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Cucco Enzo - 24 maggio 1988
Si è riaperta la battaglia per le libertà sessuali
di Enzo Cucco

SOMMARIO: La manifestazione del 30 aprile 1988 a Londra contro la legge inglese che vieta agli Enti locali di "promuovere intenzionalmente l'omosessualità".

(Notizie Radicali n· 107 del 24 maggio 1988)

»Non avrei mai immaginato di essere qui, oggi, in Inghilterra, per battermi insieme a voi per il rispetto dei diritti civili degli omosessuali e delle lesbiche dopo quai vent'anni di battaglie in Italia e nel mondo per gli stessi diritti, guardando al vostro paese come ad un esempio di civiltà e di democrazia .

Così ha iniziato il suo intervento il primo segretario del Partito radicale Sergio Stanzani, di fronte alle trentamila persone che il 30 aprile scorso hanno manifestato a Londra contro la »section 28 del Local Government Act 1988. Alla più grande manifestazione per i diritti degli omosessuali e delle lesbiche che si sia mai svolta in Gran Bretagna e in Europa ha partecipato ufficialmente il Partito radicale, con il primo segretario e il deputato italiano Massimo Teodori, insieme ad una trentina di compagni e compagne radicali di Bruxelles e una delegazione del Fuori!

Stanzani ha aperto gli interventi ufficiali alla fine della manifestazione, dopo aver marciato alla testa del corteo dietro allo striscione »Equal rights for all assieme ai massimi rappresentanti della campagna contro la Section 28; il deputato laburista Chris Smith, l'attore di soap-opera Michael Cashman -notissimo in Inghilterra-, i leader dei movimenti degli omosessuali e delle lesbiche.

Alla manifestazione avevano aderito esponenti del mondo della cultura e dell'arte inglese come il cantante Boy George, le attrici Vanessa Redgrave e Glenda Jackson, l'attore Ian Mcxellan, i leader politici Neil Kinnock e David Steel, e i rappresentanti del manifesto dei 120 artisti contro la section 28 fra cui Donald Sutherland e David Hocney.

La delegazione del Partito radicale ha incontrato a Londra i rappresentanti delle organizzazioni omosessuali, i rappresentanti del National Council for Civil liberties (la più importante organizzazione inglese per i diritti civili) e la rappresentante del manifesto degli artisti contro la section 28.

La section 28 entra definitivamente in vigore in tutta la Gran Bretagna nel mese di maggio. Questa norma prevede la proibizione per tutte le amministrazioni locali di ogni tipo di attività che »promuova intenzionalmente l'omosessualità. In altre parole -considerati gli ampi poteri in materia assistenziale, di sostegno delle attività culturali e sociali, e soprattutto di gestione dei servizi e dell'educazione scolastica- le amministrazioni locali possono di fatto rifiutare il rilascio delle licenze a locali dichiaratamente omosessuali, o ritirarle se già rilasciate; possono negare qualsiasi tipo di aiuto alle organizzazioni omosessuali e le autorizzazioni per manifestazioni pubbliche; censurare ogni tipo di informazione innovativa sull'omosessualità e sulla sessualità che si possa tentare nelle scuole, magari allontanando insegnanti che si dichiarano omosessuali (c'è già stato, nelle scorse settimane, un caso del genere: ne è stato vittima un insegnante di Bradford, Austin Allen) o »ripulendo le bibliotech

e dei testi considerati sospetti.

Ogni tipo di limitazione delle libertà civili è giustificato grazie all'ambiguità del termine »promozione , che nelle intenzioni di coloro che l'hanno proposta deve essere interpretata proprio come promozione dell'omosessualità tout court, sia essa fra adulti consenzienti o non, con particolare riferimento alla »pretesa dimensione familiare che i rapporti fra omosessuali possono assumere. E con l'esplicita intenzione di arginare la diffusione dell'Aids anche attraverso questa proibizione.

E' stata, quella del 30 aprile, una manifestazione che, a parte l'autentico entusiasmo per la presenza radicale e del Fuori!, ha concesso pochissimo al »folklore e alla gioia, da sempre caratteristiche delle manifestazioni gay. Si percepiva molta tensione, rabbia, una diffusa sensazione di avere perso una battaglia grave, l'inizio di un nuovo periodo di clandestinità obbligata e di condanna morale esplicita. L'importanza della presenza radicale alla manifestazione di Londra è tutta qui: nell'aver saputo cogliere in tempo i cambiamenti della storia, in meglio o in peggio. L'approvazione di una simile norma in Gran Bretagna, culla della democrazia e dei diritti civili, è un segno grave del ritorno in Europa di razzismo, pregiudizio e discriminazioni, che colpiscono innanzitutto le diversità, e quindi i diritti fondamentali della persona. Si è riaperta la stagione delle battaglie per le libertà sessuali degli individui, in Italia, in Europa e nel mondo.

 
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