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Melega Gianluigi - 14 aprile 1984
DIBATTITO PRECONGRESSUALE: GIANLUIGI MELEGA

SOMMARIO: Intervenendo nel dibattito precongressuale (XXX Congresso del Pr - Roma - 31 ottobre/4 novembre 1984) Gianluigi Melega propone l'impegno di raccogliere, nel 1985, quattro miliardi di autofinanziamento, con la cifra minima di due miliardi entro il 31 gennaio 1985; fine dello sciopero del voto in Parlamento; raccolta di firme per tre referendum, contro il finanziamento pubblico dei partiti, contro il progetto Amx e se possibile contro la caccia. Proponendo una gestione alternativa del Pr per il 1985, Melega si dichiara disponibile ad assumere la segreteria per realizzarla.

(NOTIZIE RADICALI N. 69, 14 aprile 1984)

Propongo agli iscritti al Pr per il 1985 una gestione alternativa a quelle che si sono succedute negli ultimi cinque anni. Mi pare logico, quindi, che "Notizie radicali" mi chieda di esplicitare il più possibile ciò che intendo; anche se siamo, nel momento in cui scrivo, a più di un mese dal congresso.

Dico questo perché toccherò in questo intervento punti molto concreti, solo quelli su cui a oggi ho maturato possibili proposte concrete, riservandomi di inquadrarli in un intervento generale di analisi al congresso, e di modificarli se la discussione precongressuale me lo suggerirà.

Sul partito

Il dato più grave mi pare il deficit. Un Pr in deficit è peggio che chiuso: è in vendita. Supponendo che si possa arrivare al congresso con un deficit di un miliardo, intendo proporre ai compagni l'impegno di raccogliere, nel 1985, quattro miliardi di autofinanziamento, con la cifra minima di due miliardi entro il 31 gennaio 1985. E' una condizione pregiudiziale a qualsiasi tipo di attività politica e, se non raggiungesse il risultato intermedio del gennaio, ritengo si dovrebbe convocare un congresso straordinario in febbraio per mettere il partito di fronte alle sue responsabilità.

"Iscrizioni" - Nel momento in cui scrivo, il numero degli iscritti è inferiore a quello dell'anno scorso. E' l'ennesima riprova che un numero molto alto di cittadini si è iscritto e poi si è allontanato dal Pr, nonostante in questi anni l'impegno prioritario sia stato identico. Penso che questo sia un dato patologico, su cui è bene intervenire: perché il Pr non è piaciuto a uomini e donne che pure, a un certo momento della loro vita, hanno sottoscritto l'impegno di iscrizione? Come primo intervento, per invertire la tendenza, proporrò che si organizzi per i primi di dicembre un convegno - incontro tra radicali iscritti, non iscritti ed ex-iscritti sul tema "Radicali domani".

"Rapporto tra centro e periferia" - E' qualcosa che si lega strettamente al programma del partito per il 1985 (per cui rimando anche a più avanti in questo scritto, là dove si parla del lavoro da fare). Credo che i "dirigenti" del centro abbiano dei doveri di presenza e di disponibilità verso la periferia. Propongo di assegnare ad ogni deputato e a ogni membro di giunta una responsabilità di trait-d'union con una regione e con i nuclei radicali in quella regione per rispondere sollecitamente alle necessità locali quando insorgono (visite alle carceri, sblocco di divieti assurdi o illegittimi, interventi a iniziative di partito, ecc.). E, reciprocamente, garanzia almeno di ascolto per quei compagni di periferia che vogliono investire il centro di qualche loro problema.

"Gruppo parlamentare" - Fine dello sciopero del voto in Parlamento. Adozione, invece, di una tattica di intervento "a gruppo compatto", sui singoli argomenti di battaglie radicali predisposti da noi o che il calendario e l'entità di altri ci porranno di fronte. Per questo, tutti i parlamentari Pr dovranno stare normalmente in Parlamento (e non al partito), quando le Camere siano in sessione. In commissione, in aula, durante le discussioni, quando lo consente il regolamento, i radicali saranno presenti con tutto il gruppo al completo, partecipando alle votazioni su battaglie radicali. E questo soprattutto in momenti collettivi di particolare importanza, come i dibattiti sulla fiducia, sulla legge finanziaria, sui temi come lo sterminio per fame, l'informazione, le pensioni, il traffico d'armi, la droga, le carceri, ecc. Mi si consenta un paragone: dobbiamo essere la biglia d'acciaio che inceppa un meccanismo che sta cercando di stritolare noi e i valori di cui siamo portatori. Per esperienza parlamentare, son

o convinto che se cominceremo a intervenire alla camera tutti e dieci su temi per noi cruciali, la nostra presenza si farà sentire molto, ma molto di più di quanto non sia avvenuto nell'ultimo anno. Come postilla, ricordo che scrivo questo perché alle ultime elezioni politiche si approvò la scelta che il gruppo parlamentare facesse quanto per esso avrebbe deciso il partito.

