Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 23 nov. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Il Partito Nuovo - 1 settembre 1991
Se vincesse la ragione

La strategia antiproibizionista

SOMMARIO: La proposta radicale per: stroncare il traffico di droga e l'organizzazione criminale che vi prospera; evitare atti di violenza sulle vittime provocati dalla ricerca di danaro da parte dei tossicodipendenti; ridurre le morti per abuso di droga; bloccare la diffusione dell'AIDS causata dall'uso di siringhe non sterili.

(Il Partito Nuovo, n.4, Settembre 1991)

Il 15 dicembre 1988, il gruppo degli eletti nelle liste radicali alla Camera dei Deputati, in Italia, presenta una proposta di legge che contiene il primo tentativo di tradurre in norme legislative la strategia antiproibizionista e mira a conseguire i seguenti obiettivi: a) stroncare il traffico di droga e l'organizzazione criminale che vi prospera;

b) creare condizioni tali per cui non devono più verificarsi atti di violenza sulla popolazione a fini di reperimento di denaro;

c) ridurre le morti per abuso di droghe e fare fronte alle situazioni di marginalizzazione e di degrado dei tossicodipendenti costretti a condurre esistenze illegali sotto il controllo della criminalità;

d) affrontare la diffusione dell'AIDS causata dall'uso di siringhe non sterili.

La relazione di accompagnamento alla proposta di legge riassume così i punti fondamentali della proposta:

1) la regolamentazione legale di tutte le sostanze psicoattive (denominazione scientificamente più rigorosa di quella comunemente usata di sostanze »stupefacenti e psicotrope ) ovvero delle cosiddette »droghe ;

2) la riclassificazione delle sostanze psicoattive con l'inclusione (in ordine decrescente di rischio e di pericolosità) degli alcolici superiori a 20·, dei tabacchi e della canapa indiana;

3) l'inclusione nella farmacopea ufficiale dell'eroina e della cocaina ed il loro assoggettamento al regime di monopolio;

4) la legalizzazione della canapa indiana;

5) una tassazione tale che determini un prezzo di vendita al pubblico progressivamente correlato al rischio: la canapa indiana con un prezzo uguale al tabacco; l'eroina e la cocaina con un prezzo rispettivamente di dieci e venti volte quello dei superalcolici;

6) il divieto di propaganda pubblicitaria, nonchè la pubblicità negativa sui rischi per tutte le sostanze, compresi alcolici e tabacchi;

7) la distribuzione di tutte le sostanze psicoattive (inclusa eroina e cocaina ed esclusi alcolici, tabacchi e canapa indiana) solo in farmacia, dietro prescrizione rilasciata da un medico;

8) la possibilità per ogni medico di rilasciare prescrizione delle sostanze (per un massimo di una dose giornaliera moltiplicata per tre), con il dovere di informare il richiedente sulle caratteristiche delle sostanze, sui loro effetti accertati e sui rischi conseguenti la loro assunzione (»consenso informato );

9) la possibilità di garantire una distribuzione controllata e protratta ai tossicodipendenti che ne facciano esplicita richiesta tramite una tessera che assicura la sostanza da cui dipendono per 90 giorni;

10) la repressione rigorosa di tutte le attività di produzione, fabbricazione, vendita, distribuzione, acquisto, import/export di sostanze psicoattive (droghe) al di fuori delle procedure legali sopra descritte.

****

Gli amici di Capone vogliono proibire

SOMMARIO: La risposta dell'America all'organizzazione criminale di Al Capone fu la legalizzazione, tassazione e vendita regolarizzata di liquori a qualità controllata. Oggi il narcotraffico può essere sconfitto con la stessa strategia.

(Il Partito Nuovo, n.4, Settembre 1991)

The Economist

marzo 1988

»Vi sono state soluzioni a tragedie gravi almeno quanto quella del traffico odierno di droga. La vera risposta dell'America al racket di Capone non fu la lotta alle bande, ma la legalizzazione, tassazione e vendita regolarizzata di liquori a qualità controllata.

Il più efficace nemico delle bische clandestine sono la lotteria di Stato e, ovviamente, le case da gioco autorizzate e tassate .

The Financial Times

settembre 1989

»Il Presidente Bush, tenendo in mano un sacchetto di crack, ha affermato che questa droga 'sta trasformando le nostre città in campi di battaglia e sta assassinando i nostri figli'. Nel dire questo egli ignora una cosa: questi mali non sono causati dalle droghe, ma dal fatto che queste siano vendute in regime di mercato nero, privo di regolamentazione e gestito da bande criminali .

The Indipendent

settembre 1989

»Un'analisi del 'Cato Institute' di Washington ha concluso che la proibizione delle droghe criminalizza i consumatori, li costringe ad entrare in contatto con criminali professionisti, attira giovani intraprendenti degli strati sociali più poveri in una lucrosa vita criminale, incoraggia la guerra fra bande, comporta che la gente assuma con mezzi pericolosi sostanze non pure in dosi spesso pericolosamente forti e genera pesanti spese di polizia.

Non è l'abuso di droghe in se stesso che causa la strage maggiore, ma la criminalità che nasce dal proibizionismo. E' tempo per i Governi occidentali di prevedere qualche forma di autorizzazione per la vendita di droghe, che priverebbe gli spacciatori del loro mercato, mentre costringerebbe i tossicodipendenti accertati a sottoporsi a trattamento di recupero. La chiave per battere il traffico sta nell'eliminare la sua prodigiosa redditività e nello smitizzare l'abuso di droga con un forte programma di informazione pubblica .

****

Ma all'Est si fa in tempo?

SOMMARIO: I prossimi mesi saranno decisivi per arrestare nell'Est europeo il processo verso il modello proibizionista occidentale, che è pienamente condiviso dai narcotrafficanti. Si dovrebbe agire subito, organizzando una forza politica che si batte per la legalizzazione delle sostanze oggi proibite.

(Il Partito Nuovo, n.4, Settembre 1991)

Fino a quando il regime comunista garantiva insieme controllo poliziesco e povertà, i cittadini tossicodipendenti dell'Est si arrangiavano come potevano e non costituivano un fattore economico importante. Oggi le cose cominciano a cambiare, secondo quanto afferma l'ultimo rapporto Onu, pubblicato a Vienna nel gennaio 1991: cambia la disponibilità economica, cambieranno le sostanze di cui si farà uso. Chi si inserisce oggi nel circuito della droga clandestina può garantirsi rapidi balzi in avanti nello status sociale e nelle disponibilità finanziarie, fenomeno che già hanno conosciuto ampi settori delle comunità latine, ispano-americane o nere nei ghetti americani.

E' stato fatto un primo calcolo dei gruppi criminali organizzati che cominciano a trattare la sostanza droga. Già nel marzo 1989 in Unione Sovietica erano stati identificati 2067 gruppi criminali del genere. Una cifra destinata a moltiplicarsi in modo esponenziale, se è vero che durante il periodo del proibizionismo sulla vodka, alla metà degli anni ottanta, 500.000 persone erano state denunciate per associazione criminale in violazione della legge sugli alcolici, secondo un'informazione ufficiale del Ministero degli Interni. L'esposizione ai rischi d'insorgenza del narcotraffico è un problema che agita i rapporti tra i paesi dell'Est e dell'Ovest, e che allarma le fragili democrazie neonate, tanto che sono stati proprio i paesi dell'Est a chiedere all'Onu nel febbraio 1990 di proclamare gli ultimi 9 anni di questo secolo anni contro la droga.

 
Argomenti correlati:
pn-4
narcotraffico
aids
pr
camera dei deputati
est
stampa questo documento invia questa pagina per mail