SOMMARIO: Nell'ultimo numero del giornale ci si era occupati della situazione in Romania, soprattutto per quanto riguarda il piano di distruzione pianificata di migliaia di villaggi predisposto dal regime di Ceausescu. Mentre è in stampa questo giornale sono in corso davanti alle Ambasciate di Romania in varie città europee manifestazioni promosse dal Partito radicale, a favore dei diritti umani e della democrazia in Romania, a due anni dai moti popolari di Brasov, nella Transilvania romena, duramente repressi dal regime di Ceausescu. I radicali consegneranno ai rappresentanti diplomatici romeni una lettera, che riassume i motivi della manifestazione.
(Notizie Radicali n.248 del 14 novembre 1989)
Le manifestazioni del 15 novembre organizzate dal Partito radicale all'Est e all'Ovest, in occasione del secondo anniversario dei moti di Brasov, di cui Radio radicale ha fornito un resoconto con collegamenti in diretta dalle capitali, hanno avuto uno straordinario successo soprattutto a Mosca, Budapest, Praga e Varsavia. Questo successo é stato assicurato non solo dalla presenza di numerosi cittadini che si sono aggregati nel corso delle manifestazioni, ma dalla presenza dei media che non si sono sottratti al loro dovere di informazione.
Le otto manifestazioni organizzate e promosse da militanti ed iscritti al Partito radicale (è saltata all'ultimo momento la manifestazione di Parigi), hanno avuto due elementi fissi: il rifiuto degli ambasciatori di Romania a qualunque incontro con i manifestanti; l'assenza di organi di stampa nelle capitali della "democrazia reale". Non sappiamo se anche negli altri paesi dell'occidente democratico, le Tv di Stato abbiano mostrato "servizi" su Ceausescu e la Romania oggi, acquistati in occasione dell' anniversario dei moti di Brasov, dimenticandosi del dittatore per il resto dell'anno.
In questa visione delle cose e della funzione della politica, é quasi scontato che sfugga agli organi di stampa il messaggio di speranza e di solidarietà - ma anche di fattualità in favore del popolo rumeno - che può esserci in una catena di manifestazioni che alcuni cittadini liberamente organizzano in favore di altri cittadini i cui diritti umani sono negati.
In Italia, sulle tre reti della Rai non é stata data nessuna notizia - se non una frase al Tg2 - né é stata fatta nessuna intervista, o chiesta nessuna opinione, al Partito radicale sulle manifestazioni organizzate nelle scorse 48 ore.
Se non ci fossero i dittatori, per certa informazione bisognerebbe inventarli. Altrimenti non potrebbe continuare a credere di sé di rappresentare una democrazia.
Questo il resoconto delle manifestazioni all'Est in appoggio al popolo rumeno e contro la dittatura di Ceausescu.
MOSCA, ORE 13
Partecipano alla manifestazione oltre cento persone fra cui un'americana. Dopo tre minuti esatti, la polizia interviene arrestando 15 persone, quasi tutti iscritti al Partito radicale, fra cui Evghenia Debranskaia e Essug Huora, la cittadina statunitense. Nelle prime ore del pomeriggio si celebra il processo ai quindici fermati e due di loro - Clemenko Elena e Nicolay Stromberger - sono condannati a sette giorni di carcere. Tutti gli altri a pene pecuniarie che vanno da 50 a 300 rubli. Evghenia totalizza il massimo della pena con 1000 rubli di multa.
Erano presenti delle telecamere e i partecipanti alla manifestazione non sono ancora in grado di dire se si trattasse della polizia o della stampa.
BUDAPEST, ORE 18
Partecipano alla manifestazione 2000 persone, fra cui esponenti di organizzazioni rumene d ungheresi. Il raduno si svolge davanti all'ambasciata dove i manifestanti accendono le candele e inscenano una fiaccolata. Nel momento del comizio, nonostante faccia molto freddo, il clima é di festa e gli animi sono accesi. Viene montata la tenda nella quale - a partire dalla manifestazione - cinque rumeni digiuneranno per otto giorni per denunciare la rielezione del cattivo genio della Romania: Nicolae Ceausescu e la perpetuazione di un regime imposto dai carri armati di Stalin: "Siamo governati da incompetenti malintenzionati scrivono i digiunatori - i quali, nelle circostanze della democratizzazione dell'Est-Europa, si attaccano disperatamente allo scettro e alla chimera comunista. Il nostro paese benedetto dal buon Dio, si trova negli artigli di una dinastia con nome rumeno che ci deride, ci distrugge fisicamente e moralmente, ci riporta allo stato primitivo. Facciamo appello all'opinione pubblica mondiale, alla
coscienza del mondo democratico, di solidarizzare col popolo rumeno e non dimenticare che in Europa, oggi, esiste ancora un paese tenuto nel buio e nei vincoli stalinisti."
Le notizie della manifestazione e le foto dei manifestanti sono oggi su tutte le prime pagine dei giornali ungheresi.
PRAGA, ORE 18
Manifestano in oltre cento persone, con fiaccole e un grande striscione con la scritta "Ceausescu, tu rendi felice Stalin!", sotto gli occhi della polizia che non interviene se non per chiedere ai manifestanti di spostarsi sul marciapiede di fronte all'ambasciata. Molti dei partecipanti sono giovanissimi del Movimento pacifista indipendente e del Movimento per le libertà civili, ma non si lasciano intimorire dalla polizia che gli chiede di esibire i documenti. Sono presenti l' Ansa, le agenzie di stampa, la Radio ungherese e una TV tedesca a cui viene chiesto di allontanarsi.
VARSAVIA, ORE 18
Partecipano alla manifestazione una quarantina di persone e un grande numero di fotografi, giornalisti, organi di stampa. La polizia non interviene e lo svolgimento della manifestazione é tranquillo.