SOMMARIO: Il Secondo Congresso del Coordinamento radicale antiproibizionista, votando la mozione all'unanimità, ha deciso l'aggiornamento a sabato 20 e domenica 21 gennaio per deliberare le proprie riforme statutarie e per eleggere i suoi organi dirigenti. Per quel che riguarda le elezioni amministrative si delinea l'ipotesi di presentazione autonoma in regioni e province, mentre per i comuni si cercherà la strada di un accordo nazionale con altre forze politiche.
Il II Congresso Nazionale del CORA, riunito in Roma l'8 - 9 e 10 dicembre 1989
rileva innanzitutto come nel mondo ed in Italia la nuova guerra ingaggiata ed imposta in nome della proibizione di alcune droghe stia riaggregando sempre più le forze del fanatismo, della intolleranza, della violenza contro i principi fondamentali del diritto e dei diritti, contro le acquisizioni ed i moniti della scienza, della cultura, della tolleranza, portando morte, distruzione, guerra reale, ovunque, all'interno delle società e delle istituzioni del mondo della democrazia reale, in Europa come in America, e nei paesi del terzo mondo o cosiddetti in via di sviluppo, con un uso criminale e criminogeno di leggi, poteri e "iniziative" speciali, iniziative che rimettono in causa, ormai e di nuovo, in questo secolo, i fondamenti stessi del viver civile e della democrazia.
Il costo di questa guerra ogni giorno perduta e ogni giorno rilanciata con fanatismo si avvia ad essere di pari natura e gravità di quelle imposte dall'esplodere delle follie dei fascismi e dei comunismi reali. In America Latina, in Siria o in Iran, nell'Estremo Oriente questa guerra sta imponendo una crescita pressoché esponenziale, in alcuni casi, della produzione di queste droghe mentre ovunque sta consegnando al mondo del crimine i giganteschi proventi conseguenti al monopolio del traffico di quei prodotti, che acquistano il valore dell'oro anziché serbare quello agricolo, sta inducendo la ricriminalizzazione di decine di milioni di consumatori e produttori, la paralisi e la corruzione della giustizia e della polizia, delle istituzioni e del mondo del potere politico.
rileva il clima di intolleranza, di degrado del confronto civile e politico, la manipolazione dell'informazione l'ostracismo nei confronti di coloro che cercano di opporsi a questa guerra e di ridurre il suo costo tragico e tremendo, di concluderla rendendo alla democrazia, alla tolleranza, al diritto ed alla ragionevolezza il loro spazio e la loro funzione di vita, di pace, di libertà.
In Italia, in particolare, si sta realizzando la vanificazione di ogni residua regola costituzionale, democratica e di civile confronto ad opera principalmente del PSI e del Governo che ne fa ogni giorno più chiaramente propria la linea oltranzista e autoritaria.
In tali condizioni lo stesso dibattito parlamentare sul disegno di legge volto ad aggravare il carattere proibizionistico, intollerante, di regime speciale della legislazione viene falsato ed impedito all'opinione pubblica di conoscere e valutare le contrapposte tesi e proposte legislative. La condizione necessaria al prevalere dello schieramento proibizionista sta divenendo sempre più l'assenza di democrazia e del rispetto dei diritti e del gioco democratico.
Così si sta realizzando in Italia un tentativo di rivincita proibizionista, dopo le sconfitte sul divorzio e sull'aborto. Se il PSI costituisce l'elemento determinante, con il suo passaggio allo schieramento opposto ed alle più oltranziste posizioni di guerra e di intolleranza oggi scatenate nel mondo, le stesse opposizioni manifestate dal PCI, nel mondo cattolico, in quello verde, fra i laici appaiono inadeguate rispetto alla posta in gioco in questo scontro, che sta determinando un degrado generalizzato, e non solamente specifico, della vita civile e istituzionale italiana.
Il II Congresso Nazionale del CORA
rivolge di conseguenza un rispettoso quanto fermo invito ed appello al Presidente della Repubblica, garante della Costituzione, perché non assista inerte o estraneo alla fine di quanto resta di diritti e di libertà formali nella Repubblica italiana e rivolge un appello a tutti i democratici perché, più ancora che in occasione dello scontro sul divorzio, organizzino una risposta adeguata al riproporsi dell'intolleranza e dell'autoritarismo quali contenuti e obiettivi del potere e delle istituzioni.
