SOMMARIO: Si propone che "Comitato Straordinario di Coordinamento degli iscritti al Partito Radicale residenti in Italia" abbia "piena capacità politica ed operativa non appena si sarà verificata l'iscrizione, entro il termine di una settimana dalla fine del Congresso, di almeno duemila cittadini italiani al Partito Radicale del 1992". La mozione è stata respinta.
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I radicali residenti in Italia, riuniti per la quarta volta in Congresso dal 9 al 12 gennaio 1992, giudicano il comportamento del governo italiano sempre più di mera connivenza con quello di una Comunità europea incapace e, quindi, correa dei delitti che si stanno compiendo in questo momento in buona parte d'Europa, non solo balcanica. Di fronte a tale connivenza culturalmente attigua a logiche esasperatamente nazionalistiche ed antifederaliste e, come tali, distruttive della pace, della crescita civile, sociale e politica di quei Paesi europei e non europei che in questi mesi stanno faticosamente conquistando e riconquistando a se stessi ed alla propria storia la vita di un diritto e di una legalità mortificate in questo secolo dai nazismi, degli stalinismi, dalle cadute di democrazia, ribadiscono la necessità di una aggregazione politica e partitica delle coscienze che attraversi i confini e le loro storie, e auspicano da subito la crescita per il 1992 del Partito Radicale, transnazionale e transpartitico.
Una crescita che ne consenta l'attività e l'ulteriore sviluppo fra quelle genti, quei popoli che ancora in queste ore hanno dimostrato la volontà di non sottostare, grazie al rigore della nonviolenza, della disobbedienza civile, del "tradimento" agli imperativi di morte, fisica e del diritto, imposti dalle stupidità nazionalistiche e storicamente criminali.
In una condizione di infamia istituzionale e costituzionale per un Paese come l'Italia che è capace ancora, grazie alla forza delle utopie e delle speranze organizzate fra la gente, per le strade (come la campagna referendaria sui 9 referendum-10 firme contro la partitocrazia ha dimostrato) di reagire in qualche modo a questa impasse, i radicali confermano l'unica scelta della modifica del sistema elettorale in senso uninominale maggioritario ad un turno, con eventuale parziale correzione proporzionale, come unica via da percorrere, insieme a quella che è la forza programmatica, positiva di tutti i quesiti referendari che la Corte Costituzionale, chiamata a decidere secondo il diritto e la legge cui ancora dice di uniformarsi, non può, lo crediamo, bocciare.
E sulla base di quest'unica piattaforma programmatica, forte di milioni di sottoscrizioni, si costituisce il Comitato straordinario di coordinamento come previsto dall'art. 12 del regolamento approvato a larghissima maggioranza dal IV Congresso italiano del Pr, Comitato che avrà piena capacità politica ed operativa non appena si sarà verificata l'iscrizione, entro il termine di una settimana dalla fine del Congresso, di almeno duemila cittadini italiani al Partito Radicale del 1992.