di Marco De Andreis e Paolo MiggianoSOMMARIO: Memorandum a proposito del bilancio preventivo presentato dal Ministero della difesa per il 1988, in occasione del dibattito parlamentare su questo argomento.
(IRDISP - Memo - ottobre 1987)
Il bilancio di previsione della Difesa per il 1988, proposto dal Governo, reca spese per 21.000 miliardi di lire. Facendo cosi' registrare un incremento del 9,4% in moneta corrente e uno del 4,7% in moneta costante sul corrispondente ddl del precedente esercizio finanziario. Rispetto al bilancio di previsione 1987 approvato dal Parlamento, il ddl di quest'anno fa invece registrare un incremento monetario del 9,9%. L'IRDISP ritiene, comunque, che il confronto corretto sia il primo per motivi di omogeneità: la legge approvata del 1988 non è ovviamente ancora disponibile.
Dall'anno scorso, l'esecutivo ha deciso per un doppio regime così fatto: le spese in conto capitale possono aumentare secondo una percentuale pari, in termini reali, al previsto aumento del Prodotto Interno Lordo (PIL); quelle correnti devono invece rimanere stazionarie, cioè non crescere più del tasso di inflazione. Quest'anno la crescita prevista del PIL - secondo la RELAZIONE PREVISIONALE... - è del 2,8%; il tasso d'inflazione invece dovrebbe essere, nelle speranze del governo, pari al 4,5%.
Sempre a partire dallo scorso anno, il governo ha tentato di accreditare la tesi secondo cui le spese in beni e servizi della Difesa sono assimilabili alle spese in conto capitale. Tutto ciò allo scopo evidente di garantire, comunque, alle spese militari un trattamento di favore rispetto ad altri ministeri.
L'aumento in moneta costante, essendo pari al 4,7%, è persino superiore al 2,8% di previsto aumento del PIL. La differenza tra i due aumenti è pari a 387 miliardi di lire correnti.
Il confronto tra il bilancio di previsione della Difesa e la spesa militare italiana secondo la definizione NATO (i diversi criteri alla base dei due concetti sono spiegati in L'ITALIA E LA CORSA AL RIARMO, pp. 190-5) mostra per il 1986 (l'ultimo anno per cui è possibile tale confronto) una differenza pari a circa 2.500 miliardi di lire. Ciò significa che nel discutere un bilancio di 21.000 miliardi, si sta in realtà decidendo di una spesa militare di circa 23.500-24.000 miliardi.
Un terzo confronto va fatto tra l'aumento del 3% - annuo e in termini reali - concordato in sede NATO nel 1978 (spesa ipotetica) e l'aumento realmente avvenuto nei bilanci di previsione della Difesa.
Da questo confronto risulta che l'Italia ha piu' che onorato quell'impegno. Fatta infatti la differenza tra la spesa ipotetica e quella realmente effettuata, risulta una maggiore spesa rispetto all'impegno NATO di 3.999 miliardi del 1978, che corrispondono a 12.425 miliardi del 1988. Di tanto si potrebbe tagliare l'attuale bilancio della difesa, pur continuando ad onorare gli impegni presi in sede NATO.