SOMMARIO: Il testo della mozione di censura presentata dai deputati radicali del Gruppo parlamentare federalista europeo
nei confronti del ministro degli esteri italiano Gianni De Michelis in relazione al suo atteggiamento politico sulla guerra in corso nell'ex-Iugoslavia, sul riconoscimento delle repubbliche di Croazia e di Slovenia e sull'accordo in materia di difesa stipulato con il governo inglese.
La Camera dei Deputati,
1. deplorando l'atteggiamento del Ministro degli Esteri che è stato parte attiva nella definizione della politica fallimentare e irresponsabile della Comunità nei confronti dell'ex-Iugoslavia;
deplorando l'opposizione del Ministro degli Esteri, anche all'interno della Comunità europea, al riconoscimento delle repubbliche dell'ex-Iugoslavia che hanno democraticamente e legalmente deciso la loro indipendenza e il suo sostegno ad una posizione di neutralità fra chi ha aggredito e chi è stato aggredito che ha di fatto legittimato l'intervento dell'esercito golpista e l'occupazione di una parte della Croazia da parte delle forze serbe;
deplorando l'atteggiamento del Ministro degli Esteri che si è reso complice del sabotaggio operato da altri Stati membri della Comunità contro l'istituzione dell'Unione europea e contro il conferimento dei poteri legittimi al Parlamento europeo, vanificando così le deliberazioni assunte dal Parlamento italiano;
2. considerando inoltre che la stampa ha dato notizia dell'esistenza di un'intesa fra il Governo italiano ed il Governo britannico sulle questioni della sicurezza e difesa dell'Europa realizzata dal Ministro degli Esteri Gianni De Michelis; intesa della quale il Ministro degli Esteri non ha dato alcuna notizia al Parlamento;
deplorando, sul piano dei contenuti, che tale intesa italo-inglese contrasta nettamente con gli orientamenti costantemente seguiti dal governo italiano e per i quali il Governo si è più volte impegnato di fronte al Parlamento italiano; e che essa è non solo assolutamente inadeguata di fronte all'evoluzione della situazione internazionale ed europea ed alle esperienze effettuate dalla Comunità negli ultimi mesi, ma che è soprattutto in palese e totale contrasto con gli orientamenti dell'Italia in tema di:
- Unione politica dell'Europa;
- realizzazione, nel quadro comunitario, di una politica estera e della sicurezza comune che integri progressivamente la dimensione della difesa;
- ruolo della NATO e necessità di una sua riforma - e non già di un suo rafforzamento - nel quadro della CSCE;
- ruolo dell'UEO nella prospettiva di un suo assorbimento nell'Unione politica alla scadenza del Trattato di Bruxelles nel 1998 - e non già di un suo ruolo autonomo e di una sua revisione nel 1998;
deplorando, sul piano del metodo democratico-parlamentare, che il Ministro degli Esteri ha determinato questa svolta negli orientamenti della politica estera italiana senza che il Parlamento abbia espresso su questo il proprio indirizzo;
deplorando che l'iniziativa italo-inglese ha largamente contribuito ad aumentare la confusione politica ed istituzionale nel negoziato intergovernativo per l'Unione politica, economica e monetaria, essendo rimasto il Governo britannico fermo alle sue posizioni di rifiuto di qualsiasi passo in avanti della Comunità verso un rafforzamento delle sue caratteristiche federali ed avendo i Governi francese e tedesco approfittato della inusuale iniziativa italo-britannica per assumere iniziative altrettanto inusuali dalle quali l'Italia - ora schierata su posizioni tradizionali della diplomazia britannica - è stata accuratamente esclusa;
deplorando inoltre che, negli stessi giorni in cui veniva resa nota la dichiarazione comune italo-inglese, il Ministro degli Esteri contribuiva ad affossare il progetto di trattato olandese sull'Unione politica che conteneva dei miglioramenti sostanziali sul piano della riforma democratica delle istituzioni comunitarie; per tornare al progetto lussemburghese che era stato considerato in giugno assolutamente inadeguato ed in contrasto con gli orientamenti stabiliti dal Consiglio europeo di Roma;
Censurando quindi la politica estera fin qui seguita dal governo
Impegna il Governo a modificare radicalmente la politica estera fin qui seguita in particolare per quanto riguarda il riconoscimento delle repubbliche dell'ex-Iugoslavia che hanno dichiarato democraticamente e legalmente la propria autonomia e per il rispetto delle
deliberazioni del Parlamento in materia di Unione europea.
Emma Bonino
Giuseppe Calderisi
Roberto Cicciomessere
Sergio Stanzani
Giovanni Negri
Sandro Tessari
Bruno Zevi