SOMMARIO: Il silenzio del Pci riguardo alla proposta della Federazione Democratica indica che il passaggio che il Pci tenta di attuare rischia di diventare passaggio al vecchio anziché al nuovo. E allora Pannella ripete le proposte: la costituzione di una Federazione Democratica che, entro il 1990, dovrebbe tenere una Convenzione Democratica per darsi un nuovo Statuto federale, e la convocazione, entro il 1991, di Congressi straordinari dei partiti federati per decidere la costituzione di un Partito Democratico.
(Il Giornale d'Italia di venerdì 15 dicembre 1989)
Cari compagni, avevo preso l'iniziativa di proporvi un cammino, un metodo, una compagnia, un progetto. »L'Unità - che sento criticata da chi non la criticava quand'era intollerante, disinformata, e marginale - aveva ospitato immediatamente questo mio intervento.
Politicamente ho avuto da voi una sola risposta, univoca e recisa: il silenzio. Nemmeno l'onore di una menzione. Si conferma così quanto purtroppo esattamente previdi due anni or sono: che l'amicizia sarebbe stata data per scontata, fonte di equivoci e di passività, tanto quanto l'inimicizia era stata attiva, ufficiale, operante, e caratterizzante un periodo non solamente dei nostri rapporti, ma della storia italiana. La stessa parola: »radicale , se preceduta dal termine »Partito è divenuta impronunciabile. Dinanzi ai Verdi Occhetto ha fatto l'appello di quasi tutto lo zoo delle specie e sottospecie politiche o assimilabili: donne, uomini, verdi, laici, progressisti, tranne che radicali. Chiarito urbi et orbi che di »partito radicale »di massa non era nemmeno il caso di parlarne se non per esorcizzarlo (chissà poi perché), l'argomento è e resta chiuso.
Il guaio è che si comincia con me, con il Partito Radicale; si continua con Derendhof, con la liberaldemocrazia anglosassone come unico fatto di questo secolo che abbia prodotta una democrazia reale priva di fascismi, nazismi, comunismi reali, e armata, non di rado, di reale democrazia. Così ogni riferimento a »Giustizia e libertà , ed al Partito d'Azione, a Gobetti o ai Rosselli, ai Salvemini ed agli Ernesto Rossi, perfino ai Ferruccio Parri ed ai Bauer, o agli interventi, oggi, di foà, a »Il Mondo di Giovanni Amendola o di Mario Pannunzio, oltre che a tutta la cultura democratica britannica o americana, ed alla politica che ha prodotto, non sarebbe mai fatto, se non ci pensasse ogni tanto Armando Cossutta ad evocare il sospetto o il fantasma kennediano, o Pietro Ingrao per dare per scontato che repubblicani, liberali, democratici laici non potrebbero essere interessati ad una eventuale, vera, nuova Costituente di un Partito democratico per la Riforma, federalista e laico, forse per esorcizzare ogni rischi
o.
Così questo vostro magnifico dibattito, questa magnifica vostra rimessa in causa per rilanciare e affermare la sostanza delle cose sperate dai democratici di fronte allo squallore della partitocrazia ed ai pericoli della democrazia reale, rischiano di divenire unicamente »cosa vostra per »casa vostra .
Così non è più solamente fantasma ma rischio il passaggio al vecchio, anziché al nuovo, per regolare i confronti interni: se il Pci scegliesse di passare dal centralismo democratico ad un regime interno di carattere proporzionalistico e correntizio, avremmo il passaggio da un democraticismo ad un altro, e il rischio della vostra riomologazione sarebbe in tal modo accelerato.
Così anziché essere democraticamente e appassionatamente uniti da tesi contrapposte, se necessario, ma grandi entrambi, (l'»una e l'»altra ), rischiate di esser separati, non più in conflitto ma conflittuali, da gestioni opportunistiche di ragioni forti ma subito, o quasi, abbandonate o accantonate.
Permettetemi, quindi, dinanzi a questo quadro, e a questa cornice, di ripetermi.