"Convivenza all'interno del Pr" - Poiché ritengo che l'adesione alla mozione annuale del Pr nasce da esigenze e spinte psicologiche diverse per ognuno degli iscritti, credo sia indispensabile creare un'atmosfera di "convivenza di diversi" all'interno del Pr, in cui non ci siano categorie a merito differente, "storici" e "nuovi", "periferia" e "centro", "professionisti" e "part-time", "democratici" e "nonviolenti". Il partito deve essere come un organo, in cui ogni canna emette il proprio preciso suono, finalizzato a un'armonia d'insieme: se si fanno suonare soltanto poche canne, non si ottiene il risultato ampio e potente che lo strumento può dare. E' impossibile indicare gli strumenti concreti di gestione con cui si può ottenere questo risultato: ma chiunque abbia vissuto qualche periodo di tempo al partito sa che cosa intendo dire.

Sul da farsi

Tralascio in questa sede le analisi politiche. Dico soltanto, in estrema sintesi, che vedo la situazione in continuo aggravamento, col Pr potenzialmente diverso da tutti, e soprattutto da una probabile, prossima nuova "ammucchiata" (quindi, diverso da Dc, Pci, Psi, ecc., ma anche da Dp, sardisti, pseudo-verdi, ecc.). Per me, la sola alternativa democratica e nonviolenta esistente.

"Sterminio per fame" - Anzitutto non dubito che, come impone la mozione, l'esecutivo uscente cercherà sino all'ultimo giorno utile di ottenere l'approvazione della legge Piccoli. Sia che ci riesca, sia che non ci riesca, non per questo l'impegno radicale su questo tema può affievolirsi. Esso ha una carica politica di internazionalismo, di antimilitarismo e di solidarietà tale da imporre a chiunque abbia un minimo di sensibilità e a chiunque creda a ciò che abbiamo detto in questi cinque anni la necessità di continuare a battersi contro questo flagello.

Se la legge Piccoli, quando ci riuniremo a congresso, non sarà stata approvata, essa deve diventare un obiettivo di azione radicale nel 1985. Come, con quali strumenti, con quali scadenze, è qualcosa su cui, prima di pronunciarmi, intendo ascoltare il massimo di opinioni dei compagni.

Mi pare di capire che i compagni parlamentari europei intendono rilanciare questa battaglia da Strasburgo o da Bruxelles, dove lavoreranno. Quale che sia la sorte della legge Piccoli, sul piano politico proporrò che in ogni caso (se ci saranno i fondi) il Pr apra un ufficio, sia pure minimo per personale e spese, a New York, per un lavoro in stretto collegamento con l'Onu.

"Referendum" - Personalmente sono favorevole alla raccolta di firme per due referendum: contro il finanziamento pubblico dei partiti e contro il progetto Amx. Ad essi aggiungerei, se fosse possibile, una formula tecnica capace di evitare un nuovo scippo da parte della Corte costituzionale, un referendum anticaccia. Sono tuttavia incerto nella valutazione politica dello strumento referendum oggi e anche su questo punto sono pronto a modificare le mie opinioni dopo il dibattito con i compagni. E' evidente, inoltre, che i dati sulla militanza e sull'autofinanziamento sono determinanti per una decisione in argomento.

"Leggi di iniziativa popolare" - Credo si dovrebbero approntare quattro testi su cui raccogliere le firme ai tavoli. Uno già esiste ed è la proposta di legge Teodori sulla droga. Con pochi ritocchi essa può diventare lo strumento parlamentare e di dibattito popolare sul tema rilanciato in agosto da Pannella. Gli altri tre, come proposta iniziale di intervento, riguardano l'inquinamento urbano, la devastazione ambientale e le carceri. La prima proposta consiste nell'adottare i vincoli imposti dal governo federale tedesco ai produttori automobilistici, per una drastica riduzione dei gas da combustione (rimedio ritenuto improrogabile anche contro il flagello delle piogge acide). La seconda proposta dovrebbe estendere a tutto il territorio nazionale i vincoli ambientali imposti per i parchi nazionali, cosicché tutti i manufatti (case, strade, impianti industriali, ecc.) debbano essere di volta in volta autorizzati in deroga, attraverso un controllo aggiuntivo del ministero dei Beni Culturali. La terza proposta d

ovrebbe contemplare la risistemazione di tutti i detenuti definitivi in campi di lavoro anziché in carceri. Se il congresso approverà questa linea di indirizzo, i testi andranno approntati dopo un dibattito tecnico approfondito.

