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Moizzi Letizia - 1 marzo 1993
Radicali, ultime ore di speranza
Dopo la manifestazione di Milano, raggiunte le 21mila iscrizioni: domani sera si decide la sorte del partito

Letizia Moizzi

SOMMARIO: Scherzosa e vivace cronaca della manifestazione al teatro Lirico di Milano del 28 febbraio 1993. Riporta efficacemente battute e dichiarazioni di Pannella.

(IL GIORNALE, 1 marzo 1993)

Milano - Aiuto! Marco Pannella, il grande ipnotizzatore, rosso in viso, esasperato dai suoi stessi appelli, al microfono da quasi un'ora (un minuto, direbbe lui), sta per commuoversi. La voce pare roca, incerta. Gli occhioni azzurri, sgranati, s'aggrappano al vuoto perchè ormai il pubblico del teatro Lirico (stracolmo e straradicale) l'ha guardato e riguardato tutto. E' già suo. Ma gli iscritti al "Partito radicale transnazionale" devono essere 30.000 - sennò addio - e l'ultimo dato viaggia sui 21.000. La scadenza (mezzanotte di domenica) slitta a martedì per via dei vaglia e delle poste nostrane una volta tanto benedette e lui no, non ce la fa a parlare di proroghe. O di miracoli. E allora scoppia il suo orgoglio e al diavolo chi lo sospetta di un bluff: "Tutti mi dicono: Era pur bravo...Aveva pur ragione... Eh no! Io in una camera ardente non ci sto! Non voglio l'omaggio floreale! Non voglio essere caricatura, ingombro: so uscire dalla scena, perchè altri sappiano fare quel che io non ho saputo..."

E si confessa: "Sono psicologicamente impreparato a uscire dalla vita politica del Paese se il Pr non ce la facesse, ma non ingannerò nessuno...". Suspense. Domani sera si saprà, alla fine della conta, qual'è il destino del Pr se dovesse andar male. Marco Pannella (a sue spese) pubblicherà un libro col nome di tutti gli iscritti. Aiuto!

Emma Bonino, nuovo segretario, invoca le telecamere dei tiggi, e mostra il numero di telefono per iscriversi (06.689791) scritto su un cartello appeso al collo (lo stesso Marco). Nessuna lacrima, stavolta: tutto il palco, con radicali storici e non, è con lei. Li chiama tutti, al microfono, a testimoniare con una battuta. Il sindaco dimissionario Giampietro Borghini (che si dice onorato), il condirettore del "Giornale", Federico Orlando ("Siamo qui come in una chiesa, ognuno entra per guardare in alto, non si chiede chi è che affolla le navate") che con Montanelli ha dato un contributo, cos' ha fatto Enzo Biagi che invia un messaggio.

Arrivano Teddy Reno e Rita Pavone, che domandano al sindaco di Sarajevo di poter fare uno spettacolo per dar sollievo, distrazione. Gino Bramieri invia una barzelletta: "Si diceva una volta: De Mita parla a Genova, Craxi a Modena, Pannella a vanvera. Be,' oggi s'è capito che l'unico che non parlava a vanvera era proprio lui". Risate. Anche quando l'eurodeputato e "commissario" del Psi milanese, Luigi Vertemati mostra la sua tessera radicale e chiede: "Di chi è questa?" (facendo il verso alla pubblicità dei preservativi). E il pubblico: E' nostra! Poi il liberale Antonio Baslini: "E' l'unico ambiente politico dove mi sento a mio agio". Quindi i parlamentari pidiessini Giovanna Senese, Maria Luisa Sangiorgio, la Rifondatrice Tiziana Maiolo, il presidente della giunta regionale Fiorella Ghilardotti (Pds), il sociologo Luigi Manconi ("E' una sfida, la mia, anche per il ritrovarmi con un Culicchia deputato Dc accusato di associazione mafiosa...). E il barone Staiti di Cuddia, 40 anni nell'Msi senza pentirsi

("Tutti i partiti sono ormai poltiglia, c'è bisogno del Pr, magari transplanetario, per far politica alla luce del sole").

E quindi lui, l'Anticonformista, Marco Pannella che durissimo e provocatorio attacca i magistrati. "E' da un anno che chiedo perchè nell'inchiesta sulle tangenti non sia mai stato ipotizzato il reato di associazione a delinquere. L'unica risposta è che se questo dovesse essere ipotizzato per i politici, allora dovrebbero partire centinaia di avvisi di garanzia anche per i giudici". E giù botte da orbi, disinvolto come sempre. "Perchè il sistema giudiziario ha dato il suo contributo a costruire il peggio della società italiana: moltissimi magistrati, tranne poche eccezioni, hanno contribuito alle stragi di diritti, di denaro pubblico, alla strage di legalità che ha contraddistinto l'Italia negli anni passati". Come un bulldozer, spara questa sentenza: "I loro interventi di omissione, accaniti e costanti, hanno contribuito a costruire, con buona parte di politici e imprenditori, un sistema che adesso è in parte sotto inchiesta".

Ormai lanciato, Pannella chiede la verità sulla morte di Giorgiana Masi e Aldo Moro, esorta anche l'ex presidente Cossiga a confessarsi. E, supergarantista (tanto da strappare l'applauso più forte), avverte che ai processi sommari in piazza non ci sta: "Non tollero che Gianni De Michelis (il psi inquisito, ndr) sia inseguito e svergognato dai veneziani, gli stessi magari che lo hanno votato per poi obbligarlo a far loro dei favori". Ahi! Ecco che passa alla Confindustria, Abete: "Ci ha preannunciato con cautela che alcuni industriali sono pronti a sottoscrivere, ma non a iscriversi. Grazie! Sappiano però che è meno compromettente iscriversi: nessuno s'è mai iscritto al partito di Tangentopoli, ma molti ne hanno sottoscritto il progetto...".

 
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