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Bandinelli Angiolo - 19 luglio 1988
Diritti civili e Stato moderno
di Angiolo Bandinelli

SOMMARIO. "Una delle grandi scoperte della civiltà politica dei nostri giorni è l'accentuazione data ai diritti civili", che ha profondamente modificato il rapporto tra cittadino e Stato. Tale accentuazione ha avuto inizio quando, per vincere la guerra contro il nazismo e il Giappone, le potenze democratiche si appellarono "a una sorta di tavola dei valori universali" che poi prese corpo nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo delle nazioni Unite. Norberto Bobbio ha capito l'importanza di quei testi, ma non ne ha tratto tutte le conclusioni possibili. Oggi, il quadro entro il quale sarà possibile inverare e realizzare i diritti dell'uomo è l'Europa, la Federazione Europea, "nel combinato disposto tra diritti del singolo e lealtà molteplici e a più livelli".

(TRASNAZIONALE: PERCHE', COME, CON CHI?, Convegno a cura del Partito radicale, Roma, 19-20 luglio 1988 - Ripubblicato in "IL RADICALE IMPUNITO - Diritti civili, Nonviolenza, Europa", Stampa Alternativa, 1990)

Una delle grandi scoperte della civiltà politica dei nostri giorni è la forte e originale accentuazione data ai diritti civili, in una misura probabilmente mai vista prima nella storia. Ci sono stati decenni marcati, non solo negli USA, dalle lotte per l'affermazione di nuovi diritti civili, per le minoranze e gli emarginati ma anche per tutti e per ciascuno, secondo una efficace formula. Grazie a quelle battaglie è risultata profondamente modificata, in ogni paese, la forma, il sistema dei rapporti tra cittadino e Stato. Tendenzialmente, le lotte per i diritti civili sono antigiacobine, contestando lo Stato etico nelle sue varie, spesso latenti forme, l'economicismo statualistico e il suo primo feticcio, il dogma del progresso quantitativo scandito dallo sviluppo incontrollato del PNL elevato a parametro assoluto.

Tendenzialmente, anche, quelle battaglie muovevano verso il superamento del diritto positivo in nome di un riscoperto e rinverdito diritto naturale. Non so se valga la pena riaprire una vecchia e gloriosa disputa: le Quattro Libertà in nome delle quali, chiamando a raccolta tutti i popoli della terra, fu possibile battere i totalitarismi nazista e giapponese, furono una "invenzione", perfino strumentale, di governi e Stati, di classi politiche storicamente connotate. Ma per vincere la colossale guerra fu giocoforza per queste classi dirigenti appellarsi a una sorta di tavola di valori universali secondo la quale l'uomo, comunque e dovunque, ha diritto a condizioni minime che lo riconoscano tale in ogni condizione fattuale e possibile: questi valori, e i diritti che ne sono scaturiti, si sono poi ampliati e consolidati, incardinandosi nelle coscienze di milioni, forse di miliardi di esseri umani attraverso la fioritura delle Dichiarazioni dei Diritti variamente proclamate da questo o quello degli Organismi in

trae sovranazionali del nostro tempo, dall'ONU in giù. E' stato Norberto Bobbio (10) a fare l'accertamento e capirne le possibili implicazioni; che però egli ha mancato di sviluppare nella loro grande e sconosciuta fertilità politica.

In nome di tali valori e dei connessi diritti, caricandoci della massa di aspirazioni nuove e incancellabili che su questo ricco terreno si sono venute sviluppando e per le quali le società contemporanee sono ineluttabilmente - ma in senso positivo - società delle aspettative crescenti, noi oggi possiamo e dobbiamo guardare all'Europa come al quadro di riferimento imprescindibile nell'ambito del quale valori, diritti e aspirazioni possano trovare codificazione istituzionale, dunque una storicizzazione che non li deprima né li cancelli, incardinandoli invece in un sistema di diritto positivo non dipendente dalle labili istituzioni sovranazionali ma dotato di originaria autonomia: lo Stato-Europa, insomma.

Nel quadro federativo, in cui si dovrà necessariamente articolare lo Stato-Europa, i nuovi valori e diritti potranno fiorire in forme adatte ai nostri giorni: nel combinato disposto tra diritti del singolo e lealtà molteplici a più livelli, si verrà realizzando una forma di statualità plastica e duttile, aperta e liberatrice per i popoli e per i cittadini.

10) Norberto Bobbio: "Il problema della guerra e le vie della pace", Il Mulino, 1979.

 
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