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Dell'Alba Gianfranco - 17 marzo 1989
TIBET: IL PARLAMENTO EUROPEO ADOTTA UNA RISOLUZIONE DI CONDANNA DELLA REPRESSIONE CINESE. CHIESTA L'ABROGAZIONE DELLA LEGGE MARZIALE. INACCETTABILI PRESSIONI DEL GOVERNO CINESE SUGLI EURODEPUTATI E ACCUSE AI DEPUTATI RADICALI

SOMMARIO: Uno dei segretari federali del PR, Gianfranco Dell'Alba, registra e deplora le pressioni esercitate dal governo cinese nei confronti di tre europarlamentari radicali, rei di aver annunciato di voler assumere iniziative atte ad ottenere la condanna della Cina "per l'imposizione della legge marziale in Tibet, per l'espulsione virtuale degli stranieri dal Tibet e per l'invio di oltre 60.000 militari" sul "tetto del mondo". Nel documento di Dell'Alba si danno informazioni sulle iniziative assunte dai vari gruppi, e sui tentativi del gruppo comunista "per impedire al PE di pronunciarsi sull'argomento". Segue il testo della risoluzione.

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 17 marzo 1989)

Roma, 17 marzo - N.R. - Il Parlamento europeo ha approvato ieri a grande maggioranza una risoluzione di ferma condanna della repressione cinese in Tibet, chiedendo l'abrogazione immediata della legge marziale e l'avvio di negoziati diretti con il Dalai Lama sul futuro del Tibet. NR pubblica in allegato il testo della risoluzione, frutto della fusione di cinque testi sull'argomento, di cui uno presentato dai deputati radicali, e il seguente commento di Gianfranco Dell'Alba, segretario federale del pr:

"Secondo certe informazioni, 3 parlamentari europei italiani presenteranno una proposta di risoluzione d'urgenza sulla situazione tibetana accusando in modo calunnioso il governo cinese di organizzare la "repressione" in Tibet, domandando ai paesi membri della CEE di rispondere all'appello del Dalai Lama per convocare una conferenza internazionale sul cosiddetto piano di pace del Dalai Lama. Noi siamo molto preoccupati a questo proposito".

Così inizia, nel più puro stile anni'50, una comunicazione di quattro pagine inviata dall'ambasciatore cinese a Bruxelles a tutti i deputati europei. I tre deputati in questione, ovviamente, sono Marco Pannella, Roberto Cicciomessere e Giovanni Negri, "colpevoli" di aver annunciato alla stampa sin da martedì scorso che avrebbero assunto iniziative puntuali per condannare la Cina per l'imposizione della legge marziale in Tibet, per l'espulsione virtuale degli stranieri dal Tibet e per l'invio, è notizia di due giorni fa, di oltre 60.000 militari nel "tetto del mondo". A nulla però sono valse le pressioni indegne del governo cinese e quasi tutti i gruppi, con la singolare eccezione del gruppo socialista, hanno presentato lunedì scorso delle proposte di risoluzione d'urgenza che hanno dato vita al testo comune che è qui sotto riportato. Questa vittoria è importante perchè non è mancato un tentativo dell'ultima ora, del gruppo comunista in particolare, per impedire al PE di pronunciarsi sull'argomento o per mini

mizzare il testo sulla parte riguardante la richiesta di avvio di trattative dirette fra la Cina ed il governo tibetano in esilio presieduto dal Dalai Lama. Un piccolo passo dunque, ma significativo, per porre fine all'occupazione cinese del Tibet e per avviare trattative di pace. Il PE ha chiesto ai governi dei paesi CEE di attivarsi per favorire una soluzione negoziale e per far cessare le violenze. Occorre che lo facciano, e presto.

Risoluzione sui diritti dell'uomo in Tibet

Il Parlamento Europeo,

A. considerando le recenti dimostrazioni avvenute nel Tibet, durante le quali le forze di polizia cinesi hanno aperto il fuoco uccidendo e ferendo molte persone,

B. considerando che il 7 marzo la Cina ha decretato la legge marziale nel Tibet, per cui sono state bandite tutte le dimostrazioni, petizioni e riunioni pubbliche,

C. notando inoltre che sono stati espulsi tutti gli stranieri e giornalisti,

D. convinto che il conflitto esistente nel Tibet non può essere risolto con la forza,

E. prendendo atto dei cambiamenti introdotti nella politica del governo cinese per quanto riguarda il problema del Tibet, negli anni '80, con cui si tollera il buddismo, vengono riaperti diversi monasteri, ma l'insegnamento religioso e lo studio della filosofia buddista sottostano a severe restrizioni,

1. condanna energicamente la violenza delle repressioni, e soprattutto l'uso delle armi, che hanno avuto luogo nella capitale tibetana, e chiede l'abrogazione della legge marziale,

2. deplora le vittime causate da tali disordini e esprime la propria profonda simpatia alle famiglie colpite,

3. chiede al Governo della Repubblica popolare cinese di tenere ora le trattative da tempo rinviate sul futuro del Tibet con il Dalai Lama;

4. invita tutte le parti interessate ad intensificare il dialogo e chiede al governo cinese di rilanciare la politica di apertura nei confronti del Tibet, nel rispetto dello statuto di autonomia di questa religione e nell'ambito delle norme costituzionali cinesi,

5. chiede ai ministri degli affari esteri dei dodici e alla commissione di interporre loro buoni uffici presso le parti interessate per promuovere una giusta soluzione dei problemi del Tibet,

6. incarica il proprio presidente di trasmettere la presente risoluzione alla commissione, al consiglio, ai ministri degli affari esteri riuniti nell'ambito della cooperazione politica europea, al governo della repubblica popolare cinese e al Dalai Lama.

 
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