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Toth Bela Endre, Dupuis Olivier - 29 luglio 1991
Si muore per la qualità, non per la quantità
A cura di Bela Endre Toth

SOMMARIO: Intervista pubblicata dal quotidiano ungherese della sera "Esti Hirlap" a Olivier Dupuis, impegnato in attività di coordinamento nel centro Europa, sul Partito Radicale in Ungheria e sulla tesi antiproibizionista. I commenti introduttivi e il poscritto sono del giornalista, così come la cancellazione di alcune parti delle risposte.

(Esti Hirlap del 29 luglio 1991)

Passione mortale: la droga

Commercio-droga legale? Il sogno olandese

Leggo sul numero 3/91 della rivista "Anarchia" che "con la droga legale si elimina la dolce eccitazione causata dalla proibizione". L'autore prova a dimostrare che con la legalizzazione si respingerebbe il consumo di droga e la criminalitá ad essa legata. Al posto del nome dell'autore trovo quello del "Coordinamento Radicale Antiproibizionista", gruppo che opera all'interno del Partito Radicale Transnazionale. Al telefono mi risponde, in inglese, un giovanotto, e mi dice misteriosamente che sarà possibile rispondere solo a domande inviate via fax, e che non si può neanche parlare di un incontro personale... Ecco di seguito le domande precedentemente preparate e le loro risposte.

***

- Da quando lavora e con quanti membri il Partito Radicale Transnazionale a Budapest?

Partito Radicale Transnazionale: Il Partito radicale è presente in Ungheria dal 1988. Nel 1989 fece anche, a Budapest, il suo congresso. Ma forse Lei era all'estero ad indagare sulla droga in quel momento? Quanto ai membri sono pochi, troppo pochi! Una settantina in Ungheria. Tremila e cinquento in tutto il mondo.

- La sezione ungherese recentemente fondata, quanti iscritti ha, chi sono, chi sono i "dirigenti"? Si tratta di un'associazione legalizzata dal tribunale?

Partito Radicale Transnazionale: Non esiste una sezione ungherese. Ci sono delle associazioni tematiche. Una, per gli Stati Uniti d'Europa, regolarmente riconosciuta dalla legge ungherese, un'altra, nuovissima, in attesa di riconoscimento legale, sulla questione droga. Si chiama ARKo, (Coordinamento Radicale Antiproibizionista). Purtroppo i suoi responsabili sono in vacanza in questo momento. Ciò spiega perché Le rispondo io, cittadino belga, impegnato in attività di coordinamento nel centro Europa.

- Scrivete che, secondo le statistiche e secondo quanto credete, la legalizzazione della droga non condurrebbe alla crescita del consumo della droga. Dove, chi, quando e con quale professionalità ha fatto queste statistiche, e con quali risultati precisi?

Partito Radicale Transnazionale: Le statistiche che possono dimostrare che con una regolamentazione si bloccherebbe la crescita esponenziale della produzione, del traffico e del consumo di droga sono, per ovvi motivi, poche. Non ci sono, in effetti, Paesi che hanno adottato una regolamentazione vera e propria della droga. Un solo Paese, l'Olanda, ha avviato, una decina di anni fa, una politica risolutamente tollerante nei confronti del consumo di droga. E questo, a differenza di tutti gli altri Paesi dell'Europa Occidentale, è stato sufficiente a stabilizzare il numero dei consumatori di droghe pesanti (delle altre come l'hashish, la marijuana, ... non vale nemmeno parlarne: sono meno pericolose del tabacco o dell'alcol), a fare diminuire in modo impressionante la delinquenza legata alla droga ed a bloccare la diffusione di malattie come l'Aids. Questo ci dicono le statistiche del governo olandese. Un'altra esperienza in questo senso è stata condotta dalla città di Liverpool. Anche lì i dati sono impressiona

nti: consumo stabilizzato, delinquenza in calo drastico...

Non mancano invece le statistiche sui risultati della politica proibizionista, della "guerra alla droga" di George Bush e dell'amministrazione americana, dei governi dell'Europa Occidentale. Ovunque, Olanda esclusa, il risultato è disastroso: aumento del consumo, diversificazione dei prodotti, ricerca e apertura di nuovi mercati (in Europa Centrale ed Orientale tra l'altro). Questo dice, per esempio, il rapporto dell'ONU 1990.

