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Taradash Marco, Vecellio Valter - 16 novembre 1987
Droga: l'altro spaccio
di Marco Taradash e Valter Vecellio

SOMMARIO: Le reazioni della stampa scritta alla proposta di legalizzazione della droga avanzata da Marco Pannella.

(Notizie Radicali n· 266 del 16 novembre 1987)

Venerdì 14 agosto 1987

Marco Pannella scrive un lungo articolo che viene pubblicato dal quotidiano romano Il tempo: si rilancia la proposta, avanzata tre anni fa dalle colonne del Corriere della Sera, di una campagna antiproibizionista della droga: si annuncia anche l'intenzione di costituire una Lega antiproibizionista internazionale contro la droga e la criminalità. E' un lungo articolo, ricco oltre che di considerazioni politiche -opinabili e discutibili certamente, come tutte le opinioni-, anche di "notizie": si informa che la "bizzarra" proposta antiproibizionista vanta un sostenitore insospettabile, Milton Friedman, il repubblicano reaganiano, leader dei Chicago boys, editorialista di newsweek e premio Nobel per l'economia. E si rivela anche al direttore generale dell'Interpol, Mr. kendall, nel corso di una hearing della Commissione speciale del Parlamento europeo per i problemi della droga, Pannella pose una domanda: "Mr. Kendall, se fossimo qui riuniti in quanto capi di `Cosa Nostra', decideremmo di sostenere una campagna

antiproibizionista o una invece in difesa dello status quo, del regime proibizionistico?".

La risposta, dice Pannella, "fu probabilmente difficile, tormentata, chiarissima, ma laconica. Lascio ciascuno indovinare quale".

La direzione del Tempo, contraria alle posizioni di Pannella, pubblica l'articolo riconoscendo -avverte- la forte carica positiva e certamente l'onestà degli intenti, tesi a riportare in primo piano un argomento così importante come la lotta senza quartiere alla droga. Viene anche pubblicato u articolo di Geno Pampaloni: "Non mandiamo allo sbaraglio una generazione". Pampaloni dice: "No al lassismo, l'unica cura è l'affetto, c'è un problema della persona dietro un dramma sociale". Posizione nella quale si riconosce la direzione del Tempo.

L'articolo di Pannella, anticipato dall'agenzia »Notizie Radicali , e rilanciato dalle agenzie di informazione, è pressoché ignorato. Solo qualche quotidiano (Il giornale, Il giornale di Napoli, Corriere della sera...) pubblicano trafiletti nei quali si riferisce sommariamente della proposta di Pannella. Distrazione estiva?

Martedì 18 agosto

Ore 11,30, sala stampa di Montecitorio, conferenza stampa di Marco Pannella. Ai giornalisti viene distribuito un testo di sette cartelle in cui si indicano le ragioni che lo hanno indotto alla promozione della Lega e se ne indicano gli obiettivi; inoltre Pannella ne fa un riassunto a voce rispondendo poi ad alcune domande. Una in particolare: "Qual è la proposta concreta, in termini di diritto positivo?". Pannella replica che non c'è né può esserci alo momento: l'impegno della Lega sarà di natura abrogativa dell'attuale politica proibizionista fino a quando -nell'arco prevedibile di almeno cinque anni- non sarà stato raggiunto fra le forze politiche e sociali, e su scala internazionali (europea e nordamericana) un consenso di massima sulla necessità di retrocedere dall'attuale impostazione politica. Inoltre precisa: la sua non è la proposta della "droga libera", se per questo si intende senza controllo, ma al contrario di una regolamentazione per legge delle varie fasi dalla produzione al consumo. La droga i

n realtà è libera oggi -dice Pannella- in quanto gestita dalla criminalità al di fuori di qualsiasi forma di controllo.

L'iniziativa di Pannella può essere giudicata, naturalmente con pari legittimità e diritto di cittadinanza, giusta o sbagliata, opportuna o dannosa. Ma costituisce pur sempre la formale proposta di un leader di un partito su una questione drammatica che coinvolge milioni di persone, con un giro economico di migliaia di miliardi.

