conto di ciò che vanno dicendo.

Un'altra e più generale riflessione riguarda le ragioni che hanno portato alla formazione della 2P, Pazienza-Piccoli. La 2P si sviluppa in coincidenza con la scoperta delle liste della P2 e di un temporaneo scompaginamento delle file dell'organizzazione gelliana. Rappresenta, il nuovo gruppo di potere, al tempo stesso, continuazione e mutazione della più famosa casamadre di Gelli e Ortolani. Gli ingredienti di cui si giova sono i medesimi della P2, e cioè il padrinaggio politico, in nome del quale è possibile compiere qualsiasi azione fuori dalla legalità, l'abuso dei servizi segreti messi al servizio della lotta per bande partitiche, il collegamento con la criminalità organizzata, anche nelle sue forme di camorra e di mafia italo-americana. Il terreno su cui i gruppi di potere nascono e crescono è quello delle contrattazioni mafiose-politiche e dell'esigenza da parte degli uomini politici-partitocratici di esercitare e coltivare il potere ed il sottopotere facendo ricorso a qualsiasi strumento. L'illegalità

delle operazioni partitocratiche consente l'esercizio di altre, più direttamente criminali, attività. Piccoli non è implicato direttamente nelle attività criminose di Pazienza, ma queste si possono compiere in quanto esiste il padrinaggio politico di Piccoli che a sua volta si serve di Pazienza per operazioni e manovre che certamente legittime non sono.

Ormai tutti i più recenti scandali, da quello ligure del piduista Teardo al comune di Torino, dalla regione siciliana al comune di Napoli e via proseguendo, stanno a confermare l'ipotesi di fondo su cui, come radicali, abbiamo basato le nostre lotte: essere proprio la partitocrazia all'origine delle attività mafiose di ogni tipo e quindi la necessità di aggredire il marcio nel suo punto centrale, il meccanismo partitocratico appunto.

Piccoli in questo quadro è l'ultimo anello di una lunga catena, di cui la P2 ha costituito soltanto il tratto più visibile e più robusto, ma certamente non isolato ed "escrescente" rispetto al corpo generale della politica italiana.

Massimo Teodori

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Ancora e sempre Sifar

Nella primavera 1981, con il ritrovamento delle liste P2, si scoprì che i servizi segreti cosiddetti "riformati", Sisde e Sismi, erano guidati da uomini appartenenti alla loggia di Gelli, il gen. Grassini e il gen. Santovito.

Da allora, in molteplici occasioni, sono venuti alla luce episodi maggiori e minori nei quali entrambi i servizi segreti hanno avuto nel periodo 1978-1981 un comportamento "deviato", non diversamente da quella che è stata la vicenda dei servizi nel quindicennio precedente, da De Lorenzo a Miceli-Maletti.

L'ultimo episodio venuto alla luce è il ruolo che ha avuto nel Sismi Francesco Pazienza nel periodo 1980-1981, allorché al tempo stesso era stretto collaboratore del segretario dc Flaminio Piccoli, assistente del generale Santovito, consulente e faccendiere di Calvi, socio a tutti gli effetti di organizzazioni malavitose, mafiose e camorristiche.

Risulta che il Pazienza personalmente e per conto di una delle molte funzioni svolte in parallelo per Piccoli, per Calvi e per le organizzazioni malavitose abbia ripetutamente usato le risorse finanziarie e le strutture del Sismi (aerei, auto, uffici...).

I radicali a questo proposito hanno segnalato all'autorità giudiziaria l'episodio del viaggio a New York dell'on. Piccoli organizzato dal Pazienza per accertare se siano stati commessi i reati di peculato e di abuso di potere.

Ma al di là di questo specifico episodio, e più in generale di tutta l'attività del Pazienza e dei suoi rapporti con Santovito, si devono ricordare le molte vicende oscure di cui è costellata l'attività dei servizi, Sismi e Sisde, fino alla sostituzione dei loro capi nella primavera-estate 1981. Ricordiamo qui, a puro titolo di esempio, alcuni casi, peraltro noi attraverso la stampa anche se mai chiariti:

- i rapporti fra Servizi e Gelli. Per il Sismi il capo della loggia era "un personaggio sconosciuto" e per il Sisde un "personaggio utile al servizio";

- la permanenza nel Sismi e nel Sisde di agenti ad alti livelli "eversori" e "devianti" già appartenenti al Sifar, al Sid e all'ufficio "affari riservati" con una stratificazione di elementi dichiarati pericolosi per le istituzioni;