1) Propongo che il Pci operi per la costituzione di una »Federazione Democratica , aperta a forze politiche ed a persone, forze sociali e rappresentative. Inizialmente »il potere di questa »Federazione Democratica , dovrebbe esser certo, ma minimo. Non dovrebbe comportare necessariamente una presenza elettorale della federazione stessa o unici comportamenti e scelte istituzionali. Al centro del »potere federale potrebbe esser posto un metodo ed un calendario.
2) Entro il 1990 la Federazione dovrebbe tenere una »Convenzione Democratica per darsi una piattaforma programmatica, un nuovo Statuto, un primo assetto dirigente autonomo, federale (e non di tipo confederale come necessariamente dovrebbe esser nel frattempo).
3) Entro la fine del 1991 dovrebbero tenersi Congressi straordinari dei Partiti, forze e movimenti federati per decidere sulla Costituzione del Partito Democratico, sui tempi di conversione della Federazione in Partito.
4) Nel frattempo il problema del »nome , quindi, diverrebbe meno »drammatico , comunque meno ultimativo ed inquinante del dibattito di fondo che state conducendo e che deve svilupparsi nell'intero Paese.
Per mio conto, so che Ingrao ha torto almeno in questo: se la volontà di costituire in Italia un partito che non sia di »soli comunisti, o »solamente socialdemocratico, fosse da parte vostra deliberata, se non si avessero involontari irenismi frontisti, e la sottovalutazione di movimenti civili, sociali, politici costituendi o - forse - già costituiti, sono certo che saremmo in molti, moltissimi »laici a scendere in campo. Anche liberali, repubblicani, socialisti, oltre che »indipendenti o nuovi all'impegno politico partitico. Ma occorre questa certezza, questa conquista. Occorre fare, forse, più compiutamente i conti con il nostro comune ed il vostro passato, con quel che sembra accantonato o secondario, e non lo fu, e non lo è, o non dovrebbe essere: per esempio Luigi Longo, Umberto Terracini, Fausto Gullo, Vittorio Vidali...oltre ai »liberali già ricordati.
Avevo perfino scritto, per esser chiaro, per non rischiare solo parole, che di già ad un Partito Comunista siffatto, teso ed impegnato a superare se stesso, i propri peculiari connotati storici, di già alcuni, pochi o molti, potremmo in teoria immaginare di iscriverci, se non fossimo impegnati direttamente nella costituzione di altre componenti della Federazione, del Partito.
Un metodo, un progetto, dicevo.
Un insieme di regole, anche.
Io ho trovato, in queste ultime settimane, un solo momento di conforto e di ottimismo, ed è quando Occhetto ha parlato di una articolazione non »bipolare , ma bipartitica, tendenzialmente »bipartitica , da dare alla Riforma politica ed istituzionale del nostro Paese.
Ma, sempre più, questo vostro dibattito rischia di rendervi ciechi o distratti nell'immediato. Non solamente in Parlamento. Ma, ad esempio, su fatti gravi, come quelli accaduti a Firenze, con l'esito disastroso (anche i Verdi, naturalmente, sono di tutt'altro affaccendati) del referendum; a Catania; fino nel Parlamento Europeo dove la disastrosa sua gestione »socialista rischia di coinvolgersi in modo subalterno, malgrado l'ottimo esordio politico avuto...
Ho cercato di dirvi, un mese fa, che eravamo a cento giorni dalle elezioni, o dalle scelte ultime per le elezioni politico-amministrative di primavera. Ora sono più vicine, anche se sono state convocate in data più lontana del previsto.
A Roma, senza necessità e a causa di un eccesso di quiete, anziché ascoltarci avete preferito »rimandare a »primavera . Come temevo, ora già dite che il Pci si presenterà comunque con proprio emblema. Fra poco, quale che sia lo sviluppo del dibattito, verranno fuori le angosce, le frette, gli errori di sempre, da parte e dall'altra.
Anni fa, non tanti, poco più di un paio, migliaia di socialisti e di democratici fecero loro il Partito Radicale, ritenendolo utile e necessario alla democrazia da conquistare. Voi, tranne una o due eccezioni, quanto più speranze e radici si riscontrano comuni, siete su questo fronte restati monolitici. Spero che passi. Altrimenti che triste mancanza di generosità intellettuale, di opportunismo politico, di incoerenza e di imprudenza. Spero, ripeto, che passi.