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Pannella Marco - 16 gennaio 1985
Trattato dell'Unione
Intervento di Marco Pannella al Parlamento europeo

SOMMARIO. Elogia il "Presidente del Consiglio" perché ha preso l'impegno che il Parlamento collabori "all'attività del Comitato Dooge", così da "partecipare a pieno titolo nel processo formativo della volontà definitiva della Comunità in tema di nuovo trattato". Così vengono dati giudizi negativi sui Trattati di Roma... Si augura che il "Presidente del Consiglio" possa continuare ad operare efficacemente, premendo sui governi "di maggior peso" e cercando di ottenere che la venuta del Presidente Mnitterrand al PE abbia conseguenze positive. Lamenta la mancanza di ogni accenno ai problemi del nord-sud e all'impegno contro l'olocausto.

(DISCUSSIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO, 16 gennaio 1985)

Pannella (NI). Signor Presidente, i minuti a mia disposizione non sono di ordine pantagruelico, ma cercherò di usarli nel modo migliore.

Mi consenta, signor Presidente, mi consenta, signor Presidente del Consiglio in carica, di rivolgermi al Commissario Varfis e alla Commissione.

Dopo la relazione che abbiamo ascoltato stamattina, io consiglierei di chiamare d'urgenza Bruxelles qualora fosse in corso la riunione della Commissione per informare immediatamente la Commissione e il Presidente Delors, a seguito della dichiarazione del Presidente del Consiglio, che hanno sbagliato tutte le analisi. In poche ore, si è verificato che il nuovo Presidente della Commissione ha parlato come un vecchio presidente del Consiglio e il Presidente del Consiglio ha parlato come un nuovo presidente della Commissione, o come almeno abbiamo auspicato che il nuovo Presidente della Commissione parlasse.

Avevamo detto ieri al nostro amico, il Presidente Delors, che in certi momenti osare è prudenza e invece contemplare gli equilibri difficili nei quali ci si trova è un modo per squilibrarsi dinanzi alla realtà che altri si accingono a influenzare.

Oggi ciò è accaduto grazie al Presidente in carica del Consiglio, e sono certamente lieto, signor Presidente, di dire questo in quanto le nostre posizioni politiche nel nostro paese sono di una opposizione leale quanto dura. Sono molto lieto che venga data qui l'occasione, a noi radicali, di dimostrare il nostro modo radicalmente occidentale di intendere i problemi di politica estera di un paese e della Comunità. Io credo che Lei per il momento abbia ben meritato, signor Presidente del Consiglio, per le parole che qui ha pronunciato, perché le parole possono volare, ma possono anche prendere corpo: si tratta di parole da lungo tempo attese.

L'omaggio al Parlamento, visto come è stato pronunciato, non era solamente rituale. Gli impegni che lei ha assunto, signor Presidente del Consiglio, sono impegni mi pare anche semanticamente bene espressi. Abbiamo bene inteso: il Parlamento deve partecipare alle attività del comitato Dooge, deve partecipare come parte a pieno titolo nel processo formativo della volontà definitiva della Comunità in tema di nuovo trattato. I giudizi che sono stati qui espressi sono giudizi chiarissimi sulla insufficienza dei trattati di Roma, mentre il Presidente della Commissione, ancora ieri, riteneva opportuno dire che prudenza voleva invece che si continuasse ad annunciare per i prossimi anni la difesa della verità »vera , quella non storica dei trattati di Roma.

Abbiamo ben inteso, signor Presidente, e ne prendiamo buona nota perché ci auguriamo che tutto questo abbia seguito. Lei ha anche ricordato, e il collega Romeo ed altri colleghi li hanno ben sottolineati, i termini del conflitto che si è aperto, e devo dire che il Consiglio dei Ministri si è onorato oggi con le sue parole, perché riconoscere i propri eventuali errori è proprio di chi ha coscienza della propria forza. L'omaggio che l'istituzione del Consiglio dei ministri ha reso oggi al Parlamento, a proposito di un conflitto grave, dimostra consapevolezza da parte del Consiglio dei ministri e del suo Presidente della forza della nostra istituzione troppo a lungo considerata come peso morto, e anzi come reazionaria nei confronti del cammino federalista o del cammino dell'unione. Invece oggi abbiamo potuto constatare che la scelta è diversa. Abbiamo preso buona nota anche del costante riferimento al trattato che viene ricordato agli altri nove partners.

Ora si tratta di bene operare e noi che conosciamo, signor Presidente del Consiglio, le sue capacità di lavoro, la sua tenacia e a volte la sua testardaggine quando decide di fare qualcosa, forse qui abbiamo ascoltato una buona novella anche per l'Italia. Anziché saperla continuamente in Medio Oriente o in altri luoghi, se lei vorrà portare avanti come sicuramente vorrà fare il programma che ci ha oggi illustrato, lei sarà sempre più costantemente impegnato in Europa, perché l'azione diplomatica sarà un volano essenziale. Lei non potrà non premere, giorno dopo giorno, in un lavoro difficile di cucitura e di tessitura, sui governi di maggior peso, e così probabilmente cercherà di ottenere che il gesto del Presidente Mitterrand, che è venuto qui in questo Parlamento, abbia quest'anno delle conseguenze positive.

Il mio tempo è sul punto di scadere. Vorrei solo notare, signor Presidente del Consiglio, l'omissione relativa ai problemi Nord-Sud e all'impegno contro l'olocausto, contro lo sterminio per fame nel mondo. Io credo che abbiamo il diritto, abbiamo la speranza legittima di attenderci da lei, nella sua replica, la confessione di una momentanea distrazione, perché anche su questo Parlamento e Consiglio potrebbero probabilmente, nei prossimi mesi, creare le basi di quella politica comune della cooperazione e dello sviluppo di cui si sente il bisogno, anziché continuare nel fallimento di dieci politiche dello sviluppo, più una, che ha caratterizzato questi anni. Grazie, signor Presidente, auguri di buon lavoro al Consiglio e anche alla Commissione che già da adesso, come ho detto, deve rivedere coraggiosamente le errate analisi con le quali ieri si è presentata qui.

 
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