SOMMARIO: Elenco delle proposte di legge presentate dai Federalisti alla Camera per l'istituzione di commissioni d'inchiesta.
(Notizie Radicali n· 165 del 21 luglio 1987)
Commissioni di inchiesta
Tra le proposte di legge presentate cinque riguardano l'istituzione di commissioni di inchiesta su fatti e vicende a dir poco torbide che hanno caratterizzato la vita politica e civile e soprattutto l'attività di alcuni settori del paese. Fatti e vicende delle quali appare difficile appurare le responsabilità, una difficoltà dovuta alla mancanza di volontà politica nell'affrontare con serietà e rigore deviazioni e commistioni anche se compiuti da esponenti politici o strutture istituzionali. Sinteticamente le cinque commissioni di cui si richiede l'istituzione sono:
- SUI "FONDI NERI DELL'IRI E DELLE SOCIETA' COLLEGATE; si tratta di alcune centinaia di miliardi sottratti ai bilanci di enti pubblici per mettere in atto la più grande opera di corruzione dell'ultimo quindicennio per entità e per livello istituzionale implicato.
Già dall'indagine penale traspaiono alcuni nomi dei destinatari dei fondi, nomi di giornali e giornalisti, mentre voci e indiscrezioni parlano del coinvolgimento di uomini politici e partiti.
- SUL "CASO CIRILLO"; la vicenda dell'assessore democristiano della Regione Campania rapito dalle Brigate Rosse il 27 aprile e rilasciato il 24 luglio 1981. Negli ottantanove giorni che intercorrono fra il sequestro e il rilascio si sviluppa una fitta rete di incontri, pressioni e trattative che coinvolse direttamente capi del terrorismo organizzato nelle Brigate Rosse, uomini della camorra dentro e fuori le carceri, dirigenti dei servizi segreti e vide la partecipazione -diretta e indiretta- di uomini politici.
- SULLA STRAGE DEL 12 MAGGIO 1977; mentre era in corso la raccolta di firme per i referendum promossi dal Partito radicale, a Roma, il 12 maggio -data della vittoria sul divorzio- gli uomini della polizia, dei carabinieri, della guardia di finanza e della squadra mobile ricevettero l'ordine di impedire lo svolgimento della "festa" a piazza Navona e della raccolta delle firme, coinvolgendo tutto il centro storico della città. Millecinquecento uomini alla caccia di chiunque, "manifestante" o passante, circolasse a piedi, potesse essere sospettato di avere intenzione di recarsi a piazza Navona. In quella circostanza la polizia fece largo uso di armi da fuoco, di lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo, di agenti in borghese travestiti da "autonomi", armi improprie e pistole non di ordinanza. Il risultato della "brillante" operazione di guerra fu la privazione della vita a una giovane, inerme ragazza di diciotto anni: Giorgiana Masi.
Di tutta la vicenda vi è stato un sostanziale e gravissimo insabbiamento della verità anche in sede processuale nonostante il copioso materiale messo a disposizione dalla parte civile (cinquantacinque testimonianze, centinaia di fotografie, due filmati, perizie balistiche).
A ciò si aggiunga l'indecoroso comportamento dell'allora ministro degli Interni Francesco Cossiga, costretto, davanti alle prove fornite ogni giorno dalla stampa, a smentire giorno dopo giorno le menzogne che era costretto a dire persino al Parlamento: i "manifestanti" avevano aggredito la polizia; non c'erano agenti in borghese travestiti da "autonomi" e non erano armati; non avevano le P.38; non avevano sparato...
- PER L'ACCERTAMENTO DELLE VIOLAZIONI DELLE NORME RELATIVE ALL'ESPORTAZIONE, IMPORTAZIONE ED AL TRANSITO DI MATERIALI DI ARMAMENTO;
mentre è urgente approvare in tempi rapidi una normativa che finalmente stabilisca criteri, procedure e sanzioni per le violazioni dell'attività commerciale di armamenti, allo stesso tempo si impone lo strumento della Commissione parlamentare di inchiesta per far emergere quella trama sotterranea formidabile di illegalità che sono state realizzate con il traffico di armamenti.
- SULLA STRAGE DI PETEANO;
la vicenda relativa alla strage di Peteano del 30 maggio 1972 ha rappresentato il più misterioso evento stragista della lunga catena degli anni '70.
In essa sono stati coinvolti esplicitamente elementi dell'eversione di destra con la copertura dei servizi segreti (Sid) e di apparati dello Stato quali la magistratura e gli organi di polizia.
Anche il segretario del Msi, Giorgio Almirante, ha ricevuto ripetutamente comunicazioni giudiziarie per la copertura e l'aiuto dato ad uno dei responsabili, Cicentini, in fuga dall'Italia. Un nuovo e decisivo processo si sta svolgendo in questo periodo.