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Pannella Marco - 28 dicembre 1990
PANNELLA SU ROTTURA NEGRI-PSDI, E SUL PROGETTO RADICALE.

SOMMARIO: A proposito della "rottura" tra Giovanni Negri e il PSDI [nel quale il deputato radicale era confluito, n.d.r.], Pannella puntualizza che la "transpartiticità" del Partito radicale non ha a che fare con la "disseminazione" di radicali nei vari partiti. La realtà è, invece, che il PR transnazionale "costituisce il quadro" entro il quale storie diverse, "altre", si associano per dare vita a un "supplemento di politica, di riforma, di progetto", a Roma, come a Bruxelles, ecc... Si augura che il prossimo III congresso "italiano" del partito possa dimostrarlo.

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 5 dicembre 1990)

"La polemica, la rottura fra Giovanni Negri e il PSDI non possono in alcun modo concernere il Partito Radicale in quanto tale, organizzazione transnazionale e transpartitica della quale fanno parte (e mi auguro) faranno parte numerosi e importanti compagni e amici del PSDI.

Quale Presidente del Consiglio Federale del PR sento il dovere di precisare, una volta di più, che la "transpartiticità" del nostro partito non ha nulla a che vedere con la "disseminazione" dei "radicali storici" in altri partiti nazionali, italiani o no.

Se Giovanni Negri, ad esempio, ha compiuto a suo tempo la scelta del PSDI, coraggiosissima, contro-corrente, generosa ed intelligente, non era certo per fare "entrismo" da Quarta Internazionale, ma per secondare la difesa e la ripresa politica, riformatrice e riformata, di una forza politica storica della democrazia e della partitocrazia italiana, di fronte ad un tentativo violento e intollerante di liquidarla.

Ma quel che oggi ci impegna è il tentativo di far comprendere meglio ed in modo diffuso oltre che urgente, al ceto dirigente e politico, in primo luogo italiano, che il PR costituisce il quadro entro il quale storie, itinerari ("altri" rispetto a quello "radicale-storico") nel totale rispetto della propria identità e immagine, si associano per dar vita ad un "supplemento" di politica, di riforma, di progetto, essenziale alla vita civile del mondo di oggi, a Mosca come Washington, a Bruxelles come a Pretoria, a Gerusalemme come a Bagdad, a Roma o a Parigi. Il III Congresso "italiano" del PR, se sarà convocato, come speriamo, a fine gennaio, mostrerà quanto questo progetto stia divenendo realtà e quanto straordinario, quanto grande anche rispetto al passato radicale - che tutti dicono glorioso - esso sia.

 
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