Pannella accusa - il sue disegno? E' quello di creare un nuovo regime - "Vuol scatenare lo scontro, anche sanguinoso"di Marina Corsi
SOMMARIO: Nelle parole del Presidente Cossiga che si è dichiarato "pronto a fuoriuscire dallo Stato di diritto" Pannella scorge "un disegno folle, di un'avventura già tentata nella seconda metà degli anni settanta, ma che allora per fortuna non andò in porto: scatenare uno scontro, anche sanguinoso, per chiudere questo regime". Sulle polemiche a proposito della sua "difesa" di Salvo Lima, ribadisce il coinvolgimento di tutti i partiti - in prima linea il Pri - nella gestione del potere in Sicilia.
(L'INDIPENDENTE, 18 marzo 1992)
MILANO. Ecco, dice, ci siamo, il momento è giunto. Marco Pannella ha ascoltato e riascoltato le parole con cui Cossiga s'è dichiarato "pronto a fuoriuscire dallo Stato di diritto" e vi ha riconosciuto le tracce di "un disegno folle, di un'avventura già tentata nella seconda metà degli anni settanta, ma che allora per fortuna non andò in porto: scatenare uno scontro, anche sanguinoso, per chiudere questo regime".
Nella spartanissima sede del Partito radicale, Pannella - salito a Milano ieri pomeriggio per presentare la lista che porta il suo nome - disegna un quadro allarmato ed allarmante del futuro prossimo. La parole "golpe" non viene pronunciata, ma i sinonimi abbondano. Si tratta, dice, d'un disegno che nel '77, al tempo dell'assassinio di Giorgiana Masi, fu accantonato. L'"incidente", con la scoperta dei responsabili fra gli agenti travestiti da autonomi, bloccò infatti "un progetto per decine di morti che avrebbe dovuto condurre alla sospensione dei diritti costituzionali in tutta l'Italia".
Ma ora il disegno ritorna: "Sull'onda dell'assassinio di Lima, mentre Scotti dichiara di attendersi altri assassinii eccellenti, il presidente ha già iniziato la campagna di utilizzazione di questi assassinii eccellenti".
Non è questo, sottolinea Pannella, un convincimento recente, "tanto che scrissi a Cossiga, due giorni prima che fosse eletto, impetrando che questa sua elezione non comportasse sciagure per sé e per il Paese". Ed ora una conferma - aggiunge - è venuta dalle affermazioni di Edgardo Sogno, anche se poi mezzo smentite. "Basta un nuovo scherzetto come in quel 13 maggio 1977. Un incidente sanguinoso, poi l'uso degli "ascari" (e non è un caso che Fini adoperi tale termine per sé ed i suoi), poi l'intervento del Capo delle forze armate già quest'anno ha istigato i carabinieri e che si sta interessando ai servizi segreti".
Marco Pannella torna a parlare di Salvo Lima, da lui difeso fra lo sbigottimento degli stessi radicali "per un gesto di pìetas, ma anche per un atto di verità, nonostante abbia polemizzato con lui da oltre 15 anni". Perché "Perché il Pri, il Pds e l'allora Pci e tutti gli altri collaboravano con lui". E Ciancimino "uomo di Lima"? Altro falso, sostiene e ricostruisce le modalità dell'elezione di Ciancimino a sindaco di Palermo nel novembre 1970, col voto contrario dei dc limiani: "E l'indomani entra nel palazzo del Comune sottobraccio a Mattarella, che ne è lo sponsor".
Ce n'è per tutti, anche per il Pri di La Malfa Figlio, "benvenuto nell'opposizione, che non è cosa facile da fare, soprattutto se sotto riflettori compiacenti", ma soprattutto per il Pri di La Malfa Padre "che nel 1970 minaccia la crisi di tutte le giunte centriste d'Italia se la maggioranza fa cadere Ciancimino". Ed oggi "in Sicilia il Pri è in 39 giunte con la Dc: in 27 di esse la Dc ha la maggioranza andreottiana, cioè limiana".