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Friedman Milton - 1 aprile 1989
Legalizzare le droghe per il rispetto della legge
Milton FRIEDMAN

SOMMARIO: Milton Friedman, Premio Nobel per l'economia, statunitense, espone le ragioni della proposta di abolizione del proibizionismo sugli stupefacenti. Dal libro scritto insieme con la moglie Rose, ``La tirannia dello status quo'', pubblichiamo uno stralcio sulla lotta alla criminalità.

("Numero unico" per il 35· Congresso del Partito Radicale - Budapest 22-26 aprile 1989 - Edizioni in Inglese, Ungherese, Serbo Croato)

La maggior parte dei reati non è commessa da gente affamata di pane, ma da gente affamata di droga. Il proibizionismo dovrebbe averci insegnato qualcosa. Quando il proibizionismo entrò in vigore nel 1920, Billy Sunday, celebre predicatore evangelico e capo della crociata contro il Demone Rum, celebrava l'avvenimento con queste parole: ``Il regno delle lacrime è finito. Gli slums saranno solo un ricordo. Trasformeremo le nostre prigioni in fabbriche e le nostre celle in magazzini e granai. Gli uomini cammineranno a testa alta, adesso, e le donne sorrideranno e i bambini rideranno. L'inferno rimarrà sfitto per sempre''. Oggi sappiamo quanto tragicamente si sbagliasse. Nuove prigioni e nuove celle dovettero essere costruite per ospitare i criminali proliferati in virtù della trasformazione del consumo di bevande alcooliche in un crimine contro lo Stato. Il proibizionismo minò il rispetto della legge, corruppe i suoi tutori, creò un clima morale di decadenza e, in definitiva, non arrestò il consumo di alcool. Si

curamente è corretto e importante cercare di ragionare con il potenziale schiavo di una di queste sostanze, esporgli le conseguenze, pregare con lui e per lui. Ma abbiamo il diritto di usare la forza direttamente o indirettamente per impedire a un uomo adulto di bere, di fumare, di consumare droghe? La nostra risposta è no. Ma concediamo subito che la questione etica è complessa e che su di essa uomini di buona volontà sono spesso in disaccordo.

Fortunatamente, la risposta alla questione etica non è necessaria per prendere posizione circa le politiche, poiché la risposta circa la capacità dell'azione dello Stato di impedire il consumo di queste sostanze è chiara. La proibizione - di bere, come di fumare o di assumere stupefacenti - è un tentativo di cura che, secondo noi, peggiora le cose sia per chi ne è schiavo sia per gli altri. Dunque, anche chi ritenesse eticamente giustificata la proibizione da parte dello Stato dell'assunzione di stupefacenti, dovrebbe ammettere che l'adozione di tali misure è sconsigliabile per considerazioni di opportunità.

La legalizzazione delle droghe ridurrebbe simultaneamente il numero dei delitti e migliorerebbe il rispetto della legge. E' difficile immaginare qualunque altro singolo provvedimento che possa dare un maggiore contributo alla promozione della legge e dell'ordine.

 
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