Lo stesso giorno della conferenza stampa di Pannella, il patron della comunità di San Patrignano, Vincenzo Muccioli, diffonde una lettera di dura polemica con i radicali e con Pannella in particolare. Muccioli rifiuta perfino di discutere la proposta radicale, la dichiara sepolta e invita Pannella alle dimissioni da deputato. La lettera viene pubblicata integralmente o per ampli stralci, sotto forma di articolo redazionale da: Il resto del carlino, Il messaggero, Il giorno; soltanto Il tempo ne precisa la natura di lettera aperta; tutti gli altri quotidiani -e non se ne contesta la decisione- pubblicano ampi estratti. Opposta la sorte della conferenza stampa. Tempo e Giornale di Sicilia pubblicano resoconti ampi e corretti, ma sono mosche bianche. Resto del carlino, Giorno, Mattino, Messaggero, Corriere della sera, Repubblica, Giornale d'Italia, Secolo XIX, Manifesto, Paese sera, Nazione, La Sicilia, Unione sarda, Nuova Sardegna, Lavoro, Gazzettino, Arena pubblicano articoli di routine, molto spesso simili,

essendo un assemblaggio delle varie notizie di agenzia. Dalle due alle quattro cartelle più o meno equamente divise tra Pannella e Muccioli. Altri (e si citano come esempio La stampa e Il piccolo) se la cavano con trafiletti "nascosti" tra le "brevi" incentrati sulla posizione di Muccioli.

Il giornale, fin dalla prima ora sostenitore di San Patrignano, pubblica anche una corrispondenza della comunità, firmata Beppe Gualazzini: e la posizione di Muccioli ha modo di manifestarsi ampiamente. Il giornale di Vicenza, Il centro, La gazzetta di Parma, "correttamente" pubblicano solo la presa di posizione di Muccioli. Tre delle quattro colonne che la Gazzetta del Sud dedica all'argomento, sono riservate a Muccioli.

E i giornali di partito? L'Avanti! pubblica la notizia tra le brevi. Il Popolo pubblica un articolo di taglio sostanzialmente contrario all'iniziativa. L'unità pubblica un resoconto sostanzialmente corretto, anche se non sa sottrarsi ad un minimo di "colore": dal "cilindro estivo" di Pannella " rispunta una proposta che potrebbe avere la forza suggestiva dell'uovo di Colombo" (ma è niente rispetto a quello che in passato si poteva leggere sul quotidiano comunista a proposito di Pannella e del Pr). L'Unità comunque è tra i pochi quotidiani che riferiscono anche delle prime prese di posizione di altri esponenti politici; da Aldo Bozzi, liberale a Flavio Orlando socialdemocratico; fino a Fabio Alberti (Dp) e Luciano Violante, Giovanni Berlinguer e Antonello Trombadori (comunisti).

Ma, come sappiamo, e come è opinione comune fra gli addetti ai lavori, la linea di un giornale si esprime, oltre che direttamente attraverso i commenti, indirettamente -e con maggior efficacia- attraverso la gerarchia delle notizie e la loro titolazione. Se scorriamo i giornali di mercoledì 19 agosto, troviamo che nessun giornale ha l'articolo sulla conferenza stampa di Pannella in prima pagina, soltanto quattro hanno un richiamo in prima, molti relegano la notizia fra le brevi. Ma, indipendentemente dal maggior o minor risalto che alla notizia stessa viene data nella gerarchia informativa della giornata, vogliamo domandarci se titolo e costruzione della notizia si attengono o no a quella che, nel codice semiologico, viene definita la "funzione referenziale" (quella cioè che mira alla massima comprensibilità del messaggio informativo), o se invece non prevalga generalmente, una "funzione referenziale", di tipo cioè persuasivo, tanto da far ritenere che agisca una precisa intenzionalità.

La rassegna dei titoli rivela che i quotidiani attuano almeno tre strategie informative:

a) pongono al centro del resoconto la notizia, cioè la proposta radicale, e a corollario le reazioni alla stessa;

b) equiparano la proposta radicale ad una fra le reazioni (quella di Vincenzo Muccioli -Marco dimettiti- è il titolo che spesso ricorre);

c) antepongono ed enfatizzano una fra le reazioni (quella di Muccioli) rispetto alla proposta radicale. La notizia quindi diventa strumentale rispetto al messaggio che il giornale vuole proporre ai suoi lettori. Questa strategia assume una chiarezza assoluta quando il giornale (e sono in cinque a farlo, come abbiamo visto) pubblica, spesso sotto forma di articolo, una lettera aperta di Vincenzo Muccioli, dedicandogli assai più spazio rispetto al resoconto sulla conferenza stampa.

Pochi sono i giornali che appartengono al primo gruppo: Giornale d'Itali, Avanti!, Il Giornale di Sicilia, Il Manifesto, L'Unità, Il Secolo XIX, Il Mattino, Il Lavoro. La gran parte dei giornali si divide infatti fra gli altri due gruppi: IL Messaggero, Il Corriere della Sera (che si premura di prendere ulteriormente le distanze dalla proposta, definendola già nel titolo "singolare tesi"), Il Popolo, Il Tempo, la Repubblica, Il Giornale, La Nazione, La Sicilia, L'Unione Sarda affiancano la notizia alla reazione di Muccioli. Nella generalità dei casi è questa a prevalere anche in termini di spazio. Ancor più numerosi, infine, i giornali che attuano una strategia liquidatoria dell'informazione di base e titolano direttamente su Muccioli: in prima fila La Stampa (che per giunta relega la "notizia" fra le "brevi dall'Italia" sotto questo titolo "Bertuzzi rinuncia a contestare i crocifissi", dedicando in tutto una riga e mezza alla conferenza stampa di Pannella), poi Il Giorno, Il Resto del Carlino, Paese Sera, I

l Giornale di Vicenza, la Gazzetta del Mezzogiorno, La Gazzetta di Parma, Il Giornale di Napoli, Il centro, l'Arena, La nuova, Il Gazzettino, Il Piccolo.

