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NR - 14 agosto 1989
Il patto Molotov-Ribbentrop

SOMMARIO: IL DOCUMENTO DELL'ASSOCIAZIONE RADICALE "LIBERTA' E PACE" RIUNITA A MOSCA GIOVEDI' 17 AGOSTO "SOLO GLI STATI UNITI D'EUROPA E L'EUROPA INTEGRATA DEI POPOLI LIBERI, POSSONO METTER FINE AGLI EFFETTI POLITICI DEL PATTO DI SANGUE MOLOTOV-RIBBENTROP"

Quest'anno si compie il 50· anniversario del patto di non aggressione fra Germania e Urss del 23 agosto 1939, del patto di amicizia delle frontiere del 28 settembre 1939 e, infine, dei protocolli segreti annessi ai patti.

Queste intese conosciute da tutti come il Patto Molotov- Ribbentrop, erano in realtà la divisione della "sfera di influenza" tra i due aggressori: L'Urss Staliniana e la Germania Hitleriana.

A partire da questa intesa, la Germania nazista e la Russia comunista hanno invaso la Polonia (l'1 e il 17 settembre) e si sono spartiti il suo territorio. Nel giro di un anno l'Urss ha occupato e annesso gli stati baltici: la Lituania, la Lettonia e l'Estonia, oltre che una parte della Romania, la Bessarabia.

Così le due potenze che hanno partecipato a questo complotto criminale condividono in parti uguali la responsabilità di avere scatenato la seconda guerra mondiale che é iniziata con l'invasione della Polonia. Durante la seconda guerra mondiale, Stalin ha esteso ulteriormente la "sfera" delle invasioni territoriali dell'Unione sovietica, occupando l'Europa centrale del'Est e stabilendo in quelle terre un regime di dittatura totalitaria che non era inferiore e per certi aspetti superava la spietatezza del regime nazista.

E allora, nel 1945 queste "conquiste" sono state sancite dall'accordo di Yalta con il quale le tre grandi potenze, Usa, Urss e Gran Bretagna, hanno confermato l'immutabilità dei confini geografico - politici in Europa e hanno concesso a Stalin i popoli di otto paesi europei oltre a legittimare definitivamente l'annessione dei paesi baltici del 1940. Questo patto ha stabilito la divisione politico - ideologica dell'Europa che dura fino ad oggi. Il carattere amorale del patto di Yalta é sottolineato dal fatto che in seguito ad esso, migliaia di persone sono state deportate dai paesi occidentali, contro la loro volontà, dal NKVD staliniana e sono morti nei Gulag; allo stesso modo con quale nel 1939-40 l'NKVD ha consegnato alla Gestapo gli antifascisti tedeschi che avevano trovato asilo nell'Urss.

A nostro avviso il patto Molotov-Ribbentrop non deve essere considerato come un episodio isolato o come una semplice conferma delle affinità tra i due regimi totalitari, bensì - in un contesto comune con il patto di Monaco del 1939 e di Yalta del 1945 - come una delle tappe della spartizione imperialista del mondo sulla pelle dei paesi più piccoli.

A proposito degli aspetti di questo patto, collegati con la situazione attuale dei paesi baltici, l'associazione radicale "libertà e pace" conferma ancora una volta di non riconoscere l'annessione i questi paesi fatta nel 1940 e di considerare la Lituania, la Lettonia e l'Estonia, territori occupati e si pronuncia per la loro indipendenza alla quale essi aspirano esplicitamente.

Per questa ragione, noi sosteniamo fermamente che vadano fatti tutti gli sforzi nella direzione dell'allargamento dell'autonomia economico-culturale-politico dei paesi Baltici in quanto repubbliche, e possano uscire - se lo vogliono - dalla federazione dell'Urss, in applicazione della clausola 72 della Costituzione. In termini di diritto internazionale, questi paesi non sono mai state repubbliche sovietiche e per tanto bisogna riconoscere l'illegittimità della loro annessione e confermare il diritto alla loro indipendenza, organizzando sul loro territorio libere elezioni sotto il controllo internazionale, come accade ora in Namibia, che é stata annessa in passato dall'unione sud africana.

Affrontare diversamente questo problema, significherebbe a nostro avviso un gioco senza scrupoli nelle peggiori tradizioni del realismo politico, demagogico e congiunturale.

I compagni che partecipano ai movimenti democratici della Lituania, Lettonia ed Estonia, hanno lo stesso giudizio su questo problema. Bisogna non dimenticare che l'impero sovietico che ha come capitale Mosca, non finisce sul fiume Bug, ma si estende fino al fiume Elbe.

Dunque, l'indipendenza della Bulgaria e della Cecoslovacchia, non é più sostanziale che la "sovranità" proclamata da poco tempo dal Soviet supremo della Lettonia. L'indipendenza formale dei paesi baltici probabilmente non risolverebbe l'attuale situazione.

Noi radicali proponiamo di cercare la soluzione sulla via del federalismo europeo, quindi sulla unificazione politica-economica dell'Europa che non é concepibile solo dentro i confini geografici ma sulla base dei diritti umani, delle democrazie diffuse, della smilitarizzazione, dell'equilibrio ecologico.

La conclusione di questa unificazione dovranno essere gli Stati Uniti d'Europa per la creazione dei quali lotta con decisione e da molto tempo il partito radicale trasnazionale.

Bisogna sottolineare che fermenti del federalismo europeo possono essere già osservati nei paesi baltici, nelle attività del Foro, dell'Assemblea e delle altre forme della cooperazione fra le forze democratiche della Lituania, Estonia e Lettonia.

Contemporaneamente sottolineamo, la differenza di principio tra la nostra concezione e la concezione della "casa europea" di Gorbaciov che é concepita come una simbiosi innaturale di due blocchi e, a nostro avviso, é semplicemente una forma velata dell'espansione "pacifica" dell'Urss all'Occidente.

Noi comprendiamo molto bene che la proposta federalista non può essere indirizzata all'Urss di oggi e neanche può essere indirizzata separatamente all'Ungheria o alla Polonia, alla Lettonia o alla Lituania, all' Ucraina o alla Georgia: la liberazione definitiva dal totalitarismo comunista, può essere raggiunto da tutti o da nessuno.

Naturalmente i paesi della "democrazia reale" che fanno parte della Comunità europea o del Consiglio europeo, sono più vicini all'Europa unita che i paesi del "socialismo reale"; però su questa base non dobbiamo trascurare i nostri sforzi democratici, federalisti e nonviolenti nel mondo comunista e dobbiamo farlo contemporaneamente nell'Ungheria, nella Polonia, nei paesi baltici occupati dall'Urss, e naturalmente nell'Urss stesso, senza trascurare la specificità dei differenti paesi.

Al posto dell'Europa divisa, al posto dei blocchi militari contrapposti, al posto dell'impero sovietico fatto a brandelli e sconvolto dalle opposizioni nazionali e dalle repressioni sanguinose, é necessaria l'Europa unita ed integrata (nella prospettiva degli Stati uniti d'Europa) che sarà la parte integrale del mondo libero.

Europa nella quale troveranno il loro posto la Francia e l'Italia, la Lituania e la Polonia, l'Estonia e l'Ungheria, la Georgia e l'Israele, la Gracia e la Russia: tutti popoli e paesi liberi!

Questo é l'ideale al quale aspiriamo e solo dopo averlo raggiunto potremo dire :" le conseguenze del patto Molotov-Ribbentrop sono superate definitivamente e senza ritorno".

 
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