Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 23 nov. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Elles Lady, Bonino Emma - 15 dicembre 1987
Sull'obiezione di coscienza nei paesi dell'est

SOMMARIO: Risoluzione sull'obiezione di coscienza nei paesi dell'est presentata il 15 Dicembre 1987 al Parlamento Europeo dai deputati Lady Elles, Emma Bonino e altri, adottata il 17 Dicembre 1987 (DOC.1484/87)

Il Parlamento europeo,

- considerando che, in occasione del sesto anniversario del colpo di Stato del Generale Jaruzelski nel 1981, l'Europa è in dovere di riaffermare il valore universale dei diritti dell'uomo e della

democrazia,

- considerando che le legislazioni della Polonia, dell'URSS, della Cecoslovacchia, dell'Ungheria, della Romania, della Bulgaria e della Jugoslavia non riconoscono il diritto all'obiezione di coscienza, mentre si tratta ormai, dopo le ricorrenti votazioni delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa, di un diritto ampiamente riconosciuto a livello internazionale,

- considerando che, per far riconoscere il diritto all'obiezione

di coscienza nei paesi sopramenzionati, cittadini polacchi , francesi, italiani, iugoslavi, spagnoli, greci e belgi hanno scelto questa ricorrenza per iniziare un digiuno di quindici giorni,

- considerando che il Trattato di disarmo firmato di recente da Reagan e Gorbaciov rivestirà un 'importanza ancor maggiore se costituirà il punto di partenza di una nuova organizzazione politica e giuridica dei regime dei paesi dell'Est verso un riconoscimento effettivo dei diritti civili e politici e quindi del diritto all'obiezione di coscienza,

- considerando d'altra parte che il riconoscimento del diritto all'obiezione di coscienza nei paesi dell'Est, definiti anche

"non allineati", non farebbe che aumentare e rafforzare la necessità di giungere ad un'armonizzazione dei diritti riconosciuti dagli accordi di Helsinki, tanto più che la quasi totalità dei paesi dell'Europa occidentale ha già riconosciuto tale diritto, mentre l'unico paese che ancora non l'ha fatto si appresta ad allinearsi nei prossimi mesi sul piano legislativo alla risoluzione del Parlamento europeo, definita risoluzione Macciocchi,

Chiede pertanto che:

1. sia garantito il diritto di rifiutare il servizio militare armato per motivi di coscienza o motivi politici, filosofici o

religiosi;

2. i principi in merito alla libera circolazione delle persone e delle idee, sanzionati dall'Atto finale di Helsinki e accolti da

tutti i nostri paesi nonché dall'URSS, dalla Polonia, dalla Ceco-

slovacchia, dall'Ungheria, dalla Romania, dalla Bulgaria e dalla

Iugoslavia, siano effettivamente rispettati;

Auspica che

3. come primo passo per manifestare la loro buona volontà ,le

istanze responsabili dell'URSS, della Polonia, della Cecoslovacchia, dell'Ungheria, della Romania, della Bulgaria nonché della Jugoslavia sospendano, nell'attesa di una riforma delle loro legislazioni, le misure detentive che interessano in particolare i seguenti obiettori di coscienza:

-Yacek BORCZ, di Kotobrzeg in Polonia, condannato a tre anni di reclusione.

-Wojciech NITSINSKI,di Prazasnysz in Polonia, in attesa di giudizio

-Piotr BEDNARZ, di Gdynia in Polonia, in attesa di giudizio.

-Wieslaw SOLIDAWSKI, di Przanysz in Polonia, in attesa di giudizio.

-Wotchek WOZNIAK, di Szczecin in Polonia, in attesa di giudizio.

-Marek CZACHOR, di Gdynia in Polonia, in attesa di giudizio.

-Slawomir DUTKIEWICZ, Polonia, in attesa di giudizio.

-Oskar KASPEREK, Polonia, condannato a due anni di reclusione.

-Piotr ROZYSKI, di Bydgoszcz in Polonia, condannato a due anni e mezzo di reclusione.

-Jaroslaw WALISZEWSKI,di Szczecin in Polonia, in attesa di giudizio.

-Mariusz BAJDA, di Szczecin in Polonia, in attesa di giudizio.

-Szolt KESZTHELYI, di Budapest in Ungheria, condannato a tre anni

di reclusione.

-Michail KOPOT, di Pustomiti in URSS.

-Wsewolod PHILIPPJEW, URSS.

-Darko STRUS, di Krany in Jugoslavia, condannato a tre anni e mezzo di reclusione.

-Miran PAVLICH, di Radovljca in Jugoslavia, condannato a tre anni e mezzo di reclusione.

-Rudolf MEDEN di Ljubljana in Jugoslavia, condannato a tre anni e mezzo di reclusione.

-Janez NOVAK, di Litija in Jugoslavia, condannato a tre anni di

reclusione.

-Marko LENCIEK, di Lubj in Jugoslavia, condannato a tre anni e mezzo di reclusione.

-Stefan PRAPRETNIK, di Maribor in Jugoslavia, condannato a due anni e otto mesi di reclusione.

-Darko VALENTA, di Maribor in Jugoslavia, condannato a undici

mesi di reclusione.

-Maicen BENJAMIN , di Maribor in Jugoslavia, condannato a tre anni

di reclusione.

-Kukli OTA, Jugoslavia ,condannato a tre anni di reclusione.

-Ganko CEHTEL, di Maribor in Jugoslavia, condannato a un anno di

reclusione.

-Toni BERJAVER, di Maribor in Jugoslavia, condannato a un anno di

reclusione.

-Raiko VALENTA, di Maribor in Jugoslavia, condannato a un anno di

reclusione.

-Dragan VELJKOVIC, di Negatin in Jugoslavia, condannato a tre anni di reclusione.

-Yoze RAKUSA, di Gorngog Radygoni in Jugoslavia, condannato a tre anni di reclusione.

4. Incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi che

ne sono direttamente interessati.

 
Argomenti correlati:
diritti umani
parlamento europeo
Polonia
Urss
stampa questo documento invia questa pagina per mail