SOMMARIO: Un appello a votare sì nei referendum sull'inquirente e sulla responsabilità civile del magistrato firmato da varie personalità del mondo della cultura.
(Notizie Radicali n.300 del 31 agosto 1987)
La questione giustizia e la disfunzione della macchina giudiziaria sono da tempo -in Italia- al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica.
Da molti -troppi- anni giacciono in Parlamento progetti di riforma dell'ordinamento giudiziario e del processo civile e penale. Il ritardo nel varo di riforme di tale importanza incrina il principio dell'imparzialità del giudice, aumenta i rischi di inquinamento degli apparati giudiziari, e, di conseguenza, riduce le garanzie di libertà dei cittadini.
I referendum non mirano tanto a creare vuoti normativi, quanto a mobilitare l'opinione pubblica intorno a una questione che tocca i principi fondamentali della nostra democrazia e intorno a scelte e decisioni che non possono subire ulteriori rinvii.
Il referendum diretto alla riforma dell'Inquirente mira a cancellare uno degli aspetti più discutibili della giustizia politica e a superare un odioso privilegio, sempre meno riconducibile alla garanzia della funzione pubblica.
Il referendum sulla responsabilità civile del magistrato mira ad eliminare un anacronistico privilegio, e ad equiparare -sotto il profilo della difesa del cittadino- la funzione del giudice a quella degli altri organi investiti di poteri pubblici.
Il disegno generale che lega i referendum è dunque nel senso di una giustizia più giusta perseguita attraverso il rafforzamento dell'indipendenza del giudice e la difesa delle libertà del cittadino.
Leonardo Sciascia
Massimo Severo Giannini
Nicola Matteucci
Lucio Colletti
Renato Calderoni
Roversi Monaco
Gianni Vattimo
Antonio Rossi
Salvatore Veca
Domenico Rea