"Campagne del Pr su singoli temi" - Credo si debba continuare quella sulla disdetta del canone Rai e lanciare, magari soltanto con un numero fisso di iscritti, quella sull'obiezione fiscale alle spese militari. Ritengo sia poi possibile organizzare una campagna di obiezione fiscale per la quota di denaro pubblico che, attraverso il Coni, viene assegnata alla Federcaccia.

"Leggi presentate per azione di associazioni radicali" - Cito gli esempi più recenti della legge sulla proprietà della prima casa (Associazione radicale per la casa) e contro i contributi Coni alla Federcaccia (Associazione radicale ecologista). Ritengo che il Pr, come tale, debba favorire questo tipo di attività che affianca e non ostacola quella federale. Nell'augurarmi un diverso rapporto, di comprensione e collaborazione, tra centro e periferia, penso proprio a questo tipo di attività delle associazioni locali, su temi che possono essere locali o nazionali, ma che sono comunque posti sul tappeto dalle associazioni radicali o miste radicali-non radicali.

"Elezioni amministrative" - Ritengo che il Pr debba presentare liste di partito (e in alcuni punti il più forti possibile, come a Napoli nel 1984) là dove esista una militanza radicale e dove sia credibile un progetto di intervento radicale sulla realtà locale. Personalmente, ricordando come sia caduta nel nulla la proposta 1984 per liste verdi, penso che anche nel 1985 non sarà possibile partecipare o appoggiare liste che siano veramente "verdi o azzurre": là dove ciò fosse possibile, e dove i compagni locali fossero d'accordo, credo che il Pr dovrebbe appoggiare tali liste. Ma dove non fosse possibile, e si verificassero le due condizioni da me citate, penso che si dovrebbero presentare liste radicali. La valutazione delle circostanze dovrà essere fatta dalla giunta di segreteria e approvata dal Consiglio federale.

Questioni particolari

"Radio radicale, Teleroma e reti collegate" - Credo che l'intera questione dei mezzi di informazione radicali debba essere oggetto di un riesame da parte di una commissione del Pr, che faccia un quadro preciso della situazione societaria, dei rapporti finanziari tra soggetti autonomi e Pr, della gestione giornalistica e politica dei mezzi, avanzando suggerimenti e proposte alla giunta di segreteria.

"Fondi agli Amici della terra, all'Irdisp, al Centro Calamandrei e a un costituendo centro editoriale radicale" - Credo si debba fare tutto il possibile per potenziare al massimo questi centri di attività, con precedenza anche sui mezzi di informazione radicale.

"Rapporto con i "verdi" a livello europeo" - Ritengo si debba avviare al più presto un'azione politica perché la situazione attuale venga superata, senza che prevalgano personalismi.

Questioni personali

Ho proposto una gestione alternativa del Pr per il 1985 e ritengo perciò doveroso dire che sono disponibile ad assumere la segreteria per realizzarla. Penso che le persone siano diverse l'una dall'altra e che sia buona cosa per il partito poter scegliere tra nomi diversi.

Ma, per quel che mi riguarda, non intendo assolutamente trasformare questa ricchezza del partito in occasione di scontri personalistici, magari di povera lega, come è avvenuto in passato. Io ho grandissima stima per i compagni che hanno determinato la crescita e l'esistenza del Pr, a partire da Pannella per finire a Cicciomessere e questa stima non è neppure incignata dal fatto che possiamo avere valutazioni diverse sui metodi, sugli strumenti e anche sui nomi con cui perseguire i valori che tutti portiamo dentro.

Credo sia un grande successo politico del Pr riuscire a esprimere, in libero e leale dibattito, senza tatticismi, senza correntismi, senza piccinerie, delle posizioni diverse, e fondamentalmente identiche, come sono diversi e unica cosa due o più rami dello stesso albero. E' con questo spirito, spirito di chiarezza e di lealtà nella distinzione, ma anche di profondo sentire comune, che io faccio al partito la proposta di una gestione che intende far crescere il Pr così come si può cercare di far crescere un albero, che ogni anno successivo è diverso e uguale a quello dell'anno precedente, e che non cambia mai le proprie radici, ma sì, il proprio profilo o l'ampiezza delle fronde.

 
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