Il II Congresso Nazionale del CORA
delibera quindi di operare immediatamente e con il massimo di impegno politico e organizzativo per radicare nel Paese e nella politica italiana l'alternativa di diritto e di libertà, la opposizione la più radicale e intransigente alla devastante follia proibizionista, all'intolleranza e alla violenza del potere, delle istituzioni, dei mass-media ad esso omogenei o subalterni per cultura o per servaggio.
A tal fine il CORA auspica che in occasione delle prossime elezioni regionali, provinciali, comunali, ovunque possibile, sorgano "liste e iniziative politico-elettorali" volte ad affermare la priorità della lotta antiproibizionista per quanti, democratici, laici, verdi, comunisti, cattolici, indipendenti e autenticamente socialisti, si rendono conto che occorre urgentemente, in Italia e nel mondo, chiudere questa folle e suicida nuova guerra.
Tali liste e tali iniziative politico-elettorali, dovunque e comunque si realizzino, saranno sostenute in ogni modo dal CORA e la loro preparazione sarà considerata come una delle risposte più adeguate e urgenti alle pressioni e alle violenze con cui si cerca di condizionare il dibattito parlamentare e la stessa sua possibilità di svolgersi secondo temi e regole costituzionali ed istituzionali.
Il Congresso del CORA afferma che il disegno di legge governativo può e deve, può e deve essere battuto. Una mobilitazione piena ed organizzata dell'opinione pubblica può e deve ottenerlo anche con la necessaria opera militante ed iniziativa politica, che nelle varie forme possibili - petizioni, assemblee, tavoli - già vede impegnati iscritti ed aderenti radicali e antiproibizionisti.
Il II Congresso del CORA rivolge inoltre un monito solenne a tutte le forze politiche ed ai democratici italiani perché non continuino a ignorare ed a ritenere a loro estranea l'azione, gli obiettivi, la presenza e la crisi del partito radicale, transnazionale e transpartitico, quale unica organizzazione politica che sta promuovendo, organizzando anche a livello internazionale e transnazionale, "la guerra alla guerra" proibizionista, non solo a livello nazionale italiano, mentre le Internazionali esistenti, senza eccezione alcuna, in particolare quella Socialista, si muovono nel quadro di guerra proposto ed imposto alle scelte dell'attuale amministrazione statunitense.
L'iscrizione piena al Partito Radicale ed al CORA, per laici, verdi, comunisti è condizione per il non fallimento di questa battaglia di libertà, di diritto e di pace, di democrazia politica. Le crisi del mondo laico, del mondo comunista, del mondo verde devono essere crisi di crescita e non di sconfitta o di ulteriore degrado loro e della politica in Italia. Perché questo accada è urgente e necessario che il processo di introversione in corso venga combattuto e vinto. Occorre che i fermenti, le ragioni e le speranze di riforma e di democrazia nuova e piena, presenti e comuni in queste crisi, trovino un momento di comune, identica unità pratica e ideale, nel e grazie al PR nel e grazie al CORA.
Il II Congresso del CORA, di conseguenza, nella convinzione che questo potrà immediatamente realizzarsi, almeno in parte e in modo e con assunzioni esemplari di responsabilità, decide di aggiornarsi al 20/21 gennaio 1990, per deliberare le proprie riforme statutarie e per eleggere i suoi organi dirigenti. Di conseguenza stabilisce che gli attuali organi e responsabilità statutarie siano prorogati fino ad allora e dà loro e a ciascun radicale del CORA il mandato e rivolge a ciascuno radicale del PR l'invito di assicurare l'obiettivo di un nuovo CORA, espressione unita e piena di un nuovo soggetto politico italiano autenticamente antifascista, democratico, liberale e libertario, nonviolento e - come un tempo la Lega Italiana per il Divorzio - forza decisiva e vincente contro il riproporsi della violenza e della tragedia dell'intolleranza e dell'autoritarismo.