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Amici della terra - 25 marzo 1984
UN ANNO DI BIONDI
Primo bilancio della politica ambientale del governo, attraverso le vicissitudini del ministro dell'ecologia

da Adt, agenzia degli Amici della terra

SOMMARIO: Il ministro dell'ecologia, il liberale Alfredo Biondi, non deve avercela con i radicali. La risposta di Mario Signorino alla sua lettera al "manifesto" è giustamente dura. Ma Biondi deve cercare altrove i suoi avversari se vuole costruire una politica ecologica di governo. Se si batterà per essa, scoprirà che siamo al suo fianco per sostenerla, e che saremo i primi a rivendicare per il ministro dell'ecologia tutte le competenze. Non accetti il ruolo di ministro-alibi, e neppure quello di portavoce all'interno del governo di associazioni ecologiche che chiedono il riconoscimento e il finanziamento dello Stato.

(NOTIZIE RADICALI N. 67, 25 marzo 1984)

Quando, al congresso socialista di Verona, Bettino Craxi ha annunciato che dopo le elezioni europee avrebbe chiesto una verifica della politica del governo, il ministro dell'ecologia, Alfredo Biondi, specificò che tale verifica avrebbe dovuto riguardare anche la politica governativa nel campo ecologico.

Da più parti il ministro Biondi è oggetto di critiche. In febbraio, durante il dibattito parlamentare sull'ennesima proroga della legge merli, i radicali gli rimproverarono la sua latitanza e lo invitarono a dimettersi. Poche settimane fa, all'avvio dell'esame in commissione del decreto-legge che affida a Biondi la presidenza del comitato interministeriale incaricato di vigilare sull'attuazione della legge Merli e di quello previsto dal decreto di attuazione della direttiva Cee sui rifiuti tossici e nocivi, il ministro dell'ecologia è risultato ancora una volta assente ed è stato accusato dai comunisti di essere unicamente preoccupato di evitare il confronto parlamentare.

Abbiamo quindi deciso, a undici mesi dalla formazione del governo, di verificare qual è stata l'attività di governo e la presenza parlamentare del ministro dell'ecologia.

Grandi speranze

L'istituzione di un ministro dell'ecologia fu una sorpresa per tutti, tanto che il presidente del Consiglio, nell'annunciare la lista dei ministri del suo governo, si dimenticò di nominarlo. Eppure, le aspettative che tale nomina suscitò nel paese furono notevoli. Nei primi cinque mesi della sua attività, tra il 9 agosto e il 22 dicembre 1983, Biondi ricevette circa 300 inviti a convegni, dibattiti e conferenze in materia ambientale. Non potendo partecipare in 136 giorni a 300 dibattiti, il ministro accettò "solo" 75 di questi inviti. Nel tempo rimanente incominciò a studiare le linee fondamentali del disegno di legge istitutivo del ministero dell'ecologia, presentato alla Camera dei deputati il 26 gennaio 1984.

Passata l'estate, il ministro fu assalito da una valanga di lettere da tutta l'Italia, di cittadini, organizzazioni e partiti che gli segnalavano i più svariati problemi ambientali, chiedendo un suo intervento. Nel solo periodo ottobre-dicembre agli uffici di Biondi arrivarono ben 352 lettere. Da segnalare, tra queste, due lettere della Confindustria che chiedeva una proroga della legge Merli, cosa puntualmente avvenuta da lì a poco, e una dell'Enel sulla centrale di Gioia Tauro in cui si chiedeva che al Consiglio dei ministri dell'ambiente della Cee, a Bruxelles, Biondi non accettasse il testo di direttiva proposto dalla Commissione per la limitazione delle emissioni inquinanti degli impianti industriali, in particolare delle centrali elettriche a carbone.

I disegni di legge presentati da Biondi

In undici mesi, il ministro dell'ecologia ha presentato solo tre disegni di legge: il 27 gennaio quello concernente l'istituzione del ministero dell'ecologia; il 30 maggio quello di conversione del decreto-legge intitolato "Misure urgenti in materia di tutela ambientale", che, nonostante il titolo impegnativo, consiste solo in un passaggio di presidenza dal ministro dei lavori pubblici a quello dell'ecologia; il 15 giugno il disegno di legge per l'abolizione del tiro al piccione, materia sulla quale sin dall'inizio della legislatura erano stati presentati diversi progetti di iniziativa parlamentare mai discussi.

La firma di Biondi compare poi in calce a quattro disegni di legge tra i ministri di cui è stato chiesto il "concerto". In particolare questi provvedimento sono: quello sulla protezione civile, presentato da Craxi e dall'ex ministro per la protezione civile, Vincenzo Scotti, e tre provvedimenti concernenti accordi internazionali sulla protezione del Mediterraneo, presentati dal ministro degli esteri, Giulio Andreotti.

