Fabio InwinklSOMMARIO: Crollo del "muro" tra comunisti e radicali, fino alla sollecitazione ai militanti del Pci di iscriversi al nuovo partito transnazionale. "Costituente laica" per la formazione di un partito democratico in Italia. Propositi dei radicali in vista delle elezioni amministrative di maggio. All'indomani del congresso italiano dell'Ergife, Marco Pannella precisa in questa intervista le sue strategie.
(L'Unità del 1 febbraio 1990)
Roma. Sul congresso "italiano" del partito radicale, appena concluso, fioriscono interpretazioni, polemiche, interrogativi. Partito transnazionale, confronto con il Pci della "svolta", costituente laica, scadenze elettorali, riforma della politica. Chiediamo a Marco Pannella di fare il punto su alcune delle questioni più controverse.
D: Occhetto propone al Pci una fase costituente per un nuovo partito della sinistra, e di dialogo con interlocutori possibili di questo processo di rifondazione. Tu, per tutta risposta, solleciti l'iscrizione di un certo numero di comunisti al partito radicale. Siete in rotta di collisione, o sono proposte che possono trovare momenti di convergenza?
R: Io dico: vogliamo far crollare finalmente questo muro che continua ad impedire ai compagni del Pci di far proprio questo partito radicale del 1990, assumerne la storia conferendogli anche la loro. Se anche questo non fosse drammaticamente urgente, come lo è, per la gravissima congiuntura che attraversiamo, lo è per tutti noi, per lo stesso Pci. E' in causa l'affermarsi dell'unica internazionale di militanti (accanto o a fronte delle internazionali partitiche o partitocratiche). Un'internazionale federalista, nonviolenta, laica, ambientalista, antiproibizionista, dei diritti umani, politici, civili. Un partito transnazionale e transpartitico (come dimostrano anche le dieci nazionalità rappresentate nel Consiglio federale). Un partito in cui non è richiesta nessuna disciplina di nessun tipo, per regola libertaria cui non si è mancato. Un deputato, Willer Bordon; un consigliere comunale di Popoli, l'operaio Valerio Nardone; un giovane, Benedetto Marcucci, e una decina di altri militanti comunisti hanno risp
osto iscrivendosi al Pr. Sono eccezioni che confermano la regola o rondini per la primavera italiana della politica?
D: Ma è confronto o rivendicazione a senso unico?
R: Io ho scritto sull'Unità, a dicembre, di essere pronto ad iscrivermi a questo Pci, sulla linea proposta da Occhetto. Ma è urgentissimo tornare ad alzare il tiro o il congresso di Bologna rischia di tornare ad essere "cosa vostra".
D: E la "costituente laica" che fine ha fatto?
R: Intendo difendere i deliberati del congresso del Pri, quelli del Pli, contro il loro abbandono.
D: Il congresso radicale, mi pare, non ha chiarito i vostri propositi rispetto alle elezioni amministrative di maggio. Tu hai parlato di "liste sciasciane", aperta, di largo respiro; altri paiono rimpiangere il simbolo del Pr.
R: Il congresso ha confermato in modo assolutamente tassativo che il Pr è un'internazionale federalista; che il suo nome, il suo simbolo, non sono disponibili per concorrere ad elezioni. Quindi anche i "radicali storici", a cominciare da me, non hanno e non avranno nessun titolo per presentarsi in quanto radicali del Pr.
D: L'alternativa in Italia. Sei ottimista?
R: L'alternativa abbiamo cominciato a costruirla in Italia negli anni cinquanta sia con l'Unione Goliardica Italiana sia con il Partito radicale, che portarono alle grandi lotte per i diritti civili, il divorzio, l'obiezione di coscienza, l'aborto, per i diritti umani nel mondo. Le politiche del centro-sinistra e del compromesso storico, confluite in quella dell'unità nazionale, sconfissero la politica dell'alternativa, della riforma della politica. Ma, nel profondo, l'alternativa è continuata con tanti referendum, aborriti fino all'ulitmo minuto utile dal Pci e dalla maggioranza di governo.
D: E oggi?
R: I milioni di elettori - anche comunisti - che davano in quegli anni corpo e forza alle nostre lotte oggi sono espressi o esprimono la volontà profonda di democrazia del Pci, attraverso il Pci, e il superamento del vecchio da parte di tutti. Rappresentano, rappresentiamo l'"anima profonda" anche dei compagni socialisti, che fu di Loris Fortuna, con Nenni e Pertini, l'unico socialista di immensa popolarità e di nessun potere, prima che venisse l'era di immenso sottopotere e di nessuna popolarità. Realizzare oggi l'alternativa è difficilissimo, certo. Ma impossibile è il non farlo, letale il non tentarlo.
D: Legge sulla droga. Cosa farete se sarà approvata?
R: Il proibizionismo è il nuovo nome del "mostro" del secolo. Persino l'Est, nel momento in cui si apre al "mercato", sta per esserne travolto. Il neo-punizionismo del Psi e del Caf (dice Giovanni Negri: chiamiamolo Cag, da Gava, e vista l'inutilità di Forlanescu) è una metastasi pericolosissima di questo tumore - pari al fascismo e allo stalinismo - all'interno di ogni società. Anche qui l'adesione di tanti esponenti di area (e di partito) comunista al Coordinamento radicale antiproibizionista (CORA) mostra quanto i due strumenti - "nuovo Pci" e Pr, verso un nuovo soggetto politico italiano - possono essere, oggi, complementari e politicamente coessenziali.