- il sospetto di connivenze fra settori dei servizi e settori dell'eversione, avanzato all'indomani della strage alla stazione di Bologna (agosto 1980);

- il caso Isman-Russomanno con il coinvolgimento del numero 2 del Sisde, già inquisito dalla magistratura (maggio 1980);

- i singoli rapporti fra i servizi italiani e la Libia venuti alla luce in occasione degli assassinii dei dissidenti libici (estate 1980);

- l'attività dei servizi in relazione alla compravendita delle armi investigata in particolare dal giudice Palermo di Trento;

- l'attività in Medio Oriente diretta dal colonnello Giovannone del Sismi, e in particolare il caso della scomparsa dei giornalisti Toni e De Palo:

- il caso della Somalia, e il ruolo di Santovito come mediatore di affari fra Usa, Somalia e Italia avente per oggetto materiale bellico;

- il caso del colonnello Giovanni Minerva amministratore del Sid di Henke e Miceli, corruttore di giornalisti e amministratore del Sismi fino alle liste P2;

- il caso Rokand Stark.

A questi specifici esempi si deve aggiungere tutto il caso Moro, rispetto al quale la stessa commissione parlamentare di indagine ad hoc ha concluso i lavori lasciando aperti interrogativi sul ruolo dei servizi, le omissioni e el deviazioni.

I radicali ritengono che, come per il Sifar e il Sid, non si possa più omettere a livello istituzionale un'indagine su Sismi e Sisde del periodo "riformato-piduista" (1978/1981). Le deviazioni, gli abusi, e le commistioni verificatisi con Pazienza ed il coinvolgimento nell'uso privato dei servizi da parte del segretario della Dc, Piccoli, non sono che un aspetto di un più generale comportamento al di fuori dei compiti di istituto. "La commissione parlamentare per il controllo sui servizi di informazione e sicurezza e sul segreto di Stato" non ha evitato né controllato tali comportamenti. E' quindi necessario che venga avviata una indagine nelle forme che le forze politiche e i parlamentari riterranno più efficaci (commissione bicamerale, monocamerale, indagine conoscitiva...).

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Cirillo: la fermezza nella trattativa

Il caso Cirillo, dopo l'audizione di Flaminio Piccoli, rimane inquietante per i molti interrogativi rimasti senza risposta.

Si tratta dell'unico caso in cui un sequestrato del partito armato è stato rilasciato in seguito ad una "trattativa" nella quale sono esplicitamente entrati servizi segreti, personaggi politici e ambienti della malavita camorristica.

Sono molteplici gli aspetti della vicenda rimasti insoluti, o meglio che sono stati spiegati con contrastanti versioni risultanti sia da pubbliche dichiarazioni sia da testimonianze rese davanti alla magistratura. Sono proprio le dichiarazioni rese da Flaminio Piccoli in commissione P2 (che ricalcano quelle rese alla magistratura) che accentuano le contraddizioni nella ricostruzione dei fatti e nella funzione da ciascuna parte svolta nel corso della trattativa. Ed è di primaria importanza la parte giocata da Piccoli sia perché era segretario nazionale della Dc dell'epoca, sia in quanto leader politico che afferma di "essersi dovuto adoperare attivamente per la liberazione di Cirillo". "Dopo la testimonianza di Piccoli molti aspetti invece di essere chiariti sono divenuti più oscuri".

Ecco alcuni degli interrogativi da chiarire:

- Pazienza ha trattato con Casillo ed altri elementi della camorra in stretto contatto con Cutolo?

- se ha trattato, per conto di chi ha trattato Pazienza? Di Piccoli (come Pazienza afferma), di Gava, della famiglia, del Sismi?

- se vi è stata una trattativa con la camorra, quali contropartite sono state offerte a Cutolo e ai suoi amici? E per conto di chi le contropartite sono state offerte? Le contropartite sono state pagate?

- quali sono stati i rapporti fra la camorra di Cutolo e le Br di Senzani?

- è stato pagato un riscatto alle Br di Senzani? Chi ha pagato e da chi è stato offerto e raccolto il denaro per il riscatto?

- quale è stato il ruolo degli uomini del servizio segreto negli incontri avvenuti nel carcere di Ascoli Piceno? Chi li ha autorizzati e con quale mandato? Come ha agito il ministro di Grazia e Giustizia e su sollecitazione di chi?

- è stato stabilito un contatto diretto da parte dei servizi segreti con Senzani in occasione della vicenda Cirillo? Oppure i servizi avevano precedenti contatti? Essi riguardano solo rapporti finanziari o anche di altro tipo?

- Senzani è stato coinvolto solo nel caso Cirillo o anche, in precedenza, in quello Moro e, successivamente, nella liberazione di Dozier?

- perché molti testimoni ribadiscono più d'una volta il ruolo cruciale svolto da Pazienza "in nome" e "su incarico" di Piccoli? (Giardili, Umberto Federico D'Amato, Visigalli, Magrì)

- quale il ruolo svolto dall'italo-americano Alphonse Bove?

- hanno una qualche relazione con la vicenda Cirillo le morti (assassinii...) di Casillo, di sua moglie e di un agente di servizi chiamato "Titta"?

Su tutta la vicenda i radicali chiedono una commissione parlamentare d'indagine che accerti i fatti e stabilisca le responsabilità. Infatti ci si trova per la prima e unica volta di fronte alla liberazione di un sequestrato conseguente ad una trattativa che ha visto come interlocutori diretti la malavita organizzata ed il terrorismo con i suoi espliciti rappresentanti. Accertare in che misura in questa trattativa abbiano avuto una parte istituzioni dello Stato ed uomini politici significa far luce su uno dei tanti episodi che possono aver contribuito alla degradazione della vita pubblica e dello Stato di diritto.

I radicali, nel preannunciare tale iniziativa politica, precisano che essa assumerà nei prossimi giorni le forme parlamentari dovute (commissione bicamerale d'indagine, commissione monocamerale, inchiesta in commissione...) anche in rapporto alla convergenza d'obiettivi che si determinerà tra le forze politiche e i parlamentari interessati al raggiungimento della verità su uno dei casi più inquietanti della recente storia nazionale.

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A spese del SISMI

Esposto-denuncia nei confronti di: Francesco Pazienza (peculato), Giuseppe Santovito (peculato e abuso di potere), Flaminio Piccoli (concorso nei suddetti reati).

Nel gennaio-febbrario 1981 la Democrazia cristiana inviava una delegazione negli Stati Uniti, capeggiata dall'allora segretario politico, Flaminio Piccoli.

A tale delegazione veniva assegnato dal Sismi, diretto dal generale Santovito, un accompagnatore ufficiale nella persona dell'agente Marcello Campione, incaricato dei problemi di "sicurezza".

Oltre al Campione, il Sismi metteva a disposizione della delegazione, e in particolare del suo capo on. Flaminio Piccoli, un consulente generale, Francesco Pazienza. Il Pazienza, oltre ai compiti del Campione, svolgeva negli Stati Uniti il ruolo di organizzatore generale del viaggio e delle manifestazioni ad esso connesse di carattere eminentemente politico. In particolare il Pazienza organizzava gli incontro pubblici con alcuni settori della comunità italo-americana di New York. Dopo quel viaggio il Pazienza assunse il ruolo di consigliere/uomo di fiducia di Flaminio Piccoli.

Da alcune testimonianze risulterebbe che:

a) il viaggio di Francesco Pazienza sarebbe stato completamente a carico del Sismi (per circa 40 milioni) pur non svolgendo il consulente alcuna funzione di "sicurezza" affidata ufficialmente all'agente Marcello Campione;

b) una parte o la totalità delle spese della intera delegazione democristiana sarebbero state assunte dal Sismi;

c) il Pazienza abbia compiuto precedenti missioni negli Stati Uniti a carico del Sismi per preparare il viaggio del segretario democristiano;

d) il Pazienza, in occasione del viaggio dc a New York, e successivamente nei mesi seguenti, abbia prestato la propria opera di consulente a favore del segretario dc mentre era retribuito come collaboratore del Sismi, distraendo quindi l'utilizzazione del suo tempo e delle strutture messegli a disposizione dal servizio d'informazione militare (auto, aerei, telefoni, uffici...) dai compiti istituzionali ad attività in favore dell'on. Piccoli sia come segretario di un partito sia in quanto privato cittadino.

Le circostanze sovraesposte si desumono da quanto affermato dallo stesso Francesco Pazienza, da Giuseppe Santovito, Placido Magrì e Alvaro Giardili, nonché dal console italiano a New York, dott. De Bosis, sia nelle dichiarazioni testuali sia in una ricostruzione dei fatti attraverso una lettura incrociata di eventi, citati anche in deposizione di fronte all'autorità giudiziaria.

I sottoscritti esponenti del Partito radicale intendono "segnalare alle autorità giudiziarie le circostanze sovraesposte in relazione alla rilevanza penale che esse potrebbero avere con particolare riguardo ai reati di peculato per distrazione per Flaminio Piccoli, Francesco Pazienza e Giuseppe Santovito, e di abuso di potere per Giuseppe Santovito".

 
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