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Faccio Adele - 4 novembre 1984
NONVIOLENZA
di Adele Faccio

SOMMARIO: Risoluzione approvata dal XXX Congresso di Roma (31 ottobre - 4 novembre 1984). Dobbiamo lavorare per riuscire a restituire questa integrità a tutte le espressioni della vita sul pianeta; dobbiamo smettere di avere una fiducia illimitata negli sviluppi della scienza per tendere invece alla evoluzione culturale che conduce alla eliminazione della violenza. Contro l'uso aberrante delle vivisezione noi chiamiamo in causa la violenza contro la vita perchè intendiamo tutelare i grandi equilibri dell'esistenza, della vita, della natura, delle risorse del pianeta.

(NOTIZIE RADICALI N. 72, 10 maggio 1984)

Dentro l'ambito della vita in senso assoluto c'è un ampio spazio radicale che si chiama "nonviolenza". Noi la insegniamo intorno a noi, ma il mondo è talmente pieno di violenza che anche chi abbia recepito a livello culturale questa voce, poi si trova immerso in un bagno di violenza; da quando i confini degli Stati furono tracciati con squadre e righello senza nessuna considerazione per le etnie, o più compiutamente appunto per gli animali, le piante, i sassi e le onde. Dobbiamo lavorare per riuscire a restituire questa integrità a tutte le espressioni della vita sul pianeta. Dalla fame nel mondo, per tutti gli animali - da quelli a due, a quelli a mille gambe - senza offesa per nessuno. Dobbiamo smettere di avere una fiducia illimitata negli sviluppi della scienza; questa concezione settecentesca delle "magnifiche sorti e progressive" dell'umanità deve essere superata e abbattuta, se continuiamo a "distruggere" tutto intorno a noi, e quindi in noi.

Anche a me non interessa la "politica degli uccellini" in sé e per sé. Mi interessa invece la evoluzione culturale che conduce alla eliminazione delle armi, dell'uso delle armi, della violenza, della guerra, della criminalità, che non è una delle "forze della natura", ma invece una delle "non-forze", delle corruzioni, delle violenze contro la natura.

Contro una cultura cieca di distruzione e oppressione

Contro l'uso aberrante della vivisezione - contro gli innesti e contro i trapianti folli, - non chiamiamo in causa la vita, ma la violenza contro la vita. Basta con la violenza.

La vita è forza e decisione, ma equilibrio e calore e intenso sapore dell'esistenza: è spazio, è aria per respirare. E' gioco delle energie positive. Non è scatenamento delle energie negative. Vogliamo rinnovare tutti insieme i modi tradizionali della violenza alla terra, al pianeta nella sua vitalità, nella sua capacità di essere abitato da tutti gli abitanti a pari livello di diritti (e non parliamo solo e sempre di doveri fittizi e troppo spesso fasulli). Il diritto a non essere inseguiti, perseguitati, incarcerati, massacrati, distrutti, vivisezionati, squartati in vivo, assassinati.

Tutelare i grandi equilibri dell'esistenza, della vita, della natura, delle risorse del pianeta

Vogliamo essere tutti insieme conviventi, senza fame, senza dolore, procurato dalla nequizia insegnata all'umanità dalla prevaricazione del potere e dei potenti. Quando lottiamo contro la partitocrazia, lottiamo anche contro gli strumenti con cui questa massacra, tortura, distrugge e disintegra il principio primo della vita: l'amore.

Impegnarsi per difendere la vita e l'amore, come principio primo della vita, significa impegnarsi per difendere tutta la natura, tutta; non solo con il piccolo discorso locale, ma con quello universale del rispetto, della valorizzazione di questo nostro habitat naturale che abbiamo sconvolto con le nostre armi, con la nostra guerra, con la nostra miseria morale.

Ecco quindi le ragioni della nostra lunga storia di impegni sociali sui diritti civili, sui diritti dell'intelligenza e della cultura, della storia e della civiltà.

 
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