Le presenze parlamentari di Biondi

Le accuse al ministro dell'ecologia di evitare il confronto parlamentare appaiono più che giustificate. Biondi ha sinora partecipato solo alla discussione di un disegno di legge: il provvedimento istitutivo del ministero dell'ecologia. Sinora si sono tenute due sedute alla commissione agricoltura della Camera, che deve esprimere un parere consultivo e che in entrambi i casi ha deliberato un rinvio dell'emissione del parere su richiesta di Dc e Pci. La commissione affari costituzionali, a cui il disegno di legge è stato assegnato in sede referente, si è riunita due volte alla presenza di Biondi che è intervenuto sollecitando un iter parlamentare rapido.

Il ministro dell'ecologia è stato poi presente a due audizioni chieste dalle commissioni agricoltura e lavori pubblici della camera dei Deputati. La prima si è svolta il 26 novembre scorso; la seconda il 14 febbraio e, dopo la relazione di Biondi, è stata rinviata per l'assenza della maggioranza e sinora non è stata ripresa.

I senatori non hanno ancora avuto l'occasione di poter discutere qualche provvedimento in presenza del ministro dell'ecologia.

Le assenze parlamentari di Biondi

Ben più numerose le assenze del ministro Biondi durante la discussione di progetti, che pure lo avrebbero dovuto interessare.

Proroga della legge Merli - Il caso più eclatante è quello riguardante la proroga della legge Merli. Al Senato il disegno di legge fu esaminato in tre sedute dalla commissione affari costituzionali e in Aula in due sedute: il governo fu rappresentato sempre dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giuliano Amato; Biondi non si fece neppure vedere. Alla Camera la commissione affari costituzionali tenne cinque sedute alla presenza dei ministri dei rapporti con il Parlamento, Oscar Mammì, e della funzione pubblica, Remo Gaspari. Durante la riunione della commissione lavori pubblici, che doveva esprimere un parere in merito alla proroga della legge Merli, una delle tante proroghe previste dal provvedimento, il governo fu rappresentato dal sottosegretario al lavoro, Pino Leccisi. L'Aula di Montecitorio tenne due sedute e Biondi intervenne al termine della seconda senza fare alcun riferimento alle modifiche peggiorative e allo slittamento delle scadenze previste che, in sua assenza, il Senato e la camera

avevano apportato. Eppure, il 29 dicembre 1983, uscendo dal Consiglio dei ministri che aveva deliberato il decreto-legge di proroga, il ministro dell'ecologia aveva rivendicato il merito di aver fatto sì che questa proroga non fosse stata concessa "al buio, ma finalizzata al'attuazione definitiva, anche se tardiva, delle scadenze previste".

Una presidenza a Biondi - Un'altra assenza particolarmente criticata è stata quella registrata nella prima seduta della commissione lavori pubblici della Camera incaricata di esaminare, in sede referente, il disegno di legge di conversione del decreto-legge "Misure urgenti in materia di tutela ambientale", di cui Biondi è firmatario e direttamente interessato; il governo era infatti rappresentato dal sottosegretario ai lavori pubblici, Gaetano Gorgoni.

L'elenco non finisce qui ma, per il seguito, ci limiteremo a considerare le sedute delle commissioni di merito, tralasciando quelle incaricate di fornire un parere.

Difesa del suolo - La commissione lavori pubblici della camera, in sede referente, ha tenuto due sedute: il governo era rappresentato dal sottosegretario ai lavori pubblici, Mario Tassone.

Protezione civile - La commissione interni della Camera, in sede referente, ha tenuto due sedute: il governo era rappresentato dal ministro della protezione civile, Scotti, e dal sottosegretario agli interni, Paolo Barsacchi.

Condono dell'abusivismo edilizio - All'uscita del Consiglio dei ministri che promulgò il decreto-legge sul condono edilizio, poi respinto dalla Camera, il ministro dell'ecologia rivendicò il merito di essere riuscito ad escludere dalla sanatoria chi aveva costruito abusivamente in un parco nazionale, su terreni con vincoli idrogeologici, in zone archeologiche, artistiche e storiche. Tuttavia, durante il lungo dibattito parlamentare sul provvedimento, Biondi si è distinto per la sua assenza e il suo silenzio. Nelle 13 sedute della commissione lavori pubblici della Camera, il governo era rappresentato dal ministro dei lavori pubblici Franco Nicolazzi, dai suoi sottosegretari, Gaetano Gorgoni e Mario Tassone e dal ministro della giustizia, Mino Martinazzoli. L'Aula di Montecitorio ha dedicato al provvedimento 17 sedute e Biondi non è mai intervenuto. Al Senato si sono svolte 7 sedute della commissione lavori pubblici, alla presenza del sottosegretario Gorgoni.

Recepimento della direttiva Cee per la conservazione degli uccelli selvatici - La commissione agricoltura del Senato ha concluso l'esame del provvedimento, in sede referente: nelle 5 sedute svoltesi, il governo è stato rappresentato dal sottosegretario all'agricoltura, Giulio Santarelli.

