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Sciascia Leonardo - 14 gennaio 1987
Una cultura antimafia
di Leonardo Sciascia

SOMMARIO: Il comunicato del cosidetto Coordinamento Antimafia dimostra che sulla lotta alla mafia "va fondandosi o si è addirittura fondato un potere che non consente, dubbio, dissenso, critica." Come se fossimo nel 1927. Il Coordinamento ha criticato infatti con violenza il precedente suo articolo (del 10 gennaio) che era solamente "un richiamo alle regole, alle, leggi dello Stato e alla Costituzione". Per quanto riguarda il dottor Borsellino, le critiche sollevate su di lui non riguardavano la sua competenza, ma "le modalità della sua nomina", apparse "preoccupanti". Per evitare equivoci, l'a. cita infine la sentenza di un processo istruito proprio da Borsellino, in Corte d'Assise di Palermo, sentenza che ha mandato assolti gli imputati con argomentazioni che "nessuna persona onesta e intelligente rifiuterebbe di sottoscrivere".

(CORRIERE DELLA SERA, 14 gennaio 1987)

Il comunicato del cosiddetto Coordinamento antimafia è la dimostrazione esatta che sulla lotta alla mafia va fondandosi o si è addirittura fondato un potere che non consente dubbio, dissenso, critica. Proprio come se fossimo all'anno 1927.

Nel mio articolo di sabato 10 gennaio, c'era in effetti soltanto un richiamo alle regole, alle leggi dello stato, alla Costituzione della repubblica: e questo cosiddetto Coordinamento frangia fanatica e stupida di quel costituendo o costituito potere risponde con una violenza che rende più che attendibili le mie preoccupazioni, la mia denuncia. Ne sono soddisfatto: si sono consegnati all'opinione di chi sa avere un'opinione, nella loro vera immagine. Ed è chiaro che non da loro né da chi sta dietro a loro e ne è riconoscibile (si dice per dire) lo stile verrà una radicale lotta alla mafia. Loro sono affezionati alla "tensione", e si preoccupano che non cada. Ma le "tensioni" sono appunto destinate a cadere: e specialmente quando obbediscono a giochi di fazione e mirano al conseguimento di un potere. In quanto al dottor Borsellino, non ho messo in discussione la sua competenza, che magari può essere oggetto di discussione per i suoi colleghi; sono le modalità della sua nomina che mi sono apparse e mi

appaiono preoccupanti. Ed è proprio nella sentenza di un processo che mi pare sia stato appunto istruito dal dottor Borsellino, sentenza pronunciata dalla corte d'assise di Palermo, seconda sezione, il 10 novembre dell'anno scorso, che trovo la migliore ragione, perché non ci si acquieti agli intendimenti del cosiddetto Coordinamento.

Una sentenza che ha mandato assolti gli imputati e in cui ad un certo punto si legge: "Non può essere consentito al giudice lo stravolgimento delle regole probatorie da applicare solo ai processi di mafia; necessita sempre un serio e rigoroso controllo di tutti gli elementi del reato: le prove devono assumere carattere di certezza e gli indizi devono essere concordanti ed univoci; non c'è ingresso nel processo penale ai semplici sospetti e alle generiche opinioni. La lotta concreta al crimine potrà essere fatta solo con la seria utilizzazione degli strumenti normativi." Parole che credo nessuna persona onesta e intelligente rifiuterebbe di sottoscrivere.

 
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