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Partito radicale - 26 aprile 1987
Mozione generale del XXXIII Congresso (straordinario) del PR
Roma, 25 e 26 aprile 1987

SOMMARIO: Il XXXIII congresso straordinario viene convocato per tentare di impedire lo scioglimento anticipato delle Camera e il conseguente rinvio dei referendum sulla responsabilità civile dei giudici e sul nucleare. La mozione congressuale indica le iniziative per scongiurare simile "jattura"

MOZIONE GENERALE

Il XXXIII Congresso del Partito radicale, riunito a Roma il 25/26 aprile 1987

considerata la maggior forza che la crescita del Partito radicale e le intese e gli accordi laici e democratici raggiunti con i partiti liberale, socialdemocratico e socialista, assicurano a quanti lottano per un esito democratico della crisi partitocratica, per una Riforma del sistema politico ed elettorale, e l'affermarsi nell'opinione pubblica della consapevolezza che riforme radicali sono necessarie ed urgenti;

considerata la forza e l'ampiezza del fronte di forze che hanno raggiunto le posizioni pro-referendarie del Partito radicale , e di quelle che tuttora dichiarano di essere favorevoli alla tenuta dei referendum già indetti e convocati;

rivolge un appello e un invito pressante a tutti i partiti e all'opinione pubblica perché la jattura di nuove elezioni anticipate, con il rinvio conseguente e dei referendum e dell'approvazione di leggi e riforme ormai pronte, che attendono da decenni di essere approvate, sia scongiurata;

invita i parlamentari democratici a conferire la fiducia del Parlamento al governo Fanfani, onde la legislatura, i referendum, leggi attese dai cittadini siano fatti salvi;

rivolge al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio, ai Presidenti delle Camere l'invito rispettoso ma fermissimo a escludere tassativamente ogni possibilità di liquidazione di un Parlamento che votasse la fiducia al Governo, eventualità che il Partito radicale denuncia presentare caratteristiche di un vero e proprio attentato e tradimento della Costituzione repubblicana, tanto più nelle surricordate, peculiari condizioni presenti;

invita il Psi, il Psdi, il Pli, in coerenza con gli impegni comuni fin qui assunti, di difesa della Costituzione, del Parlamento, dei referendum convocati, dei diritti civili e politici dei cittadini, a sostenere sia con il loro voto senza riserve o condizioni, sia rifiutando provocazioni od opposizioni prive di valore cogente e costituzionale, il Governo Fanfani;

delibera la presentazione in eventuali elezioni anticipate di liste del Partito radicale alla Camera;

propone la formazione per il Senato di un Fronte per la Riforma comune a tutte le forze laiche, socialiste, liberali, repubblicane ed ecologiste e solo in subordine autorizza la presentazione di candidati radicali al Senato;

il 33· Congresso del Partito radicale,

nel caso in cui i comizi elettorali fossero convocati in seguito al compimento di atti contrari alla Costituzione, sostanzialmente golpisti, realizzati dal Partito della Democrazia Cristiana con la complicità del Msi e del Pci, e la colpevole, interessata, neutralità di altri;

impegna gli organi statutari, tutti i radicali, tutti i democratici a mobilitarsi per rispondere con il massimo di forza e di nonviolenza all'attacco antidemocratico con cui si torna a colpire il nostro paese da parte della Dc;

delibera la non presentazione di liste del Partito radicale, in quanto tale, con il simbolo del PR, come rifiuto di ogni legittimazione della legalità, della democraticità, della regolarità di tali atti e dei comizi elettorali stessi, che dovranno esser considerati pura occasione di lotta politica non istituzionale, per la difesa e la liberazione delle istituzioni dalla occupazione partitocratica della DC, in modo determinante consentita dal PCI anche in questa occasione;

delibera il sostegno pieno, politico ed elettorale, mediante accordi, ai partiti laici che avessero saputo opporre tutta la forza e la decisione necessaria, nei prossimi giorni e nelle prossime ore, a tale jattura, in particolare votando senza riserva alcuna, con assoluta pienezza, la fiducia al Governo Fanfani, senza alibi né giustificazioni possibili da trarre da eventuali "provocazioni" del Governo stesso in sede di replica alla Camera, e di dichiarazioni al Senato, e sottoscrivendo o facendo propria la mozione di fiducia radicale depositata alla Camera.

 
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