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Pannella Marco - 31 marzo 1987
Se si vota in anticipo...
di Marco Pannella

SOMMARIO: Se non si sciolgono in anticipo le Camere, è impossibile non approvare subito le riforme delle pensioni, del processo penale e civile, dell'Amministrazione e fiscale. Se non si vota in anticipo, tre grandi uomini politici finiranno tra i robivecchi: Almirante, De Mita e Spadolini. Se si vota in anticipo, Craxi e il Psi pagheranno il prezzo dell'errore strategico compiuto con una scelta di unità nazionale per l'elezione del Presidente della Repubblica.

(IL GIORNALE D'ITALIA, 31 marzo 1987)

»Caro Direttore, se non si vota in anticipo, se c'è ancora un anno di attività parlamentare, sarà difficile che non si votino la riforma pensionistica, quella del processo penale, civile, amministrativo, qualcosa sulla riforma della pubblica amministrazione e fiscale. Altrimenti, si ricomincerà fino allo scioglimento, di nuovo anticipato, delle Camere, che avranno quindi votato solo la pletora di leggine partitocratiche, che riducono lo Stato ad un ammasso di clientele e distruggono il tessuto connettivo della società, oltre che delle istituzioni.

Se non si vota in anticipo, tre »grandi uomini politici finiranno tra i robivecchi: oltre ad Almirante, ci libereremo delle »dittature , grottesche e irresponsabili, di De Mita e di Spadolini. Essi hanno eccelso nello sfascismo, nell'abuso dei loro stessi partiti, ridotti a monolitismi indecorosi, nella gestione egoistica della cosa pubblica e del bene politico ed ideale. Se si vota subito i loro congressi (per quanto riguarda il Pri ed il Msi) o organi direttivi, non potranno che convalidare la loro dittatura anche in periodo elettorale, fare eleggere i loro, e raccogliere i cocci della distruzione sistematica del quadro politico ed ideale che hanno concorso a fare, malgrado l'apporto di onestà e di ideali che comunque viene dalle loro basi, dai cittadini che fanno fiducia alla Dc, al Msi, al Pri.

Se si vota in anticipo, Craxi e il Psi pagheranno purtroppo, e ci faranno pagare, a tutti, in tal modo, a prezzo di una legislatura andata all'aria, al prezzo delle pensioni, della fiscalità giusta, l'errore strategico che hanno compiuto con una scelta di »unità nazionale , al momento dell'elezione del Presidente della Repubblica, al momento in cui si sarebbe dovuto fare una crisi su una politica economica, quella di gran parte della Dc, totalmente incapace di affrontare il mostruoso bilancio del debito pubblico, di aiutare la parte povera, di nuova e antica povertà, del nostro paese.

Se si vota in anticipo, occorrerà far fronte a mesi, e forse anni, di risse e di caos. Occorrerà che la gente onesta e capace che ha saputo tenersi fuori dal mercato partitocratico, che ne è stata vittima, di quale estrazione che sia, cerchi di unirsi il più possibile, per restare libera, responsabile, e divenire più efficace nella propria azione. E starà al Partito Radicale di dare questo servizio, e di sollecitarlo, con disinteresse di partito, cioè con l'interesse superiore del bene di tutti. E i lettori di questo giornale, a quale famiglia ideale appartengano, sapranno sicuramente farlo.

 
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