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Pannella Marco, Bauer Jan - 18 giugno 1990
"ATTACCHIAMO LE RADICI DELLA VIOLENZA"
Intervista a Marco Pannella

SOMMARIO: Il 17 giugno 1990 a Praga, i partecipanti al seminario internazionale del Pr "Il Partito radicale transnazionale e la nuova Europa", manifestano davanti all'ambasciata Romena per le libertà civili e i diritti umani in Romania. Nell'intervista rivoltagli dal giornale degli agricoltori di Praga durante la manifestazione, Marco Pannella parla del seminario radicale e delle proposte federaliste europee del Partito radicale transnazionale.

("Zemedelske Noviny" del 18 giugno 1990)

"Democrazia per la Romania", "Basta violenza, basta comunismo" hanno risuonato sabato pomeriggio davanti all'Ambasciata romena in Nerudova. I partecipanti al Seminario internazionale su "Il Partito radicale transnazionale e la nuova Europa" hanno interrotto brevemente il loro dibattito di tre giorni e sono andati a manifestare contro l'oppressione delle libertà civili e dei diritti umani in Romania.

Tra i dimostranti era impossibile non notare la personalità maestosa di un importante politico italiano membro del Parlamento europeo, il Presidente del Consiglio Federale del Partito radicale Transnazionale Marco Pannella. Abbiamo approfittato dell'occasione per rivolgergli alcune domande sul Seminario.

QUAL E' LO SCOPO DI QUESTO SEMINARIO PRAGHESE?

E' lo stesso scopo per il quale ci facevamo arrestare in Unione Sovietica, in Romania, in Cecoslovacchia, in tutti i paesi in cui non vi era libertà: la lotta per lo stato di diritto, per la nonviolenza, per l'internazionalismo democratico. Come veri nonviolenti vogliamo attaccare le radici della violenza.

QUALI SONO LE IDEE DEL PARTITO RADICALE SUL FUTURO DELL'EUROPA, E IN COSA DIVERGONO DALLE ALTRE IDEE?

Noi siamo sempre stati federalisti europei: non soltanto non crediamo nel socialismo in un solo paese, ma non crediamo alla democrazia in un solo paese. Pensiamo che in tutto il mondo debbano crearsi non più di quattro-cinque grandi stati federali che preparino il nuovo sviluppo verso la democrazia per tutto il pianeta. Trovo pericolose le illusioni che sia possibile tornare a quelle democrazie che abbiamo visto negli anni 1918-1919 o più tardi nel 1945-46. I democratici che volevano la democrazia e insieme l'indipendenza per il proprio paese sono stati rovescati prima dai fascisti e poi dai comunisti.

IN EUROPA E' IN CORSO UN PROCESSO DI DEMOCRATIZZAZIONE, MA SI STANNO ANCHE RAFFORZANDO LE VOCI NAZIONALISTICHE E SEPARATISTICHE. COME LE GIUDICA?

E' la conseguenza dell'esistenza degli stati nazionali. In 150 anni l'Inghilterra non ha risolto il problema dell'Irlanda, la Spagna non ha risolto il problema dei Baschi. Non è possibile garantire la libertà e i diritti di tutti i cittadini, di tutti i paesi e di tutte le minoranze né in una democrazia nazionale né in una democrazia comunista: negli Stati Uniti d'Europa questi problemi non avrebbero più raghione di esistere. Abbiamo bisogno di uno stato federale europeo, e non di piccoli stati in Europa.

Appena ringraziato Pannella la collega Laura Cesaretti, della Radio Radicale di Roma, mi ha messo davanti alla bocca il mocrofono, e io stesso sono diventato "vittima" di un giornalista...

 
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