Per la Presidenza in XIII i Partiti non trovano l'accordoIl leader radicale: "Io sono ancora disponibile"
Intervista a Marco Pannella di Alessandro Zavatta
SOMMARIO: Marco Pannella dichiara la sua delusione per l'incapacità dei partiti di decidere tempestivamente sulla presidenza della XIII circoscrizione del comune di Roma (Ostia). Pannella, che aveva offerto la propria disponibilità ad assumere la presidenza della circoscrizione per cento giorni al fine d'impostare la soluzione dei problemi del litorale romano, critica in particolare il comportamento del Pds che lo aveva proposto alla presidenza solo perché sperava che non accettasse.
(PAESE SERA del 28 luglio 1992)
Ostia. "Sono deluso. Mi rammarico di questa situazione. Riconvocherò il consiglio a termini di legge". Marco Pannella è chiaro, deciso severo. Il leader radicale aveva dato la propria disponibilità a farsi carico della presidenza della XIII circoscrizione. Il Pds, Pri e Verdi lo avevano candidato alla guida del parlamentino di Ostia. Dc e Pli avevano accettato l'idea. Obiettivo: una giunta di cento giorni per aprire una vertenza con comune di Roma e Regione Lazio per risolvere i problemi del litorale. Invece la seduta consiliare convocata per ieri alle 17 è durata appena 10 minuti. Dopo 40 giorni di trattative andate a vuoto, Pannella ha rilanciato l'ipotesi di un governo straordinario. Ma dopo 45 minuti di accesso confronto fra i capigruppo (naturalmente fuori dall'aula), non si è risolto nulla. Quando sono ritornati sugli scranni, il leader consiliare della Dc Lino Bosio, non ha potuto far altro che annunciare a Pannella, che in qualità di consigliere anziano ricopre il ruolo di presidente provvisorio c
he: "non abbiamo nessun documento da presentare". Sotto l'unica proposta annunciata è comparsa solo la firma di Pannella.
Accanto, scritti in stampatello, i nomi dei capigruppo Dc Bosio, Pds Ribeca, Verdi Bonelli e Pri Bazzini.
Loro però non hanno controfirmato.
Un nulla di fatto, dunque, che ora rimanda tutto alla prossima riunione consiliare con dietro l'angolo lo spettro di nuove elezioni. Se entro il 10 agosto i 25 consiglieri della XIII non avranno raggiunto un accordo ed eletto il nuovo presidente, lo statuto capitolino impone lo scioglimento dell'assise locale.
E pensare che proprio il giorno prima al Pontile di Ostia, Pannella aveva rilanciato nel suo comizio la "giunta dei cento giorni", anche se aveva preso in considerazione l'ipotesi di un possibile rinvio:
"La mia offerta resta - ci ha detto Pannella domenica al Pontile - è una offerta di servizio, anche se in pochi sembrano averlo capito. Le condizioni iniziali però sono saltate. I compagni del Pds di Ostia mi hanno proposto alla presidenza. Ma, da come io vedo le cose, speravamo che non accettassi. Quando al poker uno bleffare e poi l'altro scende a "vedere" è un guaio. La Dc è quella che si è comportata meglio".
Come vede i partiti della XIII?
"Sembrano divertirsi molto al gioco del cerino. Si passano il fiammifero con su scritto "no Pannella" e vogliono vedere a chi resta in mano"
Quali problemi affronterebbe per primi?
"Qui nessuno sembra capire che anche da un'istituzione locale con pochissimi poteri, si potrebbe comunque fare molto. Un tema per tutti: il commercio. Il "bailamme" che hanno sollevato i negozianti con le tangenti è stato riassorbito. Gli esercenti dovrebbero lottare anche facendo proposte, ad esempio chiedendo l'allungamento dell'orario di apertura fino a tarda sera. Per una località balneare è importante attirare visitatori. La XIII potrebbe farsi paladina dell'idea e, magari riuscire a spuntare per tutta la capitale una nuova normativa del commercio".