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Pannella Marco - 8 maggio 1990
PANNELLA ESCE DAL SILENZIO DI QUESTE SETTIMANE. UN ARTICOLO PER IL GIORNALE D'ITALIA

SOMMARIO: Il pci è intermente responsabile del suo crollo elettorale. Da una posizione che si muoveva verso la rifondazione di un "partito radicale di massa" e verso la riforma uninominale, Occhetto si è convertito alla proposta di partito socialdemocratico proteso a compromessi con il Psi. "Non siamo riusciti a difenderlo da se stesso".

(NOTIZIE RADICALI, 8 maggio 1990)

Teramo, 8 maggio 1990

Dall'entusiasmo nell'opinione pubblica al crollo elettorale: il PCI ne è purtroppo interamente, incredibilmente responsabile.

La vera e propria conversione operata dal suo leader, che è passato in tre mesi da una situazione nella quale si sospettava che egli volesse arrivare ad un vero e proprio "partito radicale di massa", ad una riforma anglosassone del sistema politico, ad una vera grande costituente con l'area radical-ambientalista, a quella di proposta di un altro, ennesimo partito socialdemocratico, proteso a compromessi con l'attuale politica del PSI, ed a sbarazzarsi di ogni sospetto di attenzione e di dialogo con il mondo radicale.

I risultati ottenuti negli unici casi in cui si sono costituite liste "nuove" e non "aperte", ad Agrigento, L'Aquila e Bra, con esponenti anche radicali, mostrano che la incredibile preferenza accordata al suicida "laboratorio palermitano" e l'ostilità contro quello "abruzzese e aquilano", sorrette da mesi da un atteggiamento parziale dell'Unità, ha costituito un errore.

Oggi, più che mai, ritengo che si debba giungere all'appuntamento dato fino a gennaio di quest'anno e convertito ad una sorta di convocazione di una Costituente-squillo.

Abbiamo potuto, da anni, difendere il PCI dagli attacchi vili, non di rado, degli avversari; purtroppo non siamo riusciti a difenderlo da se stesso.

Il resto non conta. La politica socialista ha finito per compiere in pochi anni il miracolo di ridare alla DC un potere da 1948, proponendo metodi, scelte, obiettivi e valori di destra. Si era illuso di poter governare nel deserto degli altri, e si va sempre più desertificando esso stesso come forza ideale, per insediarsi sempre più come corrispettivo "laico" della DC. La soddisfazione un po' beota affissa da giovani "ambientalisti" e da vecchi "laici" per i loro rispettivi risultati ha il suo naturale posto nel panorama partitocratico.

Gli antiproibizionisti hanno il risultato che più o meno il PR ebbe nel 1976, ed un valore ancora maggiore: abrogati più degli stessi radicali di allora, non solamente durante la campagna elettorale ma perfino nella cancellazione dei loro risultati elettorali, costituiscono la scintilla ancora accesa di questo scontro politico, prima ancora che elettorale.

In Abruzzo avevo proposto ufficialmente al PCI di fare liste comuni alla Regione, alle Provincie, ai Comuni. La risposta fu immediatamente recisa, pressochè offensiva. La maggioranza assoluta alla DC si spiega bene in questo contesto.

Quanto a me personalmente, ed agli straordinari compagni ed amici, vedo confermarsi e rafforzarsi esiti che in passato, dal Sud-Tirolo Trentino, a Catania già si erano manifestati. I risultati di Teramo e de L'Aquila non possono che onorarmi, e darmi l'incoraggiamento necessario per la battaglia essenziale, la più importante che io abbia mai combattuto: quella per la vita del Partito Radicale.

 
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