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Pannella Marco - 10 aprile 1988
Il caso della vergogna
di Marco Pannella

SOMMARIO: Secondo il Pubblico Ministero del processo Tortora, Marco Pannella e lo stesso Enzo Tortora furono eletti dalla camorra: era una parte della strategia di un pugno di magistrati, cronisti giudiziari e pentiti, per meglio sconfiggere la camorra sconfitta e far trionfare la camorra trionfante, come scrisse il giornalista Giuseppe Marrazzo. Enzo Tortora sta lottando per sopravvivere, mentre il Parlamento vota una legge truffa sulla responsabilità civile dei giudici, che intende abolirla completamente. Il Csm indaga a Napoli sui giudici "collaudatori": dovrebbe farsi accompagnare dal giudice istruttore Di Persia, che così bene conosce il regno dei Maisto e dei Nuvoletta, Agnano. Enzo Tortora dimostra con le sue attività che è possibile lottare, sperare, costruire, anche disarmati.

(IL GIORNALE DI NAPOLI, 10 aprile 1988)

Fino a giugno 1989 sarò ancora il l'eletto della camorra di Napoli e del Sud, delle centinaia di migliaia di camorristi che votarono Partito radicale e Tortora nelle elezioni europee del 1984. Il magistrato Diego Marmo ci insultò tutti, per meglio insultare Enzo Tortora, per meglio inchiodarlo all'infamia, al posto degli infami (un pugno di magistrati, di cronisti giudiziari, di poveri pentiti più o meno ricattati) che fecero strazio di leggi, di verità, di innocenti, di »omonimi , che permisero - come scriveva Marrazzo - di meglio sconfiggere la camorra sconfitta e lasciar meglio trionfare la camorra trionfante, la camorra del »caso Cirillo , degli appalti, del danaro del »terremoto , delle oscene ammucchiate del potere politico, finanziario, pduista e terrorista, e giudiziario a Napoli.

Ma ben oltre giugno di qualsiasi anno, sarà Enzo Tortora, e noi radicali come lui, che cercheremo di sopravvivere e sopravviverci perché giustizia e verità vengano un giorno alla luce, ogni giorno cercando nelle tenebre e nelle fogne che scorrono a cielo aperto legando i palazzi del potere fatiscente e corruttore, tutti, l'uno all'altro, una scintilla di conoscenza e di forza in più.

Ben oltre oggi, la truffa immonda della legge che il Parlamento sta per compiere votando una legge che abolisca quella responsabilità (e quella libertà) civile del magistrato che era presente nei nostri codici, a tutela dei giudici capaci ed onesti e dei cittadini innocenti, ma che l'immensa maggioranza del popolo italiano aveva voluto estendere, aggravare, precisare con il suo voto massiccio al referendum; ben oltre oggi il potere di giudici corrotti, corruttori, camorristi, puttanieri, comparse nella Guernica napoletana di prefetti, o di procuratori, o di banchieri, o di faccendieri, di killer terrorizzati da se stessi e pericolosi fino alla morte per questo, ben oltre oggi questa truffa, questo potere dobbiamo saperli combattere per vincerli. E saperli combattere è innanzitutto saper essere integri, integri e numerosi.

Enzo Tortora sta lottando contro la morte e contro il tempo per incardinare processi penali e civili che dureranno anni e anni, che si cercheranno di impedire con altri delitti politici, legislativi, comuni, perché gli immemori, le vittime di ieri, quelle di domani, e le vittime di oggi non si rassegnino, come lui ha saputo non rassegnarsi e soccombere. Enzo ha scritto, avantieri, che il destino sembra volersi nello stesso pugno di giorni levare la sua vita e quella della speranza dei giusti, o di coloro che non hanno cessato di sperare di poterlo divenire, e di aiutare gli altri ad esserlo. Gli siamo non metaforicamente accanto, radicali »transnazionali di Bruxelles o di Mosca, di Ouagadouguo o di Roma, di Gerusalemme o di Napoli. Radio radicale ci rende ogni sera, ogni ora se necessario, nelle nostre case, la sua presenza viva, pressante, piena. Questo giornale, che rinasce nella terra bruciata, sembra volere tutti aiutare, rispettando la verità e le voci di tutti, a trovare un pezzo di terra libera nel d

eserto di onestà che circonda Poggioreale, oltre che il Vesuvio, se si guarda come troppi usano fare i potenti ed i loro quaraquaraquà come i soli abitanti che esistano.

Il Csm è oggi a Napoli per indagare, bontà sua, sui giudici »collaudatori . Perché non farsi accompagnare a visitare anche, per esempio, il giudice Di Persia, membro della Commissione disciplinare, il regno che fu di Maisto e dei Nuvoletta, ad Agnano, che così bene la conosce?

Noi siamo certi che il Presidente della Repubblica potrà difficilmente promulgare l'incostituzionale legge che il potere dell'ingiustizia e della corruzione ha imposto al Parlamento sancendo l'irresponsabilità civile, e civica, del giudice italiano.

Ma l'essenziale è che Tortora sta dimostrando a tutti che sperare, lottare, costruire, difendere il diritto alla vita ed il diritto alla vita è possibile, anche se si è fra i disarmati e i miti, i nonviolenti e gli onesti. Ringraziamolo e non lasciamolo solo con i quattro gatti dei suoi compagni radicali, »camorristi e »napolitani .

 
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