di Ernestina MisciaSOMMARIO. [Intervista]. Emma Bonino tratteggia alcuni aspetti della sua vita, tanto pubblica che privata. E' una vita, dice la giornalista, ricca di "passione", anche se la Bonino rammenta che, a differenza di Pannella, lei ama conservare per sé parte del tempo. La Bonino racconta episodi e momenti della sua vita, si apre sui temi dei figli, del matrimonio, ecc. Rievoca il senso e le modalità della campagna di iscrizioni in corso, ecc., ammette di aver alcuni "idoli" cinematografici, in primo luogo Gene Hakmannn, che esprime "la carenza di educazione sentimentale" tipica degli uomini.
(NOVELLA 2000, 27 febbraio 1993)
Anche la passione, come il potere, logora chi non ce l'ha. E la passione, quella politica, per Emma Bonino, neosegretario del Partito radicale e prima donna eletta segretario di partito, è ancora vitalità, calore, voglia di vivere, entusiasmo, persino divertimento, tanto che, a distanza di diciassette anni dal primo ingresso in Parlamento, conserva una freschezza nello sguardo e nel corpo che la rende oggi quasi meglio di allora. Ma le battaglie politiche, sempre difficili per questi quattro gatti di radicali, l'affannoso correre di qua e di là a caccia di chi "rapinava" o annullava i diritti civili, la denuncia perenne di una corruzione dilagante di ideali e di sostanze, quanto e come le sono costate a livello personale, sentimentale, emotivo?
Ecco cosa risponde lei, che non nasconde le lacrime per essere stata eletta segretario in un momento drammatico del suo partito, di cui si giocano la scomparsa o la sopravvivenza. "Tutto ciò mi ha dato molto di più di quel che potrebbe avermi tolto. Un grande arricchimento interiore, per esempio. Certo poi mi è sempre mancato il tempo di dedicarmi a me stessa. Io non sono come Marco Pannella che vive a tutto tondo e politicamente 24 ore al giorno. Io ho bisogno di qualche pausa, la sera è mia e la conservo per me e i miei affari privati. Il resto, in fondo, è andato come volevo, com'è nella mia natura. A me, per dirne una, è sempre stato difficile fare certe cose che le persone fanno normalmente: che so, convivere, perciò non convivo e non mi sono mai sposata. Mi sembra talmente arduo questo esercizio quotidiano di tolleranza reciproca, richiede un tale governo delle proprie suscettibilità, che non mi ci sono mai provata. Di altre cose pure non mi occupo in casa. Mentre continuo, da sempre, a fare la spesa,
curare le piante, e cucinare, da buona piemontese sono brava davanti ai fornelli.
Un figlio... ci ho pensato verso l'84, avevo dei problemi, mi sono curata, e m'è venuta una intossicazione ormonale, a quel punto ho detto basta e ci ho rinunciato. E poi un po' mamma lo sono stata, con le due bambine che ho avuto in affidamento: Aurora dal '75 all'80 e Rugiada dal '77 all'81. Due storie di famiglie tormentate. Ora le bimbe sono cresciute, non vivono più con me, anche se l'affetto è intatto, anche se, personalmente, mi è costato molto separarmene, ma l'affidamento comporta questa eventualità".
Una vita conquistata giorno dopo giorno, questo sente congeniale, con lo sforzo e la capacità di consumarla pienamente da politica, da cittadina, da donna, anzi da persona, come preferisce dire. Vive da molti anni un amore che è ormai quasi un matrimonio, con Roberto Cicciomessere, anche lui esponente di spicco dei radicali, ma non le sono mancate altre storie importanti e durature.
"Anche la democrazia", precisa "si conquista un giorno dopo l'altro e ha un suo costo, in impegno e in denaro. Per questo abbiamo rilanciato questo ultimatum : o raccogliamo 30.000 nuovi iscritti entro la fine del mese, o ce ne andremo a casa. Mi rendo conto che chiediamo parecchio: la quota può apparire alta, 270.000 o 365.000, che però sono circa un cappuccino al giorno. Ma la gente deve capire che la politica ha un suo prezzo, e noi, il nostro, non l'abbiamo mai fissato con le tangenti, gli intrallazzi, la corruzione. Una volta Leonardo Sciascia mi disse una cosa, di cui solo ora capisco fino in fondo l'importanza. Eravamo immersi in uno dei soliti scandali nazionali e io me la prendevo, imprecavo contro questi latrocinii. Lui allora mi fece un paragone: non è questo il problema più serio, quanto la corruzione delle coscienze che toglie dignità ai cittadini. E per questo la strada sarà lunga. Ma nei periodi bui bisogna che qualcuno tenga acceso un lumicino come punto di riferimento. Una candela è un lume
precario, non si vede bene, e se ci si avvicina troppo dà fastidio: brucia, ma è fondamentale tenerla accesa. Oggi si comprende meglio quanto può illuminare la nostra fiammella. E tuttavia dobbiamo andare avanti. Siamo pochi, non più di venti. Costiamo poco, e quel poco, chi ha creduto in noi, deve darcelo. Chi ci vuole aiutare sappia che ha molti modi per farlo. Telefonarci al 689791 di Roma. Mandarci per posta un assegno barrato e non trasferibile. Andare in banca e chiedere per noi un bonifico indicando queste coordinate; A01025 03200 100050419. Recarsi alla posta per un vaglia telegrafico intestato a noi e su cui sia precisato che è per l'iscrizione. Se chi ora dà giustamente per scontati certi diritti politici, che sono entrati nel nostro vivere quotidiano, vuole che andiamo avanti, ci dia una mano a pagare le bollette che, detto per inciso, siamo gli unici a pagare". Occorre naturalmente precisare che la Bonino sa essere sempre così convincente che all'appello hanno già aderito nomi illustri dello spet
tacolo. Basta citare Vittorio Gassman, Renzo Arbore, Paolo Villaggio. E addirittura anche Vittorio Sgarbi. Da sottolineare che il merito va certo alle battaglie sociali nelle quali Emma si è sempre impegnata. Ma anche al suo stile che la rende sempre credibile.
"Anche se non mette più la "salopette" di jeans e gli zoccoli ortopedici con cui a 28 anni fece il suo ingresso alla Camera ("Ingrao", racconta "fece una riunione tutta basata sulla dignità del luogo in cui eravamo, e mi ci volle un'ora per capire che alludeva al mio abbigliamento. Ho abbandonato gli zoccoli, invece, perchè mi fanno male ai piedi") anche se ha imparato a usare i toni bassi piuttosto che gli acuti, il vigore è sempre lo stesso, come quando si scaglia contro Milosevic, che chiama il nuovo Hitler della Jugoslavia.
Vorrebbe qualcuno in particolare tra i nuovi iscritti? "Sì, per esempio Paola Borboni", risponde, "straordinaria, indistruttibile. Oppure Katharine Hepburn che mi piace molto con quell'aria apparentemente così fragile eppure così d'acciaio".
E tra gli uomini, chi la ispira di più? "Il mio idolo è Gene Hackman. Non è divo, non è artefatto, ha un'aria così normale. Un altro che amo molto è Massimo Troisi. Sì, tutti e due mi piacciono perchè esprimono la carenza di educazione sentimentale che hanno gli uomini, sono veri nell'essere così imbranati, nel non sapere quello che capita loro e quel che sta capitando alla loro partner. Ecco, se nelle donne la cosa che mi dà più fastidio è questo credersi alle volte degli esseri superiori, negli uomini mi irrita la disattenzione verso i sentimenti, questo loro stare al freddo e farti stare al freddo, anche perchè, poveretti loro, non sanno che cosa si perdono".