Il panorama complessivo della stampa italiana all'indomani della proposta di Pannella suggerisce dunque una prima conclusione provvisoria: i giornali danno -generalmente- poco valore in sé alla proposta e quindi: a) limitano al massimo l'informazione su di essa: b) ne avvertono il rischio per la società e quindi tentano di esorcizzarla. Una discussione che si apre su queste basi corrisponde -vogliamo domandarlo a coloro che in Italia hanno accesso ai mezzi di comunicazione di massa- ai principi di una società aperta, non soffocata dai pregiudizi culturali o confessionali, e che voglia cercare attraverso l'esercizio della libera critica una soluzione pragmatica ai propri problemi? E può preludere ad un dibattito effettivo, non viziato in partenza dalla falsa rappresentazione delle tesi in campo?

Mercoledì 19 agosto

Pannella risponde alla lettera aperta di Muccioli e alla stampa "in gran parte priva di moralità che usa Muccioli ogni volta che non si sa o non si vuole aprire un serio dibattito sul "flagello della droga". Logica vorrebbe che alla replica venisse riservato uno spazio e un trattamento analogo a quello concesso alla lettera di Muccioli. Chi lo pensa sbaglia: nessuno fra i giornali di giovedì 20 agosto ritiene di pubblicare integralmente la nota di Pannella. Comportamento stravagante come minimo.

Altrettanto stravagante e strano quanto accade giovedì 20 agosto: il Cnca, Coordinamento nazionale comunità accoglienze, federazione di più di cento gruppi distribuiti su tutto il territorio nazionale, articolato in cooperative, comunità, centri di ascolto e centri studio, presieduto da don Luigi Ciotti, prende ufficialmente posizione: "Preso atto della proposta della Lega internazionale antiproibizionista contro la droga e la criminalità, finalizzata a stroncare il mercato clandestino delle sostanze stupefacenti e a controllarne l'uso, promuove la proprio interno un seminario di lavoro con la Lega stessa che si svolgerà nella seconda metà di settembre". E' una voce in netta dissonanza con l'unanimità di coloro che sono stati fino a questo momento ascoltati dai giornali, e viene per giunta dal cuore del mondo più direttamente coinvolto nel recupero dei tossicodipendenti. Eppure, nonostante che Pannella a sua volta dichiari di condividere in toto il documento e di accettare la collaborazione proposta, nessun

giornale pubblica integralmente il documento (appena una cartella, contro le almeno cinque della lettera aperta di Muccioli di due giorni prima) e soltanto un paio di quotidiani (Il Giornale d'Italia, Paese Sera) ne da notizia con un minimo di risalto.

Repubblica riferisce però ampiamente che Pannella è stato denunciato dal presidente dell'Associazione vittime della droga di Verona (notizia che sarà ripresa, chissà perché, quattro giorni dopo dal Corriere della Sera).

L'attenzione di molti giornali viene però assorbita dallo scontro televisivo, sul Tg2, fra Pannella e Muccioli, che ha luogo nella sera del 19 agosto. Gli "otto minuti di insulti in diretta" di cui parlano tutti gli articoli riescono a far arrivare finalmente la notizia in prima pagina (Repubblica ne stampa una buona sintesi in prima pagina). E obbligano -pare quasi- gli opinion-makers a scendere direttamente in campo a sostegno dell'uomo che avevano spinto il giorno precedente in avanguardia. Nei due giorni che seguono il faccia a faccia del Tg2 il coro è infatti unanime (solo Il Manifesto darà la parola ai promotori della Lega, ospitando un articolo di Pannella e Marco Taradash). Prima pagina del giornale, "Droga libera: sceneggiata di Pannella in tv" (Beppe Gualazzini); prima pagina di Repubblica:"L'ultima sceneggiata (Enzo Forcella);prima pagina del Resto del Carlino: "Caro Pannella, ora basta" (Guglielmo Zucconi che pubblica lo stesso articolo anche su Nazione e Piccolo);prima pagina del Secolo d'Italia

: "Cialtroneschi gli attacchi di Pannella a Muccioli" (non firmato): prima pagina di Paese Sera: "Per me Pannella dice cose stupide" (Luigi Cancrini); ancora la prima pagina di Repubblica: "Violenza dei nonviolenti" (Giorgio Bocca). La Stampa di Torino, più signorilmente, non scende in polemica diretta con Pannella, affidando alla Comunità di don Ciotti la replica tra virgolette: "La droga libera è un bluff". Peccato che la risposta di don Ciotti sia completamente diversa.

