SOMMARIO: Afferma di non credere negli "indipendenti". Deve essere titolo di "fiducia" saper essere "parte", democraticamente, e nutrendo di questo "la propria libertà e le proprie indipendenze". Questo è il caso di Scalfaro, che non è più, infatti, "parte organica del potere del suo partito..."
Lo stesso potrebbe dirsi per Stefano Rodotà, che egli, Pannella, si augura possa essere eletto Presidente della Camera; mentre la candidatura di Napolitano è più "politica", meno "istituzionale". Napolitano sarebbe meglio stato un Presidente del Consiglio, e comunque le sue doti e qualità ne fanno un uomo "in riserva della Repubblica". Esserne consapevoli può fare avanzare sulla strada "della conquista di democrazia".
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 30 maggio 1992)
"Alla guida delle Istituzioni, più di ogni altra responsabilità pienamente politica, non vogliamo "indipendenti". Deve essere titolo di merito e di fiducia il saper essere "parte" e "partito"; ma democraticamente, nutrendo di questo la propria libertà e le proprie interdipendenze. Gli "indipendenti" sono, di loro natura, i veri "dipendenti", automizzati, irresponsabili, solitari consumisti di sé e delle cose.
La reiterata, nobile professione di appartenenza e di amore per la propria parte politica ha costituito un momento eccelso dell'intervento di ieri del Presidente Scalfaro. Solo chi sa onorare in tal modo il proprio esser parte ed il proprio partito è garante dello stesso sentimento verso chiunque appartenga ad altra parte, ad altro partito.
Ma non è un caso se Oscar Luigi Scalfaro non era più parte organica del potere del suo partito ed in esso, nell'ambito del contesto partitocratico.
Stefano Rodotà ha oggi parte e partito. E' Presidente del Consiglio Nazionale del PDS. Ma esprime una sua storia singolare nell'ambito della classe dirigente del PDS; storia che ha forti radici liberaldemocratiche e forti connotati di cultura del diritto e dello Stato di diritto. E', inoltre, Vice-Presidente Vicario della Camera ed il suo impegno politico è stato, per l'essenziale, unicamente impegno parlamentare.
Ecco perchè mi auguro che egli sia eletto Presidente della Camera e saluto con gioia il fatto che, sin da ora, la sua candidatura è proposta dal Gruppo Verde, dalla Rete, oltre che dal nostro Gruppo, come accadde per la candidatura di Oscar Luigi Scalfaro a Presidente della Camera.
La candidatura di Giorgio Napolitano è invece una candidatura più "politica", meno "istituzionale", dai contorni e dai criteri diversi o più generali, forse generici.
Io ritengo che, se vogliamo oltretutto rinnovare politica e partiti, premessa necessaria o opportuna al rinnovamento delle istituzioni, Giorgio Napolitano può essere, è, candidato alla Presidenza del Consiglio nel nostro paese, nel nuovo contesto storico che la Presidenza Scalfaro può aprire, poichè la Costituzione prescrive che è il Presidente della Repubblica che "nomina i ministri".
La nobiltà, l'esperienza, l'immagine e la identità dell'uomo è tale che occorre dire e dirsi che egli è "in riserva della Repubblica". Così come, certamente, altri. A cominciare da Bettino Craxi, certamente; e gli altri candidati dei quali si parla. Esser consapevoli di questo può portarci lontano nella strada della conquista di democrazia e di giustizia, di ordine".