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Pannella Marco - 8 novembre 1992
Le menzogne dell'Unità: dichiarazione di Marco Pannella

SOMMARIO: Pannella deplora le reazioni venute dall''Unità e dal PDS alla conferenza stampa nella quale egli stesso ed il Presidente del Consiglio G. Amato hanno annunciato alcune proposte riformatrici sulla linea dei referendum per le Regioni o per la droga. Ribadisce il dissenso sulla politica estera del governo, ma gli "dà atto" di aver voluto far tesoro dell'apporto di suggerimenti del Gruppo federalista.

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 8 novembre 1992)

Il fiele, le menzogne, l'inimicizia con cui l'Unità ed il PDS hanno accolto gli annunci riformatori e umanitari che abbiamo ieri dato, con il Presidente del Consiglio, costituiscono una prova di miseria politica e civile e di disprezzo per gli stessi lettori dell'Unità e per i militanti del PDS, che denunceremo con il massimo di determinazione.

Si tratta della goccia che fa debordare il vaso della sopportazione democratica e tollerante.

Gli annunci che abbiamo dato, gli obiettivi che abbiamo indicato con il Presidente del Consiglio, richiederanno infatti molta determinazione e capacità di realizzazione, niente affatto scontate, tanto più nel contesto politico del quale la reazione vetero-comunista è eloquante testimonianza.

Realizzare appieno gli obiettivi dei referendum del Comitato Giannini, di una parte di quelli delle Regioni, non significa "disinnescarli" - come è stato fatto per decine di casi nel passato - o tradirli (sempre con l'apporto ultradeterminante del PCI), ma renderli vincenti, convincenti.

Per la droga, sia il Presidente del Consiglio che noi abbiamo chiaramente detto e sottolineato che NON si supererà probabilmente il referendum.

Abbiamo, in esordio di conferenza stampa, dichiarato il nostro dissenso (del tutto nuovo rispetto al passato, fino a De Michelis) dalla politica estera e da quella della sicurezza, da quella comunitaria e da quella nella ex-Jugoslavia, indicando in questi punti centrali della politica del nostro paese l'obiettivo ambizioso e leale per una intesa di governo nuovo.

Ma rivendichiamo il diritto-dovere di dare atto al Governo di aver saputo e voluto, fin qui, far tesoro del nostro apporto di richieste e di suggerimenti, sui temi molto importanti e significativi.

Ora occorre operare perchè tempi e modalità siano rispettati e dal Governo e dal Parlamento e dalle forze politiche, malgrado la debolezza sgangherata della reazione pidiessina.

Altro che fiele e chiacchiere arroganti e frustrate.

 
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