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Il Partito Nuovo - 30 marzo 1992
Parlamento europeo: una vittoria radicale

SOMMARIO: Pubblichiamo il preambolo al documento approvato, nel mese di novembre 1991, dalla Commissione d'Inchiesta del Parlamento europeo sul diffondersi del crimine organizzato legato al traffico della droga nei Paesi Membri della Comunità europea.

(IL PARTITO NUOVO - N. 6 - MARZO 1992)

Il potere delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di droga registra un'espansione preoccupante. Esso ha effetti sempre più gravi sulla società e sulle istituzioni politiche degli Stati membri, scalza le basi dell'economia legale e minaccia la stabilità degli Stati della Comunità. I profitti finanziari resi possibili dal traffico di droga consentono alle organizzazioni criminali che lo gestiscono di contaminare e corrompere le strutture degli Stati a tutti i livelli.

Il costo assai elevato delle droghe sul mercato è causa di delinquenza, di insicurezza, di disordine e di discriminazione sociale e razziale. La salute dei consumatori di droghe proibite soffre non solo per gli effetti delle sostanze consumate, ma anche per la situazione di illegalità nella quale il mercato si sviluppa.

Nella comunità, soprattutto in alcuni paesi, la diffusione della criminalità organizzata, la sua potenza finanziaria, la sua capacità di infiltrarsi nelle istituzioni e di orientare il consenso elettorale, le attribuiscono un potere di condizionamento e di ricatto che incide sulle decisioni politiche. Più volte, come dimostra lo scandalo della BCCI, sono emerse chiaramente collusioni tra gruppi criminali, da un lato, e servizi segreti e altri poteri dello Stato, dall'altro, in attività eversive o di riciclaggio, di finanziamento occulto, di sfruttamento delle stesse istituzioni finanziarie. Tutto ciò indebolisce la volontà politica di colpire le principali centrali del traffico internazionale della droga.

Di fronte a questa situazione, il PE propone una serie di raccomandazioni volte a migliorare l'efficacia della repressione, conformemente al contenuto della Convenzione di Vienna del 1988. Le presenti raccomandazioni si ispirano ai seguenti criteri.

Le forze di polizia, di dogana e il sistema giudiziario devono concentrare le proprie attività sulla repressione del traffico e del reato di riciclaggio, garantendo allo stesso tempo il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dell'individuo.

I vari servizi e strutture comunitari, nazionali e regionali, preposti alla repressione, devono essere soggetti al controllo parlamentare.

Le politiche finora attuate non hanno conseguito l'obiettivo prefissato: bloccare o quanto meno ridurre la penetrazione del traffico di droga nella CEE. Finora la repressione ha avuto un'incidenza valutata tra il 5 e il 15% sul traffico di stupefacenti e sul derivante traffico di capitali. Occorre quindi valutare se, ammettendo che sia possibile, un incremento determinante dell'efficacia della repressione possa colpire in misura significativa, se non definitiva, il traffico, oppure se non sia opportuno ipotizzare altre strade.

La Commissione chiede quindi di procedere ad una valutazione dei costi e dei benefici della politica attuale in materia di droga, tenendo conto dei seguenti indicatori: condizione di vita dei consumatori di droghe illegali; diffusione dell'AIDS e dei rischi di overdose tra i tossicomani; ruolo dell'economia della droga nelle regioni meno sviluppate; influenza del traffico di droga e penetrazione della criminalità nel sistema politico e nell'amministrazione pubblica; numero e tipologia dei reati violenti nelle città; percentuale dei processi per reati legati alle leggi sulla droga rispetto alla globalità dell'attività giudiziaria e della popolazione carceraria.

Deve essere prevista l'elaborazione di politiche nuove.

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Marco Taradash

Marco Taradash, Vice Presidente della Commissione d'Inchiesta sul traffico di droga nella Comunità europea, membro del Consiglio Federale del Partito Radicale, ha dichiarato:

»E' finito, almeno sul piano formale, il monopolio dell'ideologia proibizionista sulla politica della droga. E' il primo passo per mettere fine al monopolio delle organizzazioni criminali sul traffico di droga. Per la Commissione occorre procedere ad una verifica dei costi e benefici della politica fin qui perseguita dai Parlamenti nazionali della Comunità, sulla base di indicatori che vanno dal diffondersi della delinquenza all'intasamento dei tribunali, dalla diffusione dell'Aids e dei rischi di overdose fra i tossicomani alla corruzione nella politica e nell'economia. Ne deriva che deve essere prevista l'elaborazione di una nuova politica, sulla base di questi criteri: 'il possesso di stupefacenti per uso personale non dovrebbe essere considerato un reato penale' e 'l'assistenza ai tossicodipendenti non deve più essere ostacolata dalle leggi penali'. Si raccomanda la somministrazione controllata delle sostanze stupefacenti, la distribuzione gratuita di siringhe, l'utilizzo di farmaci sostitutivi, come il

metadone o il temgesic. Allo stesso tempo la commissione chiede, per stroncare il riciclaggio del denaro della droga, di studiare i mezzi atti a impedire l'accumulo di tali profitti tramite la regolamentazione del commercio delle sostanze oggi proibite .

 
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