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D'Elia Sergio - 9 luglio 1990
Carcere: un disegno (di legge) di finta fermezza
di Sergio D'Elia

SOMMARIO: I condannati per sequestro di persona sono esclusi dai benefici della legge Gozzini sui permessi premio: la solita "simulazione di inflessibilità in cui durezza e purezza così ostentate coprono connivenze e inefficienze".

(Notizie Radicali n.55 del 10 luglio 1990)

All'inizio di aprile è entrata in vigore la legge 55/90 che, con l'art. 13, modifica la norma della legge Gozzini sui permessi premio. Ora, al magistrato di sorveglianza che concede il beneficio, si impone di acquisire, per i condannati per determinati reati, elementi tali da escludere loro collegamenti con la criminalità organizzata. Il risultato è stato che molti magistrati hanno bloccato i permessi a persone che da anni uscivano dal carcere in permesso. Su questo i radicali hanno presentato interrogazioni e interpellanze alla Camera e al Senato. A Rebibbia, dopo un mese, la situazione è tornata alla normalità, eccezion fatta per una particolare categoria di detenuti: calabresi, condannati per sequestro di persona. La lotta alla criminalità ha una sua base geopolitica ed un nemico preferito.

Il 1. marzo era stato presentato dal ministro dell'Interno Gava, di concerto col Ministro di Grazia e Giustizia Vassalli, un disegno di legge dal titolo "Disposizioni concernenti nuove misure per la lotta alla criminalità ed ai sequestri di persona", con il quale, all'art. 7, vengono sospesi i benefici della Gozzini ai condannati per sequestro di persona, terrorismo, mafia, traffico di droga, salvo che il tribunale di sorveglianza, sentito il parere del Prefetto e del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, non accerti la cessazione dei collegamenti con la criminalità organizzata.

Il tribunale, cioè, non deve accertare l'esistenza ma la cessazione dei collegamenti del condannato con la criminalità organizzata, che non è la stessa cosa, in termini di garanzie giuridiche e di efficacia investigativa: perché se è più corretto e più semplice accertare che vi sono tali collegamenti, quando vi sono, è invece impossibile provare che non vi siano, soprattutto quando non vi sono. In realtà, così come si vuole introdurre nella procedura penale il principio della presunzione di colpevolezza, almeno dopo il giudizio di primo grado, allo stesso modo nell'esecuzione penale, almeno nei confronti di determinati detenuti, si vuole reintrodurre la presunzione legale, automatica di pericolosità sociale, che era stata abolita dalla stessa legge Gozzini.

In questi giorni, poi, il ministro Vassalli sta approntando una modifica a questo disegno di legge con cui i condannati per sequestro di persona sono esclusi tout court dai benefici della legge penitenziaria.

Come al solito, si tratta di una simulazione di inflessibilità in cui durezza e purezza così ostentate (addirittura la pena di morte!) coprono connivenze e inefficienze. Che si tratti di un disegno (di legge) di finta fermezza contro i grandi criminali - vale a dire contro quelli che non riescono a prendere e non prenderanno mai - e di pura e semplice deviazione o vendetta contro i più deboli, i più piccoli, i più incolpevoli, i detenuti - vale a dire quelli che hanno preso... che si tratti di questo lo si legge proprio nella relazione che accompagna il disegno di legge del governo. »Per quanto riguarda l'andamento del fenomeno dei sequestri di persona a scopo di estorsione va rilevato che, nonostante si registri una significativa contrazione del numero dei delitti (dai 75 casi del 1977 si è passati ai 14 del 1987 e 1988 e ai 10 dell'anno scorso), l'allarme nell'opinione pubblica e la preoccupazione del governo continuano a rimanere assai vivi... .

"L'allarme nell'opinione pubblica e la preoccupazione del governo"... ci sarebbe da credere, se non fosse che in realtà l'opinione pubblica è allarmata dal governo, che controlla la televisione, che bombarda la gente di certe immagini e messaggi per poi sottoporla, magari, ad un sondaggio sulla pena di morte... e il governo è preoccupato dall'opinione pubblica se ritiene, di solito prima delle elezioni, di dover insistere sulla "piaga dei sequestri" nascondendo il fatto che i sequestri sono diminuiti, che le pene - rispetto agli altri paesi - sono le più pesanti oppure che nel codice penale di alcuni paesi non esiste neanche l'ipotesi di sequestro di persona a scopo di estorsione perchè il reato è sconosciuto, mentre questo avviene solo in Italia, dove pare che quattro sequestratori in Aspromonte tengano in scacco lo stato, coi suoi organi di polizia, coi servizi segreti.

Oggi più che mai, quando si dice "governo della malavita", si deve poter intendere che si tratta di un governo che è espresso dalla malavita ma anche che la malavita è espressa dal governo: proprio in termini di politica criminale e di criminalità politica: se la malavita ha il governo che si merita, viceversa, il governo ha la malavita che si merita. E in termini di corruzione, non sappiamo se sia stata più la criminalità organizzata ad aver corrotto i partiti oppure più la partitocrazia ad aver corrotto la mafia la camorra la 'ndrangheta, con leggi criminogene come quella sulla droga o per certi versi con le modifiche proposte alla legge Gozzini (come denunciano nella lettera aperta i detenuti di Rebibbia).

 
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