Vittoria SantoroAssociazione vittime del proibizionismo, Napoli
SOMMARIO: La criminalità diffusa associata al fenomeno droga provoca in Italia 5600 morti all'anno. La legalizzazione della droga ridurrebbe il numero delle vittime.
(Atti del Convegno "No alla legge governativa sulla droga, repressiva, illiberale, ingiusta", Roma 14 febbraio 1989)
Mi occuperò di un solo aspetto di tutta la questione droga, che è l'aspetto della criminalità diffusa associata al fenomeno. Sono un po' indignata per un fatto: qui si sta parlando della questione droga, si sta parlando di una legge in discussione, esprimendo le proprie opinioni, il proprio rifiuto - e il mio è un rifiuto, e poi dirò perché - e io penso che siccome lo si fa in una sede politica qualificata, non si possa ignorare un aspetto della questione droga che, a mio avviso, ha una grossissima rilevanza, e cioè che un giudizio politico può essere dato solo considerando il fenomeno nel suo complesso e in tutti i suoi risvolti non ignorandone qualcuno importante.
Per dimostrare che questo aspetto del problema è importante, voglio dare qualche cifra: dirò innanzitutto che se voi cercate di sapere quante persone sono morte a causa della criminalità diffusa nell'anno scorso, o anche in un anno precedente - a causa, cioè, di scippi, rapine connessi con la ricerca del denaro da parte di persone che sono costrette a servirsi del mercato nero, e quindi costrette a ricercare delle ingenti quantità di denaro - se voi cercate di sapere quanti sono i morti, non lo trovate da nessuna parte, questo è un dato che non vi fornisce nessuno. Siamo giorno per giorno consapevoli di quanti sono i morti per over-dose, però non si trova nessun dato sulle altre vittime. Ho fatto allora uno sforzo per valutarlo personalmente, e vi posso forse dare un numero che ha almeno un senso: partendo da un'indagine condotta dalla Logos Ricerche per conto della regione Lazio, si riscontra che nel periodo dall'80 a metà dell'87, l'81 per cento degli omicidi totali, di qualunque genere e natura, sono stat
i commessi in connessione a questo problema della droga, in scippi, in rapine, anche eventualmente in vendette trasversali eccetera, in connessione all'esistenza di un mercato clandestino degli stupefacenti.
Ho guardato quanti sono stati gli omicidi totali dello scorso anno, dell'88, e dalla relazione del Procuratore Generale della Cassazione Sgroi, si ricava che nel primo semestre sono stati commessi 3480 - circa - omicidi , il che vuole dire circa settemila sull'anno.
Poiché l'ottanta per cento di settemila fa 5600 morti, 5600 sono le vittime della criminalità diffusa associata al problema droga; naturalmente, a queste vittime poi dobbiamo aggiungere quei tali ottocento e dispari che sono i morti diretti per droga; questo è il bilancio catastrofico della situazione attuale. Non dobbiamo dire che sono morte 800 persone, sono morte 5600 persone più 800. Io allora mi domando perché è tabù questo dato, cioè perché non se ne parla; in sostanza, c'è una vera congiura del silenzio da parte di tutti, e vi dirò la mia opinione. I proibizionisti non ne parlano, perché è chiaro che la legalizzazione della droga con la scomparsa del mercato nero è una risposta immediata a questo problema. Gli altri, diciamo i progressisti, dalla cui parte chiaramente io sono, non ne parlano perché temono che sottolineando questo dato, si possa in qualche modo puntare l'indice criminalizzatore, più ancora di quanto non si sia fatto finora, verso i tossicodipendenti che sono costretti a questa situazio
ne di delinquenza.
Io dico che questo è un errore politico, perché tacerne non elimina il problema; la gente, cioè, diventa giorno per giorno più insofferente di essere in una situazione in cui ha sempre paura di ciò che gli accade, e lo sapete tutti, lo sappiamo tutti, quindi è inutile che io insista su questi aspetti.
Poiché il problema non si elimina non parlandone, cioè non dicendo e non mettendo giù le cifre, non dicendo con chiarezza che peraltro la legalizzazione del mercato della droga elimina rapidamente questo problema, l'insofferenza della gente continuerà a crescere, perché i fatti continuano ad esserci, e quindi si crea un terreno più fertile perché le sparate alla Craxi, o cose di questo genere siano accolte, siano recepite e siano digerite.
Per quanto riguarda la legge, io dico che da questo punto di vista è quanto di più negativo ci possa essere, come peraltro qualunque legge che muova in direzione più repressiva; non soltanto lo è perché i giovani che sono minacciati di sanzioni penali e non, comunque di maggiori sanzioni, chiaramente sono meno disposti e rifuggiranno dagli eventuali centri di accoglienza e di assistenza, ricacciati nel novero di quelli che passano la giornata nella strada a cercare in qualche modo di raccimolare i soldi, ma anche per altri motivi: perché penso che quando si minaccia l'ergastolo ai grossi spacciatori, ai quali non si mette il sale sulla coda - e questo è noto -, basta questa minaccia per fare salire i prezzi. Lo ha detto qualcuno prima, e me lo hanno detto altre persone, che i prezzi sono già saliti da quando è in discussione la legge e quindi quando salgono i prezzi sale anche la criminalità diffusa.
Voglio dire che persino una dichiarazione di illiceità così astratta è, secondo me, una facilitazione per chi fa opera di proselitismo, perché non c'è dubbio che uno degli stimoli dei giovani ad avvicinarsi alla droga è anche questo diffuso e sempre più diffuso amore per la trasgressione.
Per questi motivi, quindi, sono contro la legge e chiedo alle forze politiche che si tenga conto di questo problema della criminalità diffusa e che sia uno dei parametri su cui domani - nel caso che, nonostante le opposizioni, questa legge venga approvata - si controlli il successo o l'insuccesso di questa legge, per me pessima.