VERSO LE ELEZIONIPARLA FRANCESCO RUTELLI COORDINATORE DEL "SOLE CHE RIDE"
Intervista a Francesco Rutelli di Gianluca Luzi
SOMMARIO: »I verdi non hanno un segretario, non hanno nemmeno un leader carismatico, Del resto non sono neanche, e non vogliono essere, un vero partito. Ci tengono a restare un movimento, magari disordinato, pittoresco, a volte condito di ingenuità, ma essenziale per diffondere il Verbo ambientalista. Superate le vecchie divisioni, i verdi affrontano la prova della verità e pensano addirittura al giorno in cui andranno al governo, naturalmente solo se e quando sarà un governo "di svolta e costituente".
(LA REPUBBLICA, 28 marzo 1992)
D: Senta Rutelli, in Francia i verdi hanno ottenuto alle elezioni un clamoroso quindici per cento. Voi che risultato sperate di raggiungere?
R: Io faccio una valutazione realistica: penso che avremo fra il quattro e il cinque per cento, che comporta il raddoppio dei seggi in Parlamento.
D: Che uso farete della vostra forza parlamentare?
R: Dal giorno dopo le elezioni dobbiamo metterla in campo, perchè può e deve essere una forza determinante in un momento così cruciale per la vita della Repubblica. I temi di cui siamo portatori sono i temi cruciali per l'organizzazione della nostra società.
D: Avete detto di essere disponibili a entrare in un governo costituente. Che caratteristiche dovrà avere?
R: Per essere un governo di svolta dovrà tagliare nettamente con il passato e con il presente. Per essere un governo costituente dovrà porsi quattro grandi obiettivi: la riforma elettorale, un risanamento vero dei conti dello Stato, una azione efficace per contrastare il radicamento sul territorio della criminalità organizzata, un programma di conversione ecologica e di risanamento ambientale per cui, in cinque anni, da una posizione di retroguardia, l'Italia passi in una posizione di avanguardia sulle questioni ambientali. Queste sono le condizioni per fare un governo di svolta e costituente. Naturalmente un governo del genere dovrebbe avere la capacità di compaginare le attuali ossificazioni della politica. Dovrà essere un governo che individui candidature credibili, programmi credibili e strumenti per attuarli.
D: Qual è il vostro progetto di riforma elettorale?
R: I verdi non sono un partito tradizionale e quindi abbiamo posizioni differenziate tra noi: per esempio alcuni aderiscono al patto Segni e altri no. Siamo comunque per l'elezione diretta, da parte del popolo, dell'esecutivo, dal sindaco al presidente del Consiglio e per un impianto effettivamente federalista e regionalista dell'assetto istituzionale.
D: Federalista come quello delle leghe?
R: Assolutamente no, federalista come la Costituzione prescriverebbe. Noi siamo con Cattaneo, col federalismo vero e contro il localismo avventurista delle leghe.
D: Il vostro slogan elettorale è "non vi promettiamo la luna ma vi garantiamo la Terra". Per garantire la Terra bisogna occuparsi di economia. Qual'è il vostro programma, che modello economico avete in mente?
R: Faccio un esempio. Oggi il mondo si trova di fronte alla necessità di convertire i complessi militari-industriali dal momento che non c'è più il confronto tra Est e Ovest. C'è la necessità di una riconversione dell'apparato della ricerca, dell'iniziativa tecnologica e della produzione che occupa decine di migliaia di persone e coinvolge capitali immensi. Un processo di questo tipo nell'immediato costa, è oneroso perchè bisogna ristrutturare industrie che non sono pronte a competere con il mercato civile, però in prospettiva è formidabile. D'altra parte le economie che hanno vinto nel mondo in questo dopoguerra sono quelle tedesca e giapponese che erano state obbligate a riconvertire la loro industria bellica. Lo stesso deve avvenire per l'ambiente: pagheremo dei costi per la conversione ecologica dell'economia, ma costruiremo una società più sana e con grandi vantaggi economici nel medio periodo".
D: A quali ministeri sareste interessati in un ipotetico governo costituente?
R: L'Ambiente, naturalmente, ma anche il Bilancio e l'Industria. E credo che dovremmo chiedere anche i Beni culturali che sono considerati un ministero di serie C ma che invece dovrebbe essere strategico per tornare ad essere il Bel paese.
D: Mai come quest'anno si sono viste tante sigle sulle schede elettorali. Vi preoccupa questa situazione?
R: E' la dimostrazione che c'è una situazione di estrema confusione. Il sistema proporzionale è diventato un meccanismo di conservazione del potere, perchè i partiti che governano sono da tempo ormai molto al di sotto del cinquanta per cento degli elettori e stavolta il quadripartito non raggiungerà nemmeno il quaranta per cento. Questo significa che il meccanismo proporzionale tiene in sella partiti logori e coalizioni prive di maggioranza reale e impedisce che le formazioni nuove possano assumersi responsabilità di opposizione e di governo adeguate.
D: Ma non pensate che per la causa ecologista sarebbe più utile disseminarsi nei vari partiti, invece di aggiungerne un altro alla lista?
R: Oggi no. Non escludo che tra alcuni anni questo possa accadere, ma oggi l'esperienza ci dimostra che quando esistono candidature ambientaliste anche serie in partiti che sono condizionati da interessi opposti, queste persone vengono stritolate. Quindi oggi l'unica possibilità che l'ambientalismo vada avanti è affidata al successo dei verdi. Se perderemo le elezioni, la questione ambientale verrà rimessa nel cantuccio e il partito della cementificazione, della speculazione, del degrado ambientale non avrà più oppositori.
D: Lei viene da una lunga esperienza politica nel Pr. Cosa la unisce e cosa la divide da Pannella?
R: E' buona l'idea della lista Pannella. Meno buone certe posizioni politiche: difende Craxi, Gaspari, Lima e polemizza con il patto referendario.
D: E con Craxi? Come mai dalla polemica politica siete passati alla guerra, a causa di quella lista di disturbo che secondo voi è stata inventata il via del Corso?
R: C'è una sola lista dei verdi in tutta Italia, meno che in tre regioni: Lazio, Veneto e Friuli, dove noi invitiamo gli elettori a stare bene attenti e a votare il Sole che ride. I socialisti hanno messo in piedi questa listarella fantoccio per cercare di confondere gli elettori e di disturbarci. Craxi è una grande delusione. Ha dimostrato non solo di non essere in grado di aggregare forze riformatrici ma di essere capace soltanto di tentare microscissioni e operazioni di disturbo che producono zero voti per il suo partito e molta inimicizia nelle forze politiche che tenta di danneggiare. E' una cosa suicida, assurda, il punto più basso di questa deludente involuzione di Craxi che ha iniziato proponendosi come il Mitterand italiano e finisce a promuovere operazioni tipo Pietro Longo, Rosa Filippini, Borghini e Gunnella.