- "I morti per droga muoiono a causa della qualità della droga e non a causa della sua quantità". Com'è la droga di buona qualità? Quali tipi di droga si comprano adesso in Ungheria? Quali "tradizioni" di droga esistono tra i giovani ungheresi?

Partito Radicale Transnazionale: E' un fatto ormai accertato che le overdosi avvengono quasi sempre perché il consumatore di droga non conosce la qualità del prodotto che assume. Un giorno può comprare un prodotto fortemente "tagliato" e l'indomani un prodotto quasi puro. Ma non lo sa e non lo può sapere. Perché? Perché la droga è libera, perché si trova al di fuori di ogni controllo da parte dello stato. Quanto ai tipi di droga oggi esistenti in Ungheria, mi sembra, leggendo sui giornali i sempre più numerosi arresti, che l'Ungheria non sia più soltanto un Paese di transito per la cocaina e l'eroina. Ci sono anche diversi rapporti che parlano anche di una crescita del consumo di droghe di fabbricazione locale o regionale (Kompot", amphetamine, ...)

- Penso che non siano soltanto i giovani a consumare droga, e non soltanto la droga "seria", ma che ci sia anche tra la gente di mezza età chi si droga con forti calmanti, eccitanti, alcolici, idee. Siete d'accordo su questo? Quale sarebbe la soluzione al loro problema?

Partito Radicale Transnazionale: Prima di tutto bisogna uscire dai moralismi di ogni tipo. Chi si droga con le idee, lo deve poter fare, a patto, come per tutte le attività umane, che non minacci l'altrui libertà. Per la droga non c'è ragione che vada diversamente. Detto questo, c'è tutto un lavoro di informazione e di prevenzione da fare sia per quanto riguarda le droghe illegali che per quanto riguarda le droghe legali. Va da sé che se il consumo di droga venisse regolamentato questo non significherebbe un libero accesso di chiunque, in qualunque posto, a qualsiasi tipo di droga. Questo è ciò che invece avviene oggi visto che la droga è libera e visto che chiunque la può trovare ovunque. La droga regolamentata significherebbe invece, infine, la possibilità per lo stato di definire le condizioni di uso di queste sostanze.

- Perché non avete deciso di avere un incontro personale? Forse avete rapporti con i trafficanti di droga?

Partito Radicale Transnazionale: A dire il vero questa domanda su nostri presunti rapporti con i trafficanti non è molto originale. Per lo stile mi fa anche un po' pensare a certi giornali rumeni come Romania Mare o Renasterea Banateana che mi accusano di essere un agente dei servizi ungheresi e di "trafficare" con le Brigate Rosse. Ma La voglio subito tranquilizzare: ci sono molte persone, molto raccomandibili tra gli antiproibizionisti. Le lascio giudicare: George Shultz, segretario di Stato sotto Reagan, Milton Friedman, Premio Nobel per l'Economia, Georges Apap, magistrato francese, e tanti tra deputati, professori universitari, medici, avvocati... Quanto ad un incontro personale, in qualche modo, non ci dobbiamo essere capiti bene. Saremo molto felici di incontrarLa, nella sede del Partito radicale e dell'ARKo, quando vorrà... per poter sorprendere i trafficanti, ovviamente.

***

Un mio postscritto alle domande-risposte via fax: se si parla di pratica olandese, vorrei segnalare, che durante l'estate '85 quasi tutti gli "hippies" che stavano ad Amsterdam, furono portati nell'albergo (ex-caserma) Sleeping. Le autorità olandesi si comportarono così duramente e pesantamente, che non soltanto fu proibito di dormire nelle stazioni e nei parchi, ma fu proibito anche l'autostop, al di fuori dei posti consentiti. E per quanto ricordo, i miei "compagni" di camera, hippies arrivati da tutte le parti del mondo, non giudicarono per niente "tollerante" il comportamento delle autorità olandesi. Naturalmente, può essere che mi ricordi male. Forse ho avuto soltanto delle allucinazioni.

 
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