Tutti gli opinion-makers accusano Pannella di aver strapazzato Muccioli (»che gli aveva semplicemente dato del buffone spiega Zucconi) e gli rimproverano gli »insulti plateali contro il suo avversario. L'armamento lessicale con cui ciascuno sostiene le ragioni della propria contrarietà alla proposta di Pannella -un diritto che non vogliamo assolutamente mettere in questione- è però in singolare contrasto con le buone maniere contemporaneamente invocate: se Gualazzini accusa Pannella di aver reagito a Muccioli e ai ragazzi di San Patrignano di cui si citano le civilissime accuse (»vuoi la droga libera, dimettiti, sei diventato troppo pericoloso ) con »una violentissima scarica di accuse infamanti Zucconi scrive che Pannella, con la sua proposta »ricorda un personaggio di Amarcord, quel vuotacessi... , e ipotizza un calcolo sui voti che »milioni di drogati farebbero affluire al Partito radicale ora insidiato da Verdi e socialisti ; se Forcella parla all'inizio del suo articolo di »una bella sceneggiata pe

r rilanciare un'immagine ormai sbiadita di enfant terrible della politica italiana e in conclusione di »una inutile provocazione o, peggio, pagliacciata , Bocca scrive che »l'ultima sceneggiata di Marco Pannella è un esempio insigne anche se un po' puzzone di sindrome estremista , parla di un »rigattiere dell'estremismo , di un »capocomico . Se l'opinionista del Secolo d'Italia parla di un »pallone pannelliano che si sgonfia, ridotto a pericolosa provocazione, a vaniloquio goliardico , Luigi Cancrini parla di »proposte stupide , dell'»attegiamento infantile assunto dall'ex leader radicale , di un rapido passaggio »dalla stupidità al vittimismo . Il civile confronto sulla libera stampa è dunque cominciato.

Sommarie considerazioni che valgono quel che valgono:

1) Nessuno vuole insegnare a nessuno come si fa un giornale. Nessuno, inoltre, vuole contestare a nessuno il diritto di esprimersi come sa e come crede su un problema, quale esso sia. Dunque, nulla da replicare su ciò che scrivono Bocca, Zucconi, Cancrini eccetera. Se non l'osservazione che spesso indulgono in considerazioni che si fondano su scarsa informazione. Certamente le posizioni di Pannella sono criticabili, ma accade che si polemizzi attribuendogli posizioni che non si è mai sognato di assumere: la droga al supermercato, per esempio.

Evidentemente i commentatori leggono i giornali per cui scrivono, e allora si spiega chiaramente la disinformazione.

2) Alla posizione assunta da Muccioli è stata data amplia diffusione. Eppure si è limitato a scrivere una lettera ed a una apparizione televisiva. Perché non hanno avuto analogo trattamento le posizioni di Pannella, che spesso sono state banalizzate con luoghi comuni? Si tratta di antipatia, prevenzione, scelta editoriale e politica?

3) Molti i pastoni sostanzialmente corretti, ma per loro stessa natura sommari, dal momento che in poche righe occorre concentrare diverse posizioni su un problema complesso e controverso. Si rileva che Pannella, Tg2 a parte, ha potuto esprimere solo su Il Tempo e Il Manifesto che hanno pubblicato i suoi articoli, e sull'Avanti! che l'ha intervistato insieme a Muccioli. Non sembra davvero un buon servizio all'informazione.

4) Non si è neppure fatto un buon servizio all'informazione annullando o minimizzando la presa di posizione di don Luigi Ciotti e del Cnca. Posizione irrilevante? Così sembra a giudicare da quanto hanno pubblicato i giornali. Anche se così non è.

5) Curioso, infine, come nessuno si sia preoccupato di verificare e approfondire come e perché persone insospettabili di simpatie radicali e di qualche esperienza come Milton Friedman e Mr Kendall siano contrarie all'attuale regime proibizionista. Se per Kendall si può invocare una certa difficoltà di comunicazione, per Friedman si può solo parlare di pigrizia: il suo libro »La tirannia dello status quo , pubblicato dall'editore Longanesi, è disponibile in tutte le librerie.

Sulle proposte di Pannella e dei radicali si può consentire o dissentire. Ma come esprimere opinioni compiute, se non si è neppure in condizione di conoscere i fatti?

 
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