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Stanzani Sergio - 22 aprile 1989
35· Congresso di Budapest(12) Relazione del primo segretario
Sergio Stanzani

XII.

IL PARTITO RADICALE E LA SUA LOTTA PER LA DEMOCRAZIA ED I DIRITTI UMANI LI'DOVE LA PRIMAVERA NON E'ANCORA FIORITA.

LA DIFESA DELLE MINORANZE IN ROMANIA.

LA MANIFESTAZIONE PER IL VENTENNALE DI PRAGA.

UN GENOCIDIO CULTURALE DISCONOSCIUTO, QUELLO DEL TIBET.

LA CAMPAGNA PER PAULA COOPER, CONTRO LA PENA DI MORTE NEGLI USA.

LA COSTITUZIONE DEGLI INTERGRUPPI PARLAMENTARI AL PARLAMENTO EUROPEO ED AL PARLAMENTO ITALIANO.

SOMMARIO: Nel dodicesimo capitolo della relazione presentata dal Primo segretario del Partito radicale al Congresso di Budapest, Sergio Stanzani affronta il tema della difesa dei diritti civili nei paesi totalitari e in quelli democratici. Le iniziative nonviolente e quelle parlamentari del Partito radicale.

(35· Congresso del Partito Radicale, Budapest 22-26 aprile 1989)

Queste "primavere", peraltro, non sono un fenomeno generalizzato. Il vento della "glasnost" e della "perestrojka" purtroppo soffia sui cittadini, ma non ancora sui Governi, nella Germania Orientale, in Cecoslovacchia, per non parlare della Bulgaria e della Romania.

Rispetto alla gravissima situazione romena, il partito radicale si è fatto promotore di una serie di iniziative volte a denunciare all'opinione pubblica internazionale ed ai Governi le continue violazioni dei diritti umani, le pesanti discriminazioni nei confronti della minoranza ungherese e degli altri gruppi etnici minoritari, la folle politica di distruzione dei villaggi e di trasferimento forzato di milioni di persone nei cosiddetti "complessi agro-industriali", il sistematico immiserimento dell'intera popolazione romena nel tentativo di piegarla a sempre più fallimentari piani economici.

Nell'ottobre scorso, insieme con la Federazione Internazionale Helsinki, abbiamo promosso ed organizzato a Roma, un grande convegno internazionale, il primo in Europa, sulle violazioni dei diritti umani nella Romania di Ceausescu. Abbiamo anche organizzato manifestazioni davanti alle rappresentanze diplomatiche romene di numerosi paesi europei e preso l'iniziativa di presentare proposte di risoluzioni e mozioni al Parlamento europeo ed a quello italiano; sollecitato e sostenuto gli appelli internazionali, in primo luogo quello che ha come primo firmatario il grande Jonesco, che volle, nel 1987, iscriversi al nostro partito.

La questione non solo dei diritti delle minoranze di Transilvania, ma dell'intero popolo romeno costretto a soggiacere alla cieca volontà di un dittatore, è ormai un problema presente alle opinioni pubbliche dei paesi europei e un problema difficilmente eludibile per i Governi dei paesi della CEE come per quelli del blocco di Varsavia, che fino a ieri, gli uni e gli altri, hanno rispettato l'opportunismo della politica nazionalistica di Ceausescu e ne hanno adulato ed incoraggiato la megalomania.

Anche il regime al potere in Cecoslovacchia sembra ostinarsi a rifiutare ogni cambiamento in senso democratico.

Anticipando di qualche giorno la grande manifestazione popolare del 21 agosto scorso, che avrebbe rinverdito il ricordo doloroso della repressione della "primavera di Praga", una ventina di militanti radicali di diversi paesi, che in seguito sarebbero stati espulsi a vita, hanno distribuito migliaia di volantini in varie città cecoslovacche ed aperto un grande striscione nella storica piazza San Venceslao, a Praga.

La televisione del regime di Praga presentò quella manifestazione come una provocazione ed una interferenza "straniera" del partito radicale ed il 21 agosto ci ha con livore attribuito la responsabilità della grande manifestazione popolare che vide sfilare nel nome di Dubcek molte migliaia di cittadini e di giovani. Era una tesi propagandistica rivolta a screditare quella grande manifestazione. La nostra presenza solidale e fraterna, il nostro ricordo di quella ricorrenza ventennale, segnalata dalla televisione, aveva solo avuto la funzione di un'esortazione e di un incoraggiamento.

Tralascio di leggervi le numerose iniziative che nel corso dell'anno abbiamo preso per la difesa dei diritti umani.

Ricordo solo le recenti iniziative contro il massacro che la Repubblica Popolare Cinese sta effettuando, nel disinteresse del mondo, nel Tibet: un massacro che è, insieme, ecologico e di civiltà. E la lunga, efficace azione che, grazie alla preziosa, autonoma azione militante di alcuni compagni, il partito radicale è riuscito ad assicurare contro la pena di morte negli Stati Uniti, intorno al caso emblematico della giovanissima Paula Cooper.

 
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