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Pannella Marco, Guzzanti Paolo - 17 dicembre 1990
Pannella, i radicali e la liberazione del giudice D'Urso

SOMMARIO: "Il Giornale" del 14 dicembre 1990 pubblica un'intervista di Paolo Guzzanti a Giovanni D'Urso. L'articolo tace sulla campagna politica attuata dal Pr per la liberazione del giudice D'Urso. Di seguito la lettera di Pannella al Giornale, e la risposta dello stesso Guzzanti: Nessuna congiura di regime; è solo "saltato" un lungo passo...

(Il Giornale, 16 dicembre 1990)

UNA PARTITA A SCACCHI CHE ABBIAMO VINTO

L'intervista di Paolo Guzzanti al giudice D'Urso è letteralmente da manuale, da enciclopedia sovietica. Non so a chi si debba questa esemplarità. Ma la democrazia reale, e i suoi cronisti, sono più efficaci, nell'invenzione di una verità e di una "memoria" ufficiali, della realtà del "socialismo reale".

Riuscire a tacere sulla campagna politica del partito radicale, iniziata il 13 dicembre 1980, ai milioni di ascoltatori attribuiti, per giorni e per notti, a Radio Radicale alla nostra presenza nelle carceri, da Trani a Palmi, alla vera e propria partita di scacchi che abbiamo alla fine vinto, con posta non solamente la vita di D'Urso, ma quella della democrazia, almeno formale, nel nostro Paese, ai nostri interventi in Parlamento, alla manifesta convergenza fra l'azione di Senzani e quella della parte più prestigiosa e potente del regime che chiedeva "il commissariamento della Repubblica", alle rabbiose e isteriche reazioni dei massimi giornalisti italiani, alle interviste poi pubblicate con cui si riconosceva apertamente che era pronto, con l'arrivo previsto e difeso del cadavere di D'Urso, un nuovo governo, con partecipazioni straordinarie di tutti i partiti dell'unità nazionale, alla riproposizione dello stesso tentativo a Napoli, con il caso Cirillo, tutto questo è davvero illuminante.

Mentre si discute e si tratta e contratta una nuova complicità nazionale, con l'alibi dello scandalo "Gladio", e da ogni parte si è taciuto ferreamente sulla storia vera dei servizi segreti, paralleli, terroristici, negli Anni Sessanta, Settanta, fino a Castiglion Fibocchi, che ha coinvolto e animato la sinistra almeno quanto la destra e la dc, mi vien da sorridere pensando agli annunci di "riforma della politica" con cui lo scorso anno, di questi tempi, si pensava andare verso una Costituente per la Riforma, ben presto dismessa dal pci, così com'era accaduto qualche mese prima per il pli e il pri.

Troppo, comunque, è troppo. Penso che al III Congresso italiano del partito radicale, che probabilmente terremo dal 30 gennaio al 3 febbraio, a Roma, dovremo a lungo tener conto di quanto sta avvenendo, ancor oggi, quasi peggio di ieri, per arrivare a far comprendere che una vera Riforma passa anche attraverso l'accantonamento deciso di quanti sono schiavi di quel passato, di questo presente.

Marco Pannella, Roma

deputato al Parlamento europeo

RISPONDE PAOLO GUZZANTI:

Sentirsi dare dell'enciclopedista sovietico dal carissimo Marco Pannella (insieme ad altri elucubrati insulti) è come ritrovare il sapore della "madelenette": prima si ingiuria e poi, semmai, si va a vedere che cosa è successo. Vorrei tranquillizzarlo perchè purtroppo non c'è stata alcuna congiura di regime, ma, più semplicemente, dall'intervista con il giudice D'Urso è saltato, per una banale anche se lamentabile esigenza di spazio, un lungo passo in cui, fra l'altro, il giudice dava atto ai radicali di essere stati i più tenaci nel difendere la sua vita, anche contro chi avrebbe preferito vederlo morto. I radicali misero anche a disposizione di Lorena D'Urso una Tribuna politica flash affinché la figlia del giudice rapito potesse leggere un documento delle Br, ciò che fu determinante per la sua liberazione.

 
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