Francesco Cossiga accusato di attentato alla Costituzionedi Bruno Ruffolo
SOMMARIO: "Marco Pannella annuncerà domani, in una conferenza stampa, la presentazione della denuncia per attentato alla Costituzione a carico di Francesco Cossiga. Il leader radicale nell'intervista che pubblichiamo, ne trae spunto per sferrare un violentissimo attacco al Pds".
(PAESE SERA, 7 agosto 1991)
On. Pannella si parla di un dossier che ipotizza reati gravi, è così?
"Innanzitutto - risponde - non si tratta di un dossier, quelli li fanno i servizi segreti o golpisti. Nessun dossier, ma una denuncia per attentato alla Costituzione, secondo quanto previsto dalla legge fondamentale e regolato dalle leggi di attuazione. Il Presidente della Repubblica ha manifestamente ritenuto di dover attentare alla costituzione. Ha sbagliato. Dovrebbe pagare. Se ci fosse giustizia e democrazia sono convinto che pagherebbe. Ma non vi sono, se non condizionate dalla cosiddetta "Costituzione materiale", partitocratica e corporativistica. Il nostro compito di democratici e radicali è però quello di attivare senza cessa e senza scoramenti la legge e la giustizia quali dovrebbero essere. Poi accada quel che può".
Nei giorni scorsi lei ha invitato Cossiga ad "autodenunciarsi": Può spiegarci meglio che cosa intende?
"Ho già detto che il Presidente ha ritenuto di dover attentare alla Costituzione. A questo punto egli ha due alternative: la prima è quella di tutti i "rivoluzionisti", di tutti i violenti, di tutto il regime. Si scaglia il sasso (o il piombo) e poi si nasconde la mano, si nega tutto. L'altra è quella -socratica, ghandiana, radicale- di proclamare (e non solamente confessare) di aver ritenuto di dover violare la legge, per costringere ad applicarla e -se lo si pensa- così mostrarne la negatività, l'insopportabilità. E costringere la "città" a cambiare questa legge. O a pagare il proprio errore. Se il primo cittadino di una Repubblica non avvertisse questa opportunità, egli darebbe un esempio pericoloso per l'esercizio delle virtù civili e repubblicane da parte di tutti".
On. Pannella, nella polemica con il Quirinale lei è sulle stesse posizioni del Pds o tende a differenziarsi?
"Il Pds ha soprattutto reagito alle continue aggressioni che il presidente Cossiga ha fatto contro i suoi esponenti e, a volte contro l'intero partito. Ha precipitosamente cercato di affidare alla piazza e alla demagogia la vicenda Gladio che, per grave che fosse o sia, non è pressoché nulla rispetto a quanto tutti, in primo luogo il Pds, sanno sulle vicende illegali del ventennio successivo, che hanno lasciato traccia gravissima, ancor oggi pericolosa, nella vita del Paese. Ha menato vanto, presentandolo come una vittoria, l'elezione consociativa di Francesco Cossiga e -negli anni di piombo- lo ha sospinto ad una politica anticostituzionale, di distruzione del diritto e dei diritti costituzionali. Ancora nel 1987 Natta ed il Pci furono complici attivi di Cossiga in uno scioglimento assolutamente anticostituzionale delle Camere. Ancor oggi sono evidenti riflessi poco chiari, diversi, subalterni, fra gli uni e gli altri dei suoi esponenti. Che il Pds tenda a raggiungerci sulle nostre tradizionali posizioni è
possibile. Ma per ora, in questa prima fase della nostra iniziativa preferiamo agire da soli. Come troppo spesso siamo stati di fronte a questo tipo di problemi".
Secondo lei Cossiga ha un progetto politico ben preciso in testa, oppure, come dice qualcuno, i suoi sono solamente sfoghi personali?
"Più che un progetto politico, ha "progetti" di volta in volta, ma tutti passano per una nuova, ennesima, politica di "emergenza", e affondano le loro radici nella lunga, tragica storia italiana e sua personale, alla quale ho già fatto allusione".
Massimo Teodori, suo compagno di partito, da mesi dice che le ultime crisi politiche hanno avuto per sfondo i "misteri" italiani: stragismo, P2, vicenda "Ustica". Lei è d'accordo?
"Non cesso di sostenerlo da sempre, in Parlamento, nei mass media (radicali, gli altri sono chiusi, o lo sono stati, per molti lustri): ognuno poi può riferirsi, in questo contesto, a vicende ed interpretazioni di vicende ed interpretazioni di vicende le più diverse o simili".