Intervista a Marco Pannella di Giancarlo LoquenziSOMMARIO: Marco Pannella propone di mandare a casa chiunque, ad ogni livello, abbia avuto incarichi di governo per due intere legislatura. "Cambiare è possibile con le forze parlamentari schierate per i referendum e le riforme". PDS: "Più sono deboli, più sono corteggiati, più la loro linea è senza strategia più stanno bene a tutti".
(L'INDIPENDENTE , 21 aprile 1992)
ROMA. Marco Pannella si crogiola al sole di un'improvvisa primavera romana. E' ancora sotto l'effetto inebriante del tipo di successi che preferisce: quelli personali. E non si può negare che il risultato del 5 aprile che ha inviato a Montecitorio ben sette deputati sia tutto da addebitare al suo nome Giacinto Pannella, detto Lista, come lo hanno ribattezzato quelli di Avanzi. In più le situazioni difficili e confuse che normalmente debilitano gran parte della classe politica, a lui gli danno la carica. Gli piace in particolare venire in soccorso dei partiti in difficoltà, così come gode a flagellare quelli in auge. Anche se non lo ammette.
"Non faccio mica la crocerossina, guardate come tratto la classe dirigente dei verdi. Più in difficoltà di così. Guai a rendersi complici dei loro errori"
Con Craxi però è successo in passato e nell'ultimo vostro incontro è sembrato risuccedere.
Da parte di Craxi c'è solo una valutazione molto positiva del nostro potenziale. Da parte nostra oggi non siamo in grado di dargli indicazioni. Si possono proporre soluzioni istituzionali anche importanti se di fondo c'è un accordo strategico. C'è stato nell''86 quando gli proponemmo l'eptapartito con noi e con i verdi e credo che oggi Craxi rimpianga di non averlo fatto. Comunque lui è l'unico che mi cerca.
E gli altri la sfuggono?
Per quel che riguarda il Pds sarei addirittura tentato di dare un'interpretazione psichiatrica. In realtà no, è politica. Sanno benissimo che se ci incontrassimo, le nostre proposte sull'uninominale, sull'antiproibizionismo, sul limitare a 10 anni gli incarichi di governo, aprirebbero un dibattito nel partito. Mentre il Pds ha una classe dirigente abituata a decidere e poi a farsi legittimare. Pensate che vanno avanti senza statuto, quello provvisorio è scaduto ad ottobre.
Lei però all'inizio credeva nel Pds.
Io non avevo più illusioni sulla sorte del nuovo partito già nel gennaio del '90.
Oggi è un partito che però è corteggiato da tutti.
Più sono deboli, più sono corteggiati, più la loro linea è senza strategia più stanno bene a tutti.
Meno che al Psi. Come mai a sinistra non succede nulla di nuovo?
Non mi occupo della sinistra. Questa sinistra, come questa destra sono realtà sociologiche che vanno analizzate, comprese e superate. Comunque mi pare succeda peggio che niente. Al Pds pronostico una risistemazione nel tripartito istituzionale sul modello RAI TV, con un seguito demagogico come compensazione.
Sulle prossime nomine istituzionali come siete schierati?
Tanto per cominciare dicendo che gli unici accordi politici si devono fare proprio sulle cariche istituzionali, mentre tutti vanno ripetendo che quelle devono esser tenute fuori.Il Pds per esempio ha sempre negato che ci fossero accordi politici dietro l'elezioni della Jotti nell'83 e nell'87, prendendo in giro gli elettori e loro stessi.
Per il Quirinale proponete ancora Oscar Luigi Scalfaro, come nell'85. Che cosa ve lo fa prediligere?
Ora che ha aderito ufficialmente alla dissennata linea "ultrà" di Muccioli in tema di proibizionismo sulle droghe, la proposta è più convinta di prima. Se conosco bene Scalfaro, da Presidente sarebbe ancora più esplicitamente al di sopra delle parti.
E per le presidenze di Camera e Senato che si decidono tra due giorni avete indicazioni?
Non sta a noi dare indicazioni. Ho sentito candidature grottesche come quelle di De Mita e Labriola.
E su altri come Amato e Napolitano?
Su Amato sono profondamente avverso, è stato pernicioso alla politica socialista e quando teneva i rapporti tra governo Craxi e Parlamento ha procurato un sacco di guai a governo e Parlamento. Napolitano potrebbe farlo con decoro e capacità.
Cosa faranno i sette della Lista Pannella in Parlamento?
Stiamo per lanciare una proposta di legge di iniziativa popolare perché non siano più candidabili a posizioni di governo nazionale o locale coloro che abbiano già governato per dieci anni in totale. Tutti a casa! Vi rendete conto di cosa accadrebbe? Ed è del tutto realizzabile se ci staranno leghe, le reti, i "riformatori" alla Segni e i Rifondatori di vario tipo. Poi depositeremo una legge già firmata da cinquecentomila cittadini per eleggere la Camera col sistema uninominale all'inglese, con una correzione proporzionale.
Cercherete l'appoggio dei candidati del "patto Segni" visto che il sistema è lo stesso di quello chiesto dal referendum per il Senato?
Vedremo, per ora non sono altro che un elenco. Segni comunque non mi telefona da tre mesi. Quanto al referendum sul Senato quasi certamente la Corte Costituzionale, questa cupola della mafiosità partitocratica, impedirà che si possa tenere, anche se faremo il possibile per riuscire a salvarlo.
Segni alla Presidenza del Consiglio potrebbe essere utile?
Perché no? La Dc resta di gran lunga il primo partito italiano e, come gli spiego da un decennio almeno, lui è l'ideale per soluzioni politiche consociative più democratiche e più avanzate prima col Pci e oggi col Pds.
Il 29 aprile si apre a Roma il 36· congresso del Partito Radicale, con quali prospettive?
Sarà innanzitutto il primo congresso del Partito trasnazionale e traspartito, è una novità assoluta. Solo il 40 per cento degli iscritti sono italiani mentre gli altri vengono soprattutto dall'ex URSS, dove si riflette di più e meglio sulle nuove forme di democrazia. Ma non voglio dirvi altro. Prima occorre far capire cos'è il partito Radicale . Fate un'inchiesta, la prima, poi ci risentiremo.