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Bocchino Italo, Pannella Marco - 15 ottobre 1992
Creiamo il fronte dei sì comuni
A colloquio con Pannella

di Italo Bocchino

SOMMARIO: I rapporti tra radicali e MSI. "C'è ancora una cosa che rivendico e che certamente è un tratto comune: Radio Radicale è stata spesso Radio-MSI"

("Repubblica Presidenziale", ottobre 1992)

Nasce il nuovo, la situazione politica è talmente in evoluzione da disorientare partiti e leader, i quali non sarebbero in grado di dire oggi che cosa accadrà la prossima settimana in Parlamento e fuori.

Questo passaggio da un ciclo all'altro induce tutti ad interrogarsi e ad interrogare, così come abbiamo fatto noi con Marco Pannella.

Anche per lui il "nuovo" è una incognita. "Non faccio prefigurazioni - dice nascosto dietro la nuvola di fumo del suo toscano che spesso sostituisce accendendo una "St. Moritz". Ma so che cosa farà Pannella: quello che ha fatto sempre". Poi risponde al telefono che squilla con maniacale insistenza, dice all'interlocutore che andrà a Ginevra ("All'estero le TV mi danno più spazio"), sorride divertito ed aggiunge: "Sono un 'arteriosclerotico', ripeto sempre le stesse cose da quando avevo sedici anni. Continuerò così".

D. In questo nuovo che si sta registrando in Italia è ipotizzabile un "fronte dei no", la convergenza di coloro che "non ci stanno" alle regole della partitocrazia?

R. "Più che pensare al "no" converrebbe andare ad inventare ed analizzare i "si" comuni, anche se sembrano pochi. I fronti del "no" valgono quando nascono spontaneamente sull'onda di qualche evento ed hanno vita breve. Per una convergenza duratura è necessario saldarsi attorno ad alcuni obiettivi".

D. Bisogna dar atto a Marco Pannella di aver sempre sostenuto la par condicio tra i partiti..."

R. "...perché opero e rifletto sulla forma-partito. Noi radicali siamo gli unici ad aver assicurato la biodegradabilità del partito appena viene raggiunto l'obiettivo".

D. Esiste un tratto comune tra radicali e MSI-DN?

R. "C'è ancora una cosa che rivendico e che certamente è un tratto comune: Radio Radicale è stata spesso Radio-MSI. Basti ricordare i vostri congressi, i convegni. Ecco come si realizza con i fatti la par condicio.

Poi ricordo che Gianfranco Fini, quando Almirante lo delegava a rappresentare il partito ai congressi radicali, si beccava gli applausi più forti rispetto agli altri partiti.

Apprezzavamo un giovane che doveva combattere la discriminazione per affermare le sue idee. Comunque i tratti comuni dovrebbero essere di più, ci vorrebbero più analogie".

D. ad esempio...

R. "Nel 1977 i quattro radicali facevano un duro ostruzionismo contro la legge Reale-bis.

Era molto difficile, ci fissarono sedute notturne ed un giorno accadde che in piena notte, mentre parlava in commissione Giustizia, Emma Bonino si sentì male, si sentì mancare.

Quel cedimento avrebbe rovinato una lunga battaglia.

Proprio quando le speranze sembravano perdute il deputato missino catanese Santagata, poi prematuramente scomparso, prese la parola al posto della Bonino, dandole la possibilità di riprendersi. Quel gesto lo ricordiamo sempre, è un germe che purtroppo è tardato a manifestarsi, anche se i rapporti sono ottimi".

D. Il Sud viene criminalizzato da alcuni come responsabile dello sfascio e cerca di reagire.

Come prevede che possa incanalarsi questa protesta?

R. "Il MSI-DN al Sud è in una posizione tradizionale, di vantaggio. Ma il fatto di esserci da trenta anni potrebbe dargli un ruolo marginale, seppur consistente. Quanto alle Leghe non penso che possano esplodere nel meridione, anche se, a mio giudizio, se Bossi in persona si candida a Roma, Napoli o Reggio Calabria potrebbe avere molti consensi".

 
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