"Legge Rosini" per la depenalizzazione dei reati venatori - La commissione agricoltura della camera ha tenuto una seduta alla presenza del sottosegretario all'agricoltura, Giulio Santarelli. Una seduta ha tenuto anche la commissione giustizia, presente il sottosegretario alla giustizia, Luciano Bausi. Il provvedimento è stato poi assegnato alle due commissioni riunite, che, però, non ne hanno ancora iniziato l'esame.

Piano d'azione per il Mediterraneo - La commissione della Camera, in sede legislativa, ha approvato il disegno di legge in una seduta: il governo era rappresentato dal sottosegretario agli esteri, Bruno Corti.

Finanziamento pubblico di Italia Nostra - Il provvedimento è stato approvato in due sedute dalla commissione istruzione della Camera e in una dalla stessa commissione del Senato, entrambe in sede legislativa: il governo è stato sempre rappresentato dal sottosegretario ai beni culturali e ambientali, Giuseppe Galasso. Va ricordato che il ministro Biondi non è rimasto estraneo al problema perché, come ha affermato nell'intervista pubblicata nel numero 20 di "ADT", è stato lui stesso a premere sul ministro del tesoro, Giovanni Goria, affinché il governo presentasse un emendamento alla legge finanziaria per assicurare la copertura al provvedimento, emendamento presentato al Senato e ratificato dalla Camera.

Finanziamento pubblico di Wwf e Lega ambiente - La commissione agricoltura della Camera, in sede referente, ha tenuto due sedute alla presenza del sottosegretario all'agricoltura, Santarelli.

Esposizione sull'acqua dolce a New Orleans - Il disegno riguardava il finanziamento della partecipazione italiana e nella relazione di presentazione si affermava che "le attività connesse al tema dell'esposizione sono di particolare interesse per il nostro paese". Tra l'altro venivano citati il disinquinamento delle acque, la navigabilità di alcuni corsi d'acqua e un'accorta gestione del territorio. Il provvedimento è stato approvato in due sedute dalle commissioni esteri della Camera e del Senato, in sede legislativa: il governo era rappresentato dai sottosegretari agli esteri, Corti e Mario Fioret.

Il parlamentare interroga ma il ministro non risponde

A questa scarsissima presenza parlamentare corrisponde un altrettanto insoddisfacente comportamento del ministro dell'ecologia nel rispondere agli atti ispettivi dei parlamentari.

Sinora Biondi è stato delegato dal governo a rispondere a 64 interpellanze e interrogazioni: 54 di deputati e 10 di senatori. Il ministro dell'ecologia, che come abbiamo visto non si risparmia nel rispondere agli inviti per dibattiti e convegni, così come alle richieste di interviste dei giornalisti, quando viene interrogato dai parlamentari diventa improvvisamente riservato e, dato il ruolo istituzionale degli interroganti, reticente.

Biondi ha infatti risposto solo a 6 delle 64 interrogazioni rivoltegli. In realtà, lo sforzo del ministro dell'ecologia è stato ancora minore, dal momento che una delle risposte è stata unica per tre interroganti: l'argomento era la decisione della ditta "Unicem" di procedere alla escavazione e allo sfruttamento di un giacimento di calcare in Poggio Cesi, nei monti Coriolani, in provincia di Roma.

Le altre tre risposte fornite dal ministro riguardano la condizione della vegetazione a Grado (Venezia), l'inquinamento del fiume Sacco (Frosinone), il progetto di maxi-campeggio nell'area del Pineto (Roma) da parte di giovani cattolici in occasione dell'anno santo.

Tra le interrogazioni che non hanno ricevuto risposta vi sono quelle che riguardano l'inquinamento e il dissesto geologico del bacino del fiume Arno, l'estrazione abusiva di sabbia nell'isola Rossi sul Po, la concessione alla "Elf" di permessi per la ricerca petrolifera nel tratto di mare antistante la costa amalfitana, la situazione delle coste e in particolare di quelle dell'alto-medio Adriatico, la difesa del suolo nelle zone sarde colpite da incendi, il parziale disboscamento del parco nazionale dello Stelvio, la tutela del patrimonio archeologico di Agrigento minacciato da fenomeni franosi, la ristrutturazione del Servizio geologico.

E ancora: la riorganizzazione amministrativa della tutela ambientale, l'attuazione della convenzione internazionale sull'inquinamento atmosferico, la localizzazione della centrale a carbone di Gioia Tauro, la minacciata localizzazione di una centrale a carbone a Vasto, l'inquinamento da olio combustibile del golfo di Taranto, l'inquinamento del delta del Po causato dalla centrale termoelettrica di Rovigo, lo smantellamento della centrale nucleare del Garigliano, la protezione del litorale laziale degli scarichi della centrale termoelettrica di Rovigo, lo smantellamento della centrale nucleare del Garigliano, la protezione del litorale laziale dagli scarichi della centrale nucleare di Latina, il minacciato deposito di scorie radioattive nel cantone svizzero dei Grigioni, l'eliminazione del piombo dalla benzina da rifiuti industriali.

 
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