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Mellini Mauro - 24 marzo 1984
AVANTI ADAGIO, QUASI INDIETRO
Autorizzazioni a procedere

di Mauro Mellini

SOMMARIO: In questo articolo si analizzano i diversi criteri seguiti dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere nel caso di Tony Negri e nei i casi che coinvolgono altri deputati. Ma Mauro Mellini denuncia soprattutto lo scandalo della mancata discussione in aula delle autorizzazioni già esaminate dalla Giunta.

(NOTIZIE RADICALI n. 62, 24 marzo 1984)

Per motivare l'autorizzazione dell'arresto di Toni Negri, la giunta delle autorizzazioni a procedere fissò tre principi: non si può parlare di "fumus persecutionis", di sospetto di persecuzione, quando l'azione penale sia iniziata prima dell'elezione a deputato; non ha rilevanza il carattere politico del reato contestato quando non si tratti di "proiezione esterna dell'attività del parlamentare", non ipotizzabile per fatti intervenuti prima dell'elezione; l'autorizzazione a procedere dev'essere data quando vi siano altri coimputati, rispetto ai quali si rischierebbe altrimenti di determinare una disparità di trattamento.

Sono stato facile profeta nel dichiarare allora che tutti e tre questi principi e tutte le assicurazioni di instaurare, per il futuro, il massimo rigore nel dosare l'immunità parlamentare, non sarebbero stati tenuti in alcun conto: liquidato in gran fretta il caso Negri, si sarebbe tornati a cercare la persecuzione politica per i più impensabili casi e con i più incredibili pretesti e alla fretta sarebbe subentrata una studiata, paralizzante lentezza.

Le prime domande di autorizzazione a procedere che hanno seguito quella Negri sono state in verità decise con una certa sollecitudine e con qualche maggior rigore che nella precedente legislazione. Ma si è trattato di affari di poco conto. Per le questioni di rilievo si è formato subito un fronte "innocentista" compatto ed agguerrito, agguerrito soprattutto e prima di tutto con la tecnica del rinvio. Si rinvia la trattazione in giunta a richiesta dell'interessato, a richiesta del relatore, a richiesta dei componenti della giunta o dello stesso partito dell'interessato; poi si attendono chiarimenti, nuovi documenti "illuminanti", etc. etc.

Ma lo scandalo è soprattutto quello della mancata discussione in aula anche delle autorizzazioni già esaminate in giunta. Solo 9 sedute sono state dedicate dall'aula di Montecitorio alla trattazione di domande di autorizzazione a procedere, comprese quelle dedicate al caso Negri con la decisione su sole 26 domande sulle oltre cento che sono pervenute in questa IX legislatura (in tutta la VIII legislatura ne arrivarono alla Camera circa 120).

Alla grave responsabilità di non fissare, come prescrive il regolamento, all'ordine del giorno dell'aula la discussione delle domande di autorizzazione a procedere la presidente Jotti ha aggiunto anche quella di non decidere una questione regolamentare sollevata dai democristiani nel corso della discussione sul caso La Ganga, lasciando in sospeso per oltre un mese tale delicata questione relativa alla vicenda delle tangenti di Torino. Il caso La Ganga è esemplare: proposta già nella scorsa legislatura, la domanda è stata ripresentata in ottobre, ma non si è riusciti a venirne a capo e non se ne verrà a capo prima delle elezioni europee e delle elezioni anticipate di Torino.

Se parecchie sono le autorizzazioni a procedere ripresentate in questa legislatura perché non definite in quella precedente, un primato spetta all'autorizzazione a procedere (si fa per dire) contro Almirante per ricostituzione del partito fascista, che sta in ballo a Montecitorio da quattro legislature. Insomma se il partito fascista riuscì a rimanere potere per vent'anni, la democrazia non è riuscita in quasi dieci anni a stabilire se è il caso di processare quello che sarebbe il responsabile di averlo resuscitato!

Oltre il caso La Ganga, una serie di domande di autorizzazione a procedere per giudizi "sgraditi" al regime sono ferme sia per le lungaggini della giunta, sia perché ormai da mesi l'aula non vede più tale argomento all'ordine del giorno. Tra queste le autorizzazioni a procedere contro il sottosegretario dc Manfredi (ricettazione di tangenti per il Casinò di Sanremo), contro Amadei (Psdi, petrolieri, nomina del generale Giudice), contro l'ex commissario Genova (Psdi, torture ai brigatisti arrestati).

Il regolamento della Camera prescrive che la giunta delle autorizzazioni a procedere riferisca all'assemblea nel termine tassativo di trenta giorni dalla trasmissione della relativa domanda fatta dal presidente della Camera e che la Presidenza della Camera, trascorso tale termine, nomini tra i componenti della giunta un relatore autorizzando a riferire oralmente "ed iscrive senz'altro la domanda al primo punto dell'ordine del giorno nella seconda seduta successiva a quella in cui è scaduto il termine". Come si è visto certe autorizzazioni a procedere non si scrivono all'ordine del giorno nemmeno della seconda legislatura successiva a quella in cui sono pervenute.

In occasione della discussione sul caso Negri poco mancò che la Camera si dichiarasse formalmente pentita del lassismo precedentemente manifestatosi in atto di autorizzazioni a procedere. Ma, passata la festa, gabbato lo santo.

 
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