DEI PRIGIONIERI DI GUERRA IN SERBIA ED IN CROAZIASOMMARIO: Petizione sullo scambio dei prigionieri di guerra fra Croazia e Serbia predisposta per il 36· Congresso del Partito radicale (Roma, Hotel Ergife, 30 aprile - 3 maggio)
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Al Segretario generale dell' ONU Butros Ghali
Al Presidente del Parlamento Europeo Egon Klepsch
Al Presidente della Commissione europea Jacques Delors
Al Presidente della Repubblica serba Slobodan Milosevic
Al Comandante in capo dell'esercito federale Blagoje Adzic
Al Presidente della Repubblica croata Franjo Tudjman
Al Presidente della Repubblica di Bosnia Herzegovina Alija Izetbegovic
I sottoscritti cittadini europei,
richiamati
la carta delle Nazioni Unite, l' Atto finale di Helsinki, la Carta di Parigi, la Dichiarazione universale dei diritti dell' uomo e in particolare la Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra, sottoscritti dalle parti in causa e dall' ex-federazione jugoslava;
considerati
i numerosi rapporti sulla situazione in ex-Yugoslavia, curati da organizzazioni internazionali quali Amnesty International ed Helsinki Watch, le testimonianze raccolte dalla CRI e da vari organi di informazione;
rilevati
l'alto numero di vittime, i ferimenti, le torture, le condizioni di sussistenza precarie e degradanti di migliaia di persone, in maggioranza civili, arrestati nei territori croati occupati dall'esercito federale e detenuti in decine di campi di prigionia, in Serbia e specialmente in Vojvodina;
rilevata
l'esistenza di casi analoghi, in misura comunque minore e non paragonabile, in alcuni campi di prigionia in Croazia;
rilevato
l'accordo sullo scambio dei prigionieri, sottoscritto tra rappresentanti dell'Armata federale e del Governo croato, alla presenza degli osservatori della Comunità europea, già l'8 novembre 1991, più volte ribadito ed ispirato al principio dello scambio globale e contemporaneo di tutti i prigionieri;
rilevato altresì
il perdurare delle detenzioni e delle violazioni, nonostante la tregua ufficialmente in corso dal gennaio del 1992 e nonostante l'insediamento delle forze di pace dell'ONU;
CHIEDONO
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
di attivare tutti gli organismi competenti, a cominciare dalle forze UNPROFORM già stanziate in Bosnia e Croazia, al fine di un deciso intervento per l'immediato rilascio di tutti i prigionieri civili, oltreché per il conferimento di garanzie processuali e condizioni dignitose ai prigionieri militari;
di vigilare inoltre affinche le medesime situazioni non abbiano a ripetersi e ad aggravarsi con l'afflusso di nuovi prigionieri a causa del conflitto in Bosnia Herzegovina;
Al Presidente del Parlamento europeo
Al Presidente della Commissione europea
di costituire urgentemente ed inviare, rispettivamente, una delegazione di membri del PE ed una delegazione di funzionari della Comunità con il compito:
- di visitare i prigionieri nei vari campi di detenzione nelle due repubbliche al fine di accertare le condizioni ed il numero degli attuali detenuti;
- di sollecitare e verificare l'applicazione del citato principio di "scambio globale", offrendo alle parti interessate i loro buoni uffici per l' effettivo rilascio di tutti i detenuti.
INVITANO
Il presidente della Serbia ed il comandante in capo dell'armata federale, i presidenti di Croazia e Bosnia Herzegovina:
a sollecitare l'intervento degli organismi internazionali ed a farsi ugualmente promotori, presso la Conferenza di Pace dell'Aja, dell' invio della delegazione europea;
a predisporre inoltre tutte le misure necessarie a consentire agevolmente il lavoro della delegazione.