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PRIMORSKI DNEVNIK - 28 dicembre 1988
ZAGABRIA (62) IL CONGRESSO DEL PR

UN'APERTURA NECESSARIA DELLA JUGOSLAVIA VERSO L'EUROPA

PRIMORSKI DNEVNIK - 28 dicembre 1988 - Pagina 10

SOMMARIO: Le critiche del comitato sociopolitico dell'assemblea della Slovenia alla decisione di non consentire lo svolgimento del congresso radicale a Zagabria.

(RADIKALNE NOVOSTI a cura di MARINO BUSDACHIN e SANDRO OTTONI - hanno collaborato: MASSIMO LENSI, FULVIO ROGANTIN, PAOLA SAIN JAN VANEK, ANDREA TAMBURI - TRIESTE, 1 gennaio 1989)

Il comitato sociopolitico dell'assemblea della Slovenia ha constatato che alla discussione sui motivi per il divieto del Congresso del Partito Radicale transnazionale a Zagabria, che non a ricevuto una risposta soddisfacente per cui ha dichiarato: ``Il comitato è stato messo a conoscenza dell'avviso dal Presidente della RSFJ che non ci sono possibilità perché si possa fare il Congresso radicale a Zagabria. E' dell'avviso però che non sia ammissibile che gli organi competenti abbiano preso una simile decisione senza delle argomentazioni valide, che la decisione senza delle argomentazioni valide, che la decisione sia stata tenuta top secret e divulgata soltanto adesso, mentre è stata già presa da tempo. Inoltre il comitato è dispiaciuto perché non è stato possibile sistemare la questione in tempo e adeguatamente, così che la decisione non possa danneggiare l'immagine della Jugoslavia nell'Europa e non possa ostacolare il suo inserimento in questa, ed esprime il proprio rammarico a causa del divieto per il Cong

resso radicale e spera che questo avvenimento non influirà sui rapporti futuri della Jugoslavia con il resto dell'Europa''.

La dichiarazione riportata è stata accolta dopo una lunga argomentazione molto aspra, nella quale molti deputati rappresentanti della Lega dei Comunisti, della gioventù, gli intellettuali, gli economisti e altri hanno condannato l'intero procedimento, e ancora di più il fatto che tutti i documenti che i deputati avevano ricevuto, portavano la scritta ``Top secret'' quindi non potevano essere resi pubblici. Il presidente dell'Assemblea della Slovenia ha dichiarato di esser venuto a conoscenza del divieto del Congresso soltanto di recente, mentre questo è stato preso già a luglio.

Il ministro degli esteri Cvetka Selsek ha reso noto che anche se la vicenda non è di competenza del governo sloveno, bisogna comunque rendersi conto che il 71,4% dell'esportazione slovena va nei paesi dell'Europa, lo stesso vale per il resto della Jugoslavia. La CEE ha preparato 171 standard nuovi e sta preparando delle nuove condizioni riguardo le importazioni. Chi non sarà in grado di rispettarle sarà fuori dal suo mercato.

La Selsek è stata dell'opinione che sarebbe molto saggio rendere possibile il Congresso dei radicali perché la Jugoslavia ha bisogno di amici e di tutti gli alleati possibili, e non ha certo bisogno della cattiva pubblicità.

Ha menzionato la partecipazione della Slovenia, in vece di osservatrice, all'Assemblea di lavoro delle regioni europee.

Il dibattito proseguirà al comitato per la